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Trentasette anni di thrash metal con “Show No Mercy” degli Slayer

Luigi Macera Mascitelli Posted On 3 Dicembre 2020
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Se “Kill ‘Em All” dei Metallica è il fondatore del thrash metal, “Show No Mercy” degli Slayer è il cugino cattivo dal quale tua madre ti raccomanda di stare alla larga.

3 dicembre 1983 , Los Angeles, in quel lembo di terra conosciuto come Bay Area. Tra surfisti, spiagge incontaminate, sole e belle ragazze, qualcosa di oscuro, maligno e sulfureo iniziava sgorgare dai meandri più bui della Terra. Quell’aura che segnerà a fuoco con il suo infernale marchio la storia della musica aveva un nome, “Show No Mercy”: primo album degli Slayer, ad oggi la band che, assieme a “Kill ‘Em All” dei Metallica, ha dato vita al thrash metal.

I quattro kids vennero notati in un locale qualche mese prima dal fondatore dell’allora neonata Metal Blade Records, Brian Slagel. Questi rimase piacevolmente colpito dalla performance degli sbarbatelli Tom Araya, Kerry King, Jeff Hanneman e Dave Lombardo. In particolare, ciò che suscitò ammirazione fu la violenza e la velocità della musica che la band proponeva. Un heavy metal pesantemente influenzato dall’oscurità di Venom e Mercyful Fate e dall’energia martellante di Judas Priest e Iron Maiden.

Con un background di questa portata, i neonati Slayer non potevano non avere la loro occasione. Considerando soprattutto che qualche mese prima i colleghi Metallica pubblicarono il debutto “Kill ‘Em All”, molto simile nell’approccio ma meno oscuro, frenetico e tetro. Insomma, era nato il filone più feroce del thrash metal e con esso tutto quel percorso che porterà, anni dopo, all’avvento dei due generi più estremi della musica: il death e il black metal.

“Show No Mercy” venne completamente finanziato dal vocalist e bassista Tom Araya e dal chitarrista Kerry King. Al suo interno si trovano tracce tutt’ora considerate delle perle, come Black Magic, l’omonima Show No Mercy e la micidiale The Antichrist. Con una produzione ancora acerba ed un sound sulfureo, l’album introdusse i temi principali che gli Slayer da sempre trattano: satanismo, guerra (soprattutto il secondo conflitto mondiale), violenza e nazionalsocialismo. Del resto la stessa copertina non lasciava certo spazio ad interpretazioni.

Nonostante le numerose accuse di veicolare messaggi negativi e di fare propaganda satanista e nazista, la band ha sempre preso le distanze da simili illazioni. Anzi, in un’intervista nel 2002 il cantante Tom ha così dichiarato in merito:

“Non ce ne fregava niente di quanta gente ci fosse ai nostri show, non ci interessava quanti pensavano che facevamo schifo. Volevamo essere la faccia cattiva di tutto quello che ci circondava, volevamo essere quelli brutti e cattivi in contrapposizione a quelli che giravano con le belle macchine e le belle ragazze. Ecco perché abbiamo sempre giocato la parte di quelli incazzati che fanno musica oscura e satanista! “

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