“Poor Things”: il nuovo film di Lanthimos è una rivisitazione di “Frankenstein”

Senza dubbio “Poor Things”, il nuovo film del sovversivo regista greco Yorgos Lanthimos (Dogtooth, Il sacrificio del cervo sacro) è uno dei più attesi. Dopo “La Favorita” (2018), candidato a numerosi premi Oscar, Lanthimos si è cimentato in questo nuovo progetto basato sull’omonimo romanzo di Alasdair Gray, pubblicato nel 1992.

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Il libro è una rivisitazione del “Frankenstein” (1818) di Mary Shelley e il Los Angeles Times, all’epoca, recensì in questo modo il romanzo di Gray: «Probabilmente uno stravagante, forse un genio, sicuramente una voce originale e indipendente, Alasdair Gray ha l’aspetto di un William Blake degli ultimi giorni, con la sua stravagante creazione di miti, la sua forte coscienza sociale, la sua visione liberatrice della sessualità e i suoi lampi di indignazione temperati con arguzia tagliente».

“Poor Things” è, dunque, basato su una vera e propria reinterpretazione postmoderna e allegorica, in chiave femminile di “Frankenstein”. La protagonista sarà interpretata dal premio Oscar Emma Stone con cui il regista ha già lavorato nella sua pellicola precedente. Emma Stone sarà Bella Baxter, una donna che per sfuggire alle sevizie del marito violento tenta di uccidersi ma sopravvive. Un particolare scienziato sostituirà il cervello di Bella con quello del bambino che porta in grembo.

Una storia così disturbante per forza nelle mani del regista greco poteva finire. D’altronde quanto Lanthimos sia abile a trattare e ad analizzare in maniera particolare e originale i più vasti temi, come amore e famiglia, ribaltandoli completamente è ben noto.

Per quanto riguarda il cast maschile sembra confermata la presenza di Mark Ruffalo (Il caso Spotlight, Cattive acque), mentre si vocifera della partecipazione di Ramy Youssef (Ramy) e di Willem Dafoe (Platoon, The Lighthouse). Niente di certo ancora. La sceneggiatura è affidata a Tony McNamara, già co-sceneggiatore de “La Favorita” e le riprese dovrebbero cominciare in autunno 2021.

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Ok, amo il cinema. Fin da quando, da bambina, restavo a bocca aperta davanti al Gladiatore o al Frankenstein di Mary Shelley mentre gli altri si entusiasmavano per i cartoni animati. Dopo una laurea in Scienze dell’educazione e anni di lavoro nel settore, ho lasciato tutto dopo la seconda laurea in Scienze della comunicazione per fare ciò che amo di più: scrivere di cinema. Tarantino, l’enfant prodige Xavier Dolan e l’aura onirica di David Lynch sono punti di riferimento. Amo la scrittura perché, Bukowski docet, “scrivere sulle cose mi ha permesso di sopportarle”.