Nick Cave: usiamo questo tempo per guardare il mondo con occhi diversi
Dopo aver dovuto rivedere la programmazione dei concerti a causa dell’emergenza del Coronavirus, Nick Cave ha scelto di tenersi in contatto con i propri fan maggiormente attraverso le parole che con la musica. Sul sito The Red Hand Files, come riporta Optimagazine, risponde a tre persone che gli fanno domande sulle sue scelte in funzione dell’emergenza.
Alice da Oslo chiede: “Quali sono i tuoi progetti per la pandemia del Coronavirus? Cosa intendi fare per riempire il tempo? Una performance solista da casa al pianoforte?”.
Henry da Sidney chiede: “Tu e la band avete pensato allo streaming live di un concerto? Potrebbe davvero aiutare le persone a sentirsi connesse durante questo periodo”.
Saskia da Londra, infine: “Che cosa fa una persona non particolarmente creativa da sola?”
Nick Cave ha preso le domande come spunto per un post: “La mia risposta ai momenti di crisi è sempre stata creare. Questo mi ha salvato tante volte: mi sono immerso nel lavoro e ho cercato di tenermi un passo avanti rispetto a ciò che mi perseguitava”.
L’artista ha anche rivelato di aver preso visione della situazione insieme ai Bad Seeds e di aver fatto brainstorming insieme ai suoi compagni sul da farsi: “Una performance in solitaria da casa mia, la scrittura di un album sull’isolamento, la scrittura di un diario sul Coronavirus, scrivere la sceneggiatura di un film apocalittico, creare una playlist a tema su Spotify, rispondere in diretta alle domande su The Red Hand Files, iniziare un programma di cucina ecc.”.
Cave ha poi continuato dicendo che oggi viviamo un evento senza precedenti, una crisi che sta costringendo tutti a mettere in discussione e a valutare attentamente: “I nostri leader, la nostra intera società come sistema, i nostri amici, i nostri nemici e più di tutti, noi stessi. Scopriremo qualcosa sulla nostra capacità di recupero, sulla nostra capacità di perdono e sulla nostra reciproca vulnerabilità. Forse è il momento di prestare attenzione, di essere consapevoli, di essere attenti. Come artista, mi sembrerebbe un peccato perdere questo momento straordinario. Improvvisamente, le idee di scrivere un romanzo, una sceneggiatura o una serie di canzoni sembrano più indulgenze di un’epoca passata. Per me, questo non è il momento di essere sepolto nel business della creazione. È il momento di mettersi su un sedile posteriore e sfruttare questa opportunità per riflettere esattamente su ciò che è la nostra funzione – a che cosa serviamo, in quanto artisti”.