“We are Puppets”: cosa sappiamo sulla mostra dei peluche giganti a Roma

Il mondo di Facebook non smette mai di sorprendere e destare curiosità: pochi giorni fa è stata creata una pagina molto particolare sotto il nome di We are Puppets.

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Benvenuti al primo museo popolato da pupazzi giganti e interattivi”: si legge nella descrizione del profilo che con pochissime foto ricche di colori sgargianti ed enormi orsetti di peluche, inseriti in giardini o poli museali, ha già catturato la curiosità di oltre un migliaio di followers.

Un unico post per il momento in cui si legge: “Sono pelosi, colorati e amano la compagnia degli esseri umani. Stanno per invadere la tua città. Presto a Roma potrai abbracciarli, giocare e perché no? Fare due chiacchiere”. Anche se già a qualcuno non sembrano così coccolosi quanto inquietanti, nei loro colori fluo, nella loro apparente interattività ipertecnologica e nelle loro dimensioni spropositate.

We are Puppets a Roma

Ricapitoliamo le informazioni ricavabili dai social: We are Puppets è il primo museo dei pupazzi (puppets in inglese, appunto) in arrivo nella Capitale. Una mostra interattiva, un’esperienza che unisce tecnologia all’avanguardia e mondo dei peluche. 

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Dove? Nei primi giorni di attività, tra le informazioni della pagina Facebook era indicata un’importante location nel centro di Roma, ma la localizzazione sembra essere stata cancellata subito dopo la divulgazione della notizia da parte di RomaToday. Sicuramente un’ingegnosa mossa per destare ancora più curiosità e aumentare il numero di click sulle pagine social dell’evento. E a guardare i numeri delle interazioni gli organizzatori sembrano esserci riusciti. 

Oltre alla location non si conosce ancora la data di inaugurazione di We are Puppets a Roma, ma nelle ultime ore la stampa italiana ipotizza un’apertura al pubblico per il 2024.

“Le poche immagini pubblicate su Facebook” si legge su RomaToday stanno destando la curiosità di grandi e bambini; tantissimi commentano i post pubblicati sperando di ricavare qualche informazioni in più. Per il momento è mistero sul particolare museo che potrebbe riscuotere nella Capitale lo stesso successo del Balloon Museum.

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Classe 2001 e studentessa di “Letteratura Musica Spettacolo” in Sapienza. Alla continua ricerca di meraviglia, di entusiasmo e di un significato in ogni cosa. Le piace lasciarsi attraversare dalle emozioni davanti ad un film, a una poesia o ad un’opera d’arte, riempire i polmoni di bellezza fino a sentire il bisogno di sospirare. Ama l’arte ai suoi antipodi: sempre con la musica in sottofondo, da Vivaldi a Lady Gaga passando per Queen, Jovanotti, Achille Lauro o Ultimo; perde il fiato davanti alle sculture di Canova, agli stencil di Banksy o alle tele di Perez. Con il cuore diviso tra Abruzzo e nord della Francia, ama viaggiare in treno o in aereo, ma mai senza auricolari o un libro di poesie e una matita tra le mani.