Management in tour per presentare “Sumo”, il nuovo album di inediti
Per tutto il mese di febbraio, il Management porterà dal vivo i brani del nuovo lavoro discografico che sta già incontrando riscontri positivi da critica e pubblico
Il Management è in tour per presentare “SUMO”, il nuovo album di inediti del duo composto da Luca Romagnoli (voce e testi) e Marco di Nardo (chitarra e compositore), già noti come Management del Dolore Post-Operatorio.
Per tutto il mese di
febbraio, il Management porterà dal vivo i brani del nuovo lavoro discografico
che sta già incontrando riscontri positivi da critica e pubblico. “Sumo”,
infatti, è stato anticipato dal video e singolo “Come la luna”, che ha
totalizzato oltre mezzo milione di streaming e che ha posizionato stabilmente
il Management nelle più rilevanti playlist e classifiche digitali.
“Come la luna”
L’album è stato presentato,
con intervista e minilive, nella trasmissione televisiva “L’Italia con voi” in
onda su Rai Italia e, in radio, a Rai “Radio1 Music Club”, Rai Radio2 Social
Club, Rai Radio2 “Lo Stato Sociale Show” e a “Minisonica” su Radio Popolare
Network. La band, inoltre, è stata anche ospite, con intervista e minilive, a
“Webnotte di giorno” con Ernesto Assante online su La Repubblica.
Il Management ha
presentato l’album “Sumo” con interviste anche a Rai Radio Live, Rai Radio1
Musica, Radio Kiss Kiss e in moltissime emittenti in frequenza regionale e
locale.
Il disco è stato
presentato con interviste e recensioni anche su diverse testate stampa e
online, tra cui Robinson de La Repubblica, Il Fatto quotidiano, Blowup, Rumore,
XL di La Repubblica e molte altre.
Pochi giorni prima
della partenza del tour di presentazione di “Sumo”, la band, inoltre, ha rilasciato
la versione cover di “Un giorno dopo l’altro” di Luigi Tenco: un omaggio
sincero e delicato a un brano speciale di Tenco, realizzato dal Management insieme
a Nicola Ceroli, ex batterista della band, che sarà ospite fisso del tour del
Management, esibendosi in apertura a tutti i concerti di febbraio.
“Un giorno dopo l’altro” cover di Luigi Tenco a cura di Management&Ceroli:
I CONCERTI
14
febbraio TORINO // CAP10100 (ore 21.30; ingresso 12 euro)
15
febbraio BOLOGNA // LOCOMOTIV (ore 21.30; ingresso 10 euro + tessera
AICS)
21
febbraio CONVERSANO (BA) // CASA DELLE ARTI (ore 22.30; ingresso
14 euro)
22
febbraio NAPOLI // GALLERIA 19 (ore 22.00; ingresso 12 euro + d.p.)
28
febbraio SEGRATE (MI) // MAGNOLIA (ore 22.00; ingresso
12 euro + d.p.)
29 febbraio ROMA // MONK (ore 22.00; ingresso 13 euro + d.p.)
Laureata in Giurisprudenza e Giornalista Pubblicista dal 2018, ama il teatro, il cinema, l'arte e la musica. Appassionata di recitazione, si diletta a salire su un palco di tanto in tanto. In altre sedi, anche Avvocato.
Ieri sera ha preso il via la 71esima edizione del Festival di Sanremo. Qualora abbiate perduto la prima serata non disperate, potete recuperarne la cronaca sui principali social network, ideale cassa di risonanza per il tradizionale appuntamento con la musica italiana. Mai come in precedenza, però, la kermesse si è presentata ai nastri di partenza contornata da più ombre che luci, oltre che da un impareggiabile (almeno per ora) ventaglio di polemiche che farebbe impallidire perfino Diego Fusaro.
Le polemiche non sono mai mancate in realtà, neanche negli anni in cui il palco dell’Ariston aveva perduto il suo storico fascino e non era in grado di esprimere la qualità che, invece, avrebbe dovuto garantire prima ancora che esibire, proprio perché punto di riferimento della scena musicale tricolore. La musica italiana, che piaccia oppure no, non può e non deve prescindere dal festival della canzone italiana.
Le politiche di rinnovamento del festival, mirate principalmente a ringiovanire l’audience e a “svecchiare” la proposta artistica sul palco, hanno invertito il trend e, grazie anche all’avvento di Facebook prima, Instagram, Twitter e tutti gli altri poi, hanno potuto contare su un’esposizione mediatica che in passato era riservata esclusivamente alla televisione e alla carta stampata. Sanremo, dunque, è cresciuto in termini di mainstream parallelamente all’innovazione tecnologica nel campo della comunicazione digitale. Ma i social network sono croce e delizia, possono essere “piuma o fero” per parafrasare l’immortale Mario Brega.
E gli stessi social network che in questi anni hanno contributo al rilancio della manifestazione ieri sera sono stati impietosi e spietati nei giudizi. Potremmo sostenere che sono stati più “fero” che piuma, ecco. Minuto per minuto, a colpi di tweet o post, la rassegna è stata commentata da coloro che si trovavano di fronte a uno schermo. Dapprima è stata la volta dell’Ariston vuoto, privato del suo pubblico, come normativa vuole. “L’Ariston è un teatro, ed è chiuso come tutti gli altri“, aveva dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza. Coerentemente con quanto affermato, ieri sera la sala era vuota.
La lettera di Amadeus, pubblicata da una testata nazionale, per quanto spendibile non è stata però credibile. In più passaggi è sembrata un’arrampicata sugli specchi e se davvero si è voluto individuare il Festival di Sanremo come la voce di un intero movimento artistico, allora la sua organizzazione avrebbe dovuto accettare, rispettare e portare avanti le regole valevoli per tutti con fermezza e convinzione. Non basta una missiva per dimenticare tutte le pressioni delle scorse settimane quando si tentava in tutti i modi di determinare uno strappo alla regola. Dalla folle idea della nave da crociera fino ai test antigenici, ai tamponi molecolari e ai macchinari per processarli sul momento. No, Sanremo è uno dei tanti eventi che in Italia si tengono. Quindi, come tutti, segue le regole. Gli italiani lo sanno e infatti non sono mancate critiche per alcune dichiarazioni avventate.
Così come non sono mancate critiche per degli sketch, delle battutine che hanno giocato con le ristrettezze delle normative. A un pubblico disattento potevano far ridere, ma a un pubblico leggermente più sul pezzo no. La continua rincorsa alla battuta o al siparietto è indicativa. Quanto è importante, per tenere alta l’attenzione su un festival musicale, andare avanti a colpi di varietà televisivo? Quanto è indispensabile far leva sul pur inossidabile Fiorello, chiamato a riempire i vuoti di una platea che non esiste attingendo a tutte le sue doti di showman? L’assenza di pubblico (e di risate e di applausi veri) comunque non lo aiuta. Fatica un po’ a ingranare. Del resto, Il problema degli ascolti uno come Zlatan Ibrahimovicnon può risolvertelo come se fosse una mischia dentro l’area di rigore.
Già due anni fa, dopo l’era Baglioni, l’arrivo di un direttore artistico come Amadeus ha fatto virare la produzione verso scelte più televisive che musicali. Ma lo scorso anno la formula ha in qualche modo ha tenuto. Ieri sera, non si è visto (o meglio non si è sentito granché), fatta eccezione per i Maneskin, Max Gazzè e il duo rivelazione Colapesce – Di Martino. Magari hanno pagato un po’ di timore reverenziale nei confronti del festival, sono apparsi un po’ tesi, ma la canzone, vagamente vintage con tanto di pattinatrice anni Ottanta in body fluo, tra Alan Sorrenti, Battisti e Battiato, funziona e il ritornello è di quelle che ti si pianta nella mente.
Niente di nuovo Achille Lauro, nella sua (non) trasgressione che (non) prescinde da cliché e che alla fine finisce per diventare qualcosa di tragicomico. Niente di particolarmente diverso da quello che avevamo visto lo scorso anno. Di fatto, fare trasgressione a Sanremo equivale a sparare sulla Croce Rossa. Se lo fai senza neanche apparire genuino lasci il tempo che trovi.
“La vittoria di Diodato nell’edizione 2020 ha rappresentato l’ultimo momento del Paese”, ha detto Amadeus prima di presentare il vincitore dell’anno scorso. Ora, però, dovrebbe anche rendere conto di una frase così ardita, ambiziosa, vanagloriosa ma sinora non ancora smentita dalle vicende.
Si chiama Everybody Here Wants You il biopic ufficiale su Jeff Buckley. Il film, coprodotto da Mary Guibert, madre dello sfortunato cantante e chitarrista, vede anche il sostegno della Fondazione Buckley e, come precisato, mira a essere “‘unica drammatizzazione ufficiale della storia di Jeff che posso promettere ai suoi fan che sarà fedele a lui e alla sua eredità. Per fortuna, la mia determinazione a riunire tutti i partecipanti giusti, non importa quanto tempo ci sia voluto, sta per culminare nel miglior modo possibile “.
Le riprese dovrebbero iniziare entro la fine dell’anno, anche se ad ora non c’è una data ufficiale ed è difficile ipotizzarne una per via delle normative anticontagio. A impersonare l’artista californiano sarà Reeve Carney (Spiderman: Turn Off the Dark, The Rocky Horror Picture Show: Let’s Do the Time Warp Again).
Richard Story di Sony Music Entertainment ha aggiunto: “Jeff Buckley è stato un artista irripetibile la cui musica ha toccato il cuore delle persone e ha cambiato le loro vite. Sony Music è stata onorata di portare la musica di Jeff nel mondo e ora, Everybody Here Wants You offre un’opportunità unica per presentare Jeff a una nuova generazione di fan”. Dalla sua morte, avvenute in circostanze mai del tutto chiarite nel 1997, sono stati girati numerosi film sulla sua vita e sulla sua carriera.
Il 2012 ha visto l’uscita di Greetings From Tim Buckley, che ha visto l’ attore di Gossip Girl Penn Badgley nel ruolo del defunto cantante. Ha seguito le sue prime lotte per forgiare una carriera discografica mentre è alle prese con l’eredità prepotente di suo padre musicista. Altri film sul musicista includono Amazing Grace: Jeff Buckley del 2009 .
La regia di Everybody Here Wants You sarà invece affidata al produttore Orian Williams. Per lui si tratta di un ritorno alla pellicola musicale, non essendo nuovi negli ambienti. Fu lui, infatti, a produrre nel 2007 Control, film ispirato alla vita e alla carriera di Ian Curtis, storico leader dei Joy Division, per l’occasione interpretato da Sam Riley. Williams, inoltre, è anche uno dei produttori di Creaton Stories, biopic ispirato alla vita di Alan McGee, produttore discografico scozzese che fondò la leggendaria etichetta indipendente Creation Records.
Accusato di propaganda sovversiva per una decina di post su Facebook, che Zaki ha sempre negato di aver scritto, il giovane studente è in carcere da ormai 13 mesi e proprio in questi giorni, ha detto Amadeus “il suo avvocato ha annunciato che la custodia cautelare in carcere è stata prolungata”.