• Musica
  • Cinema
  • Entertainment
  • Teatro
  • Speciali
  • Interviste
  • Libri
  • Attualità
  • News
  • A spasso nel tempo
  • Musica
  • Cinema
  • Entertainment
  • Teatro
  • Speciali
  • Interviste
  • Libri
  • Attualità
  • News
  • A spasso nel tempo
Home » Entertainment

Pablo Picasso, il visionario che voleva restare bambino

Federico Falcone Posted On 25 Ottobre 2020
0


0
Shares
  • Share On Facebook
  • Tweet It

In presenza del genio artistico, l’etichetta diventa limitante.

Superflua. Effimera. Accessoria. Fuorviante.

L’estro non può essere bollato.

“Tutti i bambini sono degli artisti nati, il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi”

Era solito affermarlo Pablo Picasso, tra gli artisti più influenti del XX secolo. Innovatore, inventore del cubismo, visionario, geniale, fuori da qualsiasi tipo di etichetta, appunto. Nato a Malaga nel 1881, nel corso della sua lunga e straordinaria carriera è stato pittore e scultore, ceramista e anche scenografo. Impossibile da contenere, impensabile imprigionarlo in stili e marchi.

Il 24 giugno del 1901 la sua prima mostra. A Parigi, nella galleria in Rue Lafitte. Era giovane, ma non giovanissimo se consideriamo l’età di “esplosione” dei suoi predecessori. “A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino“, disse anni più tardi. Ad accorgersi del talento dell’artista spagnolo fu Ambroise Vollard, mercante d’arte tra i più autorevoli in quegli anni, noto anche per aver lanciato Matisse e Cézanne).

Quell’incontro fu il primo di una collaborazione duratura. Cinque anni più tardi Vollard acquistò 27 quadri di Pablo Picasso il quale, in seguito, realizzò un ritratto del suo amico. La capitale francese fu culla del “periodo blu” (individuato nel triennio 1901 – 1904) che spianò la strada al “periodo rosa“, anticamera del cubismo, appunto. Qui, la sua gioventù dal sapori a tratti agrodolci, è bene espressa.

In quel di Parigi, Picasso trovò ispirazione anche dalla vita notturna, effervescente e imprevedibile. I luoghi bohemien, come caffè e sale da ballo, spalancarono le porte della sua visione artistica a nuove concezioni pittoriche. Molte scene, realmente viste o vissute, vennero infatti impresse su tela come, ad esempio, L’appuntamento, La vita, Due sorelle, Vecchio cieco con ragazzo, Vecchio chitarrista.

L’ascesa dell’artista fu inarrestabile e da quel momento i suoi quadri e le sue opere più in generale sono state vendute a cifre esorbitanti. “Les femmes d’Alger”, del 1995 fu acquistato a 179 milioni di dollari.

“La pittura è più forte di me, mi costringe a dipingere come vuole lei”

Per ottanta anni, Picasso si è dedicato all’arte. Coltivata, studiata, sdoganata e, infine, rinnovata. La sua mano ha contribuito a gettare le basi per l’arte moderna, stupendo in continuazione sé stesso, critici, appassionati e gente comune. “Si è detto sovente che un artista deve lavorare per se stesso, per l’amore dell’arte e fregarsene del successo; è falso. Un artista ha bisogno del successo. E non soltanto per vivere ma, soprattutto, per realizzare la sua opera“, rispose a un giornalista dopo una domanda piccante.

Pablo Picasso, il gigante che voleva restare bambino. Non solo Parigi ebbe su di lui un ascendente forte e indispensabile, ma anche l’universo femminile. Dal cosmo rosa, il pittore spagnolo attinse a piè mani con continui tributi e omaggi al fascino delle sue amanti. Modelle, scrittrici, ballerine, artiste. Dall’amore all’ammirazione il passo era quasi sempre breve, e quasi sempre corrispondeva a un ritratto, un dipinto, un’opera. Del suo rapporto burrascoso col gentil sesso ne parleremo in altra sede.

“I sessant’anni sono quell’età in cui ci si sente finalmente giovani. Ma è troppo tardi”

Una tra le sue frasi più celebri, pronunciate in un’età nella quale luci e ombre si alternavano con equità in un susseguirsi di episodi contraddittori. Troppo avanti – artisticamente parlando – per i suoi anni, troppo indietro rispetto al futuro. Lo anticipò, lo scrisse, ma non poté godere appieno del crollo di alcuni pregiudizi e stereotipi relativi al suo modo di intendere l’arte e il sentimento.

La carnalità era un rischio e intraprendere una relazione con una modella francese di 22 anni fu, per l’opinione pubblica, un passo azzardato. Lui, infatti, ne aveva esattamente 40 di più di più. Otto anni più tardi, quando di anni ne aveva 70, conobbe la futura seconda moglie. Che di anni, allora, ne aveva 27. “L’arte non è mai casta, e quando è casta vuol dire che non è arte“. Accuse respinte in colpo di fioretto.

“In ogni bambino c’è un artista. Il problema è capire come rimanere artisti diventando grandi” – Pablo Picasso

Correlati

0
Shares
  • Share On Facebook
  • Tweet It




You may also like
“Racconti di Luce”: la facciata della Galleria Borghese si illumina con capolavori di arte e storia
10 Luglio 2025
“Siamo natura”: Firenze ospita la prima mostra italiana dell’artista ambientalista Haley Mellin
26 Giugno 2025
La Crocifissione del Beato Angelico torna a splendere nel convento di San Domenico a Fiesole
19 Giugno 2025
Ascanio Celestini: "Due paesi vivono uno accanto all’altro. Uno civile e rispettoso, l’altro menefreghista e arrogante"
Read Next

Ascanio Celestini: "Due paesi vivono uno accanto all’altro. Uno civile e rispettoso, l’altro menefreghista e arrogante"

  • Popular Posts

    • 1
      Musica, arte, territorio: il Diorama Festival torna al Parco Archeologico Colle del Telegrafo di Pescara
    • 2
      Caparezza lancia Orbit Orbit: musica, fumetti e viaggi spaziali nella mente di un nerd visionario
    • 3
      AC/DC live a Imola il 20 luglio: tutto quello che c’è da sapere

  • Seguici sui Social


  • Home
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Home
  • La redazione
  • Privacy Policy
© Copyright 2024 - Associazione Culturale EREBOR - Tutti i diritti riservati
Press enter/return to begin your search