Frank Miller incontra il pubblico di Roma: Kubrik e Fellini le mie ispirazioni

Fumettista, illustratore e regista, il grande Frank Miller, classe 1957, oggi 22 ottobre sarà ospite alla Festa del cinema di Roma, dove incontrerà il pubblico e parlerà del documentario, parte della Selezione Ufficiale, a lui dedicato, “Frank Miller – American Genius”, diretto da Silenn Thomas.

Quest’ultima è stata produttrice di “300” e “Sin City – Una donna per cui uccidere“, e con il documentario dedicato all’artista, debutta come regista.

Frank Miller – American Genius” andrà a ripercorrere la lunga carriera del cartoonist americano, il quale racconterà in maniera approfondita dello stretto e indissolubile rapporto tra cinema e fumetti. Dagli inizi in un paesino del Vermont, fino ad Hollywood. Un viaggio a 360° alla scoperta di uno degli artisti più rivoluzionari.

Leggi anche: “Lucca Comics 2021, svelato il cartellone: c’è anche Frank Miller”

“Tra i miei registi di riferimento ci sono Stanley Kubrik, Fritz Lang, Federico Fellini e Frank Capra”, ha detto Miller, che ha continuato “Quello da cui ho imparato tutto nella pratica quotidiana è Rodriguez, che per me è come un fratello ritrovato dopo essere stati separati alla nascita”.

L’incontro ravvicinato avrà luogo questa sera alle 19.30 presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica.

Articolo precedente“Welcome! 10 anni di Swatch Art Peace Hotel”, un dialogo tra le arti al MAXXI
Articolo successivoAlec Baldwin, le prime dichiarazioni: sono shockato, il mio cuore è spezzato
Ok, amo il cinema. Fin da quando, da bambina, restavo a bocca aperta davanti al Gladiatore o al Frankenstein di Mary Shelley mentre gli altri si entusiasmavano per i cartoni animati. Dopo una laurea in Scienze dell’educazione e anni di lavoro nel settore, ho lasciato tutto dopo la seconda laurea in Scienze della comunicazione per fare ciò che amo di più: scrivere di cinema. Tarantino, l’enfant prodige Xavier Dolan e l’aura onirica di David Lynch sono punti di riferimento. Amo la scrittura perché, Bukowski docet, “scrivere sulle cose mi ha permesso di sopportarle”.