Giorgio Moretti pubblica “Quasi mai”: intervista al cantautore romano

Ventiquattro anni, romano, Giorgio Moretti è uno dei nuovi nomi della fucina autoriale romana. Canta la propria età in maniera lucida e lineare, con tutti i sogni e le speranze ma anche con le amarezze proprie della sua generazione. Tre anni a Torino a studiare scrittura creativa e sceneggiatura gli conferisce la ricchezza di immagini con cui costruisce le proprie storie fatte di testi diretti e mai banali.

Il resto lo fa una formazione musicale ampia che si concretizza in nove brani con un gusto per la melodia, dai sapori contemporanei, contaminati di elettronica gentile, chitarre a disegnare contrappunti e una ritmica essenziale. “Quasi mai”, questo il titolo dell’album d’esordio, è stato anticipato dai singoli “Serio?!” e “Radical Love”, brano con cui, lo scorso dicembre, l’artista è stato selezionato tra le nuove voci che hanno trovato spazio nel programma Esordi su Rai Radio2.

Un mese fa è uscito “Quasi mai”, il tuo disco d’esordio. Quali sono stati i primi feedback ricevuti?

Esordire in questo momento storico non è stato facile. Sin dalla progettazione di questo album: non poterci vedere e suonare insieme a rallentato molto il processo creativo. Però non abbiamo mollato e anche i momenti più “fermi” mi hanno dato l’ispirazione per produrre nuovi brani e nuovi testi. Il giorno del lancio dell’album ho ripercorso con la mente tutti i momenti trascorsi a scriverlo ed è stata una sensazione incredibile vedere quelle emozioni trasformarsi in un “prodotto” accessibile a tutti. E lo è stato ancora di più quando ho potuto vedere il responso delle persone che hanno sentito l’album e si sono emozionati, anche a distanza

In questo lavoro c’è molto di te, della tua visione della società e del periodo storico che stiamo vivendo. Quanto, di ciò che il mondo esterno ti offre, influenza la tua musica?

Io credo che il mondo e le persone che ci circondano influenzino sempre il nostro modo di interpretare la realtà. Il fatto che questo avvenga in maniera artistica è solo uno dei tanti modi per esprimerlo. Ovviamente un periodo come quello che stiamo vivendo ci mette di fronte temi e domande che in altri contesti ci saremmo posti. Però è importante che l’arte trovi sempre la forza e il modo di interpretare il nostro presente.

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Vuoi parlarci dei brani che hanno anticipato la pubblicazione dell’album?

Assolutamente. I due singoli che hanno anticipato l’album sono “Radical Love” e “Serio?!”. Il primo è un brano che gioca con l’ironia su un tema che molto spesso viene drammatizzato, che è l’amore fuggente e non corrisposto. Mi è piaciuto scrivere questa canzone perché a volte dimentichiamo quanto sia importante trovare il senso comico delle cose.
“Serio?!” invece è un brano d’ispirazione disco e funky. In questo caso mi piaceva pensare di poter realizzare un brano dance in un momento in cui nessuno di noi può più ballare, se non dentro casa propria.

Come è avvenuto il processo di songwriting che ha portato alla realizzazione di “Quasi mai”?

Tutti i miei pezzi nascono da un’immagine. E per rimanere il più possibile fedele a quell’immagine che ha suscitato un’emozione dentro di me faccio in modo che la melodia e il testo conservino quel potenziale. Oltre a questo processo personale c’è anche il lavoro di gruppo che ho realizzato con Meiden, che ha prodotto tutti i brani presenti nell’album. Abbiamo dialogato tanto per arrivare alla giusta intesa che ci ha permesso di unirci musicalmente nel corso del tempo.

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Anche se è complesso parlare del futuro, come pensi di promuovere la tua musica? Hai già in mente qualcosa?

Quello che spero, come penso tutti, è quello di riuscire un giorno a suonare live e creare quell’atmosfera emotiva che è il motivo per cui ho iniziato davvero a fare musica. Per una volta mi piacerebbe non essere sotto al palco a cantare a squarciagola, ma fare lo stesso sopra il palco e con quelle luci addosso che ti fanno sudare come una maratona.

Lascio a te le ultime parole famose per salutare i lettori di The Walk of Fame magazine…

Saluto tutti i lettori e spero di vedervi presto per cantare tutti insieme. Sono sicuro che un giorno accadrà.

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Fondatore e direttore responsabile del magazine The Walk Of Fame. Nato e cresciuto in Abruzzo, è diventato giornalista pubblicista dopo aver completato gli studi in Giurisprudenza. Appassionato di musica, cinema e teatro, avrebbe sempre voluto essere il Will Smith di Indipendence Day o, tutt'al più, Aragorn de "Il Signore degli Anelli". Vola basso.