Le otto montagne: Alessandro Borghi e Luca Marinelli di nuovo insieme nel film di Felix Van Groeningen

Dopo “Non essere cattivo” (2015), la coppia formata dagli attori italiani Alessandro Borghi (Sulla mia pelle, Il primo re) e Luca Marinelli (Lo chiamavano Jeeg Robot, Diabolik) sono pronti a recitare nuovamente uno a fianco all’altro in “Le otto montagne”. I due attori romani nel 2015 presero parte al film del compianto Claudio Caligari che lanciò le carriere di entrambi, rivelando il talento di due artisti che divennero presto protagonisti della scena cinematografica italiana.

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“Le otto montagne” è tratto dall’omonimo romanzo del 2016 dello scrittore italiano Paolo Cognetti, che nel 2017 vinse il Premio Strega e vedrà alla regia il fiammingo Felix van Groeningen. Quest’ultimo, nel 2014 ricevette una candidatura agli Oscar per il Miglior Film Straniero per il suo toccante “Alabama Monroe – Una storia d’amore” (2012). La sceneggiatura porta la firma, oltre del sopracitato Groeningen, di Charlotte Vandermeersch.

Storia di formazione e di amicizia, “Le otto montagne” è ambientato in un piccolo paesino della Valle d’Aosta, ai piedi del Monte Rosa. Protagonisti delle vicende sono padri e figli, ma soprattutto le sfide che ognuno di loro deve “scalare” nella vita, fisicamente e psicologicamente. Una toccante storia universale sulla ricerca di sé stessi.

Oltre a Borghi e Marinelli, si vedranno nel cast Filippo Timi (Saturno contro, La solitudine dei numeri primi) e Elena Lietti (La pazza gioia, Tre piani). Ad occuparsi della distribuzione del progetto sarà Vision Distribution. Le riprese sono cominciate da poco in Valle D’Aosta, non ci sono però dettagli specifici circa la data d’uscita.

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Ok, amo il cinema. Fin da quando, da bambina, restavo a bocca aperta davanti al Gladiatore o al Frankenstein di Mary Shelley mentre gli altri si entusiasmavano per i cartoni animati. Dopo una laurea in Scienze dell’educazione e anni di lavoro nel settore, ho lasciato tutto dopo la seconda laurea in Scienze della comunicazione per fare ciò che amo di più: scrivere di cinema. Tarantino, l’enfant prodige Xavier Dolan e l’aura onirica di David Lynch sono punti di riferimento. Amo la scrittura perché, Bukowski docet, “scrivere sulle cose mi ha permesso di sopportarle”.