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Via col Vento – Hbo, secondo round: torna in streaming ma avverte: “Nega la schiavitù”

Federico Falcone Posted On 25 Giugno 2020
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Dopo che era stato temporaneamente sospeso dalla programmazione in streaming del canale Hbo Max, Via col Vento, film capolavoro tra i più celebrati del secolo scorso, finalmente torna a essere trasmesso. Una scelta, quella precedentemente messa in atto dal canale statunitense, che aveva sollevato non poche polemiche, scatenando reazioni contrastanti in tutto il mondo. Decisione da alcuni ritenuta “folle” o quanto meno “azzardata” che ha, in qualche modo, costretto la Hbo a rivedere le proprie intenzioni.

La scelta, maturata dopo che John Ridley (sceneggiatore, fra le altre cose, del film 12 anni schiavo) aveva dichiarato “Non solo non è all’altezza per quanto riguarda la rappresentazione ma è anche un film che glorifica il sud prima della guerra. È un film che, quando non ignora gli orrori della schiavitù, fa una pausa solo per perpetuare alcuni degli stereotipi più dolorosi sulle persone di colore“, finalmente adesso è cambiata. Una polemica che, fin dal primo momento, apparve volutamente esagerata e fuori luogo.

Ma sarà tutto come prima? Assolutamente no, perché la necessità di restare comunque concentrati sul politically correct che va tanto di moda durante queste settimane, ha dettato un ulteriore canone stilistico cui doversi adeguare. Il film si aprirà con un’introduzione di quasi 5 minuti a opera di Jacqueline Stewart, conduttrice afroamericana che parlerà (ancora non è ben chiaro con riguardo a cosa, nello specifico) del razzismo negli Stati Uniti.

“A ottant’anni dalla sua uscita iniziale, Via col Vento è un film di innegabile significato culturale. Il Sud (ome un mondo di grazia e bellezza senza riconoscere le brutalità del sistema di schiavitù su cui questo mondo è basato, così come i suoi lasciti di disuguaglianza razziale”, ha dichiarato la Stewart. Una svolta positiva, insomma, che almeno restituirà la possibilità di vedere in streaming uno tra i film più celebrati della settima arte.

John Ridley dal canto suo non si fa mancare nulla e, negli ultimi giorni, è finito al centro di un’ulteriore polemica. Oggetto degli attacchi è stato Quentin Tarantino, accusato di essere razzista. Anche qui, però, le parole dello sceneggiatore hollywoodiano sono sembrate un tantino esagerato e decisamente fuori luogo. E allora, scusate, ma il dubbio è legittimo: Ridley, i film, oltre che scriverli e basta, li vede? Li contestualizza nel periodo storico da cui provengono? Riesce a interpretarne la forma, oltre che la sostanza?

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