Lazarus di David Bowie diventa un’opera teatrale: sul palco Manuel Agnelli

Considerato “il regalo d’addio di David Bowie al mondo”, Lazarus è la straordinaria opera rock che il grande artista britannico chiamava semplicemente “teatro musicale”, scritta poco prima della sua scomparsa insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh.

ERT / Teatro Nazionale ha ottenuto i diritti in esclusiva nazionale e, a otto anni dal debutto a New York, questo particolare oggetto di teatro musicale va in scena per la prima volta in Italia al Teatro Bonci di Cesena dal 22 al 26 marzo con la regia del direttore di ERT Valter Malosti, che ha curato la versione italiana confrontandosi con lo stesso Walsh.

Una produzione di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale realizzata insieme a importanti Teatri Nazionali: Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale e al LAC Lugano Arte e Cultura. Dopo Cesena, lo spettacolo sarà anche nelle sedi ERT di Modena e Bologna e proseguirà con una lunga tournée nei principali teatri.

Nel ruolo del protagonista Newton, l’alieno caduto sulla terra, uno dei nomi di punta della musica italiana: Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours, da solista ai primi posti delle classifiche con l’album Ama il prossimo tuo come te stesso (2022), che ancora una volta dimostra la propria versatilità approdando al teatro dopo la tv, il cinema e la radio. Agnelli saràaffiancato dalla cantautrice vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego e dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti.

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Un ricchissimo cast di 11 interpreti, che vede sul palco anche i talentuosissimi: Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini; e 7 musicisti, tra i migliori della scena musicale italiana: Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo “ROST” Rossetti, Stefano Pilia, Paolo Spaccamonti. Guidata dal progetto sonoro e dalla produzione musicale di GUP Alcaro, collaboratore storico di Valter Malosti, la band presenterà arrangiamenti originali dei più grandi successi di David Bowie (da Heroes a Life on Mars?, fino a Changes) e dei cinque brani che l’artista scrisse appositamente per lo spettacolo, tra cui il capolavoro che dà il titolo all’opera.

Dopo aver incontrato le drammaturgie di Enda Walsh in Bedbound (2001) e Disco Pigs (2005), Valter Malosti arriva alla traduzione e alla messa in scena di Lazarus trasportato da una forte attrazione per l’arte di Bowie, e per la trasversalità e il dialogo fra le arti. Changes ha tra l’altro ispirato anche il claim della stagione ERT 22-23, Turn and face the strange. A muovere il regista c’è da sempre una grande passione per la musica, ispiratrice e protagonista delle sue creazioni.

«Il primo vero disco che ho comprato – racconta Malosti – me lo ricordo bene, intendo comprato in un negozio di dischi, sigillato, e non trovato usato sulle meravigliose bancarelle piene di tesori di quegli anni, che regolarmente saccheggiavo (quasi ottomila vinili all’apice della follia collezionistica). È stato un vero e proprio rito. Era il Natale del 1977. Il 24 dicembre sono uscito verso sera, Torino plumbea e quasi deserta, ma il mitico negozio musicale Maschio ancora aperto. Il disco era uscito in Italia un mese e mezzo prima. Contavo i minuti che ci volevano per arrivare, col cuore che tremava. Quella sera mi sono portato a casa Heroes. Ed è proprio Heroes, con un testo leggermente diverso voluto da Bowie e Walsh, a chiudere Lazarus».

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L’opera

Considerato il testamento creativo di David Bowie insieme all’album Blackstar, Lazarusè andato in scena per la prima volta nel circuito Off-Broadway al New York Theatre Workshop il 7 dicembre 2015. Quella fu anche l’ultima apparizione pubblica del cantautore britannico, mancato un mese dopo, il 10 gennaio del 2016. Da allora, lo spettacolo è ancora sui palcoscenici di tutto il mondo: dagli Stati Uniti, la cui prima versione ha visto nel cast, tra gli altri, la star delle serie tv Dexter e Six Feet Under Michael C. Hall nel ruolo di Newton, fino al Brasile e all’Europa.

La pièce riprende le vicende del migrante interstellare Thomas Jerome Newton de L’uomo che cadde sulla terra (The Man Who Fell to Earth, 1963) di Walter Tevis, lo stesso autore del fortunato romanzo La regina degli scacchi (The Queen’s Gambit). Il successivo film L’uomo che cadde sulla terra di Nicolas Roeg (1976), vide Bowie nei panni del protagonista in una delle sue migliori prove d’attore. Già nel 2005, insieme all’amico e produttore teatrale Robert Fox, Bowie riesce a ottenere la licenza per la trasposizione teatrale del romanzo di Tevis, mentre una prima stesura del soggetto – completamente diversa da quella definitiva scritta con Walsh – avviene tra il 2010 e il 2011 in collaborazione con lo scrittore Premio Pulitzer Michael Cunningham.

Newton riaffiora dunque periodicamente nella storia artistica del Duca Bianco, come un ossessionante fantasma: forse Bowie dà vita a quest’opera «per liberare o liberarsi di quel personaggio – riflette Malosti – così come ha fatto nel video di Blackstar con l’altrettanto malinconica epopea di Major Tom di Space Oddity e ancor prima con Ziggy Stardust, di cui ha inscenato la morte nella magnifica mostra David Bowie is, riponendo il manichino coi vestiti di Ziggy in una teca-sarcofago simile a una camera di ibernazione».

La versione di Bowie e Walsh è una sorta di sequel del libro di Tevis e del film di Roeg. L’alieno è ancora sulla Terra, sempre più isolato dal mondo: rinchiuso nel suo appartamento, in preda ai fantasmi della sua psiche che mescola realtà e sogno.

«Thomas Newton – racconta Enda Walsh in merito alle prime fasi di ideazione dell’opera – avrebbe costruito un razzo dal nulla. La sua mente, ulteriormente devastata, lo avrebbe torturato e si sarebbe presa gioco di lui con un sogno di fuga; e dalla sua prigione, la sua stanza in una grande torre, Newton avrebbe quindi tentato di fuggire un’ultima volta. Questo è stato il nostro punto di partenza».

Prigioniero di sé stesso, l’alieno vive sospeso al confine tra la vita e la morte, un moribondo che non riesce a morire. Con la televisione accesa in un flusso continuo, i suoi pensieri sono intrisi del ricordo dell’amore per Mary-Lou, la cameriera conosciuta in un motel del New Mexico. «Con Bowie parlammo dei personaggi e dei temi del libro di Tevis – prosegue il drammaturgo irlandese – di isolamento e pazzia, di abuso di droghe e di alcolismo e del tormento dell’immortalità. Parlammo tanto della bellezza dell’amore incondizionato e assoluto e della bontà. Parlammo di personaggi che perdevano il controllo, della storia che doveva scivolare in una buia tristezza con lampi di improvvisa violenza. […] Di cose celestiali e disgustose. […] “Sì, ma poi che succede?”. Era una domanda giusta […], solo che non eravamo ancora pronti. Avevamo bisogno di capire il senso dei temi della storia, la sua atmosfera e la sua ambientazione. E poi c’erano le canzoni».

I dialoghi visionari, surreali, neri e poeticamente grotteschi, con personaggi che forse sono proiezioni della mente delirante di Newton, si alternano alle canzoni. Bowie e Walsh hanno costruito una drammaturgia musicale frammentata e affascinante, che lega tra loro i brani scritti appositamente per questa opera rock, tra cui Lazarus, e i più grandi successi di Bowie, da Heroes a Life on Mars? fino a Changes.

«Alla luce della sua morte – commenta Malosti – tendiamo a leggere tutto ciò che Bowie ha creato nei suoi ultimi anni come allegoria autobiografica, specialmente quando ci viene data una serie di indizi apparentemente ovvi come quelli che troviamo in Lazarus. Ma Bowie, come sempre nelle sue creazioni e nei suoi alter ego, sta usando la persona di Newton, mobilitandola come veicolo per una serie di temi costanti che troviamo nella sua musica: l’invecchiamento, il dolore, l’isolamento, la perdita dell’amore, l’orrore del mondo e la psicosi indotta dai media. Newton è allo stesso tempo Bowie e non è Bowie».

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Playlist

Lazarus / It’s No Game / This Is Not America / The Man Who Sold the World / No Plan / Love Is Lost / Changes / Where Are We Now? / Absolute Beginners / Dirty Boys / Killing a Little Time / Life on Mars? / All the Young Dudes / Sound and Vision / Always Crashing in the Same Car / Valentine’s Day / When I Met You / Heroes.

Interpreti / Personaggi

Manuela Agnelli – Newton

Casadilego / The Girl

Michela Lucenti / assistente Elly

Dario Battaglia / Valentine

Attilio Caffarena / Michael

Maurizio Camilli / Zach

Noemi Grasso / Teenage Girl

Maria Lombardo / Teenage Girl

Giulia Mazzarino / Teenage Girl

Camilla Nigro / Maemi

Isacco Venturini / Ben

Tournée 2023:
Teatro Bonci, Cesena – dal 22 al 26 marzo

Teatro Storchi, Modena – dal 29 marzo al 2 aprile

Teatro Galli, Rimini – dal 5 al 7 aprile

Teatro Argentina, Roma – dal 12 al 23 aprile

Teatro Arena del Sole, Bologna – dal 26 al 30 aprile

Teatro Mercadante, Napoli – dal 3 al 14 maggio

LAC Lugano Arte e Cultura, Lugano – dal 18 al 20 maggio

Piccolo Teatro Strehler, Milano – dal 23 al 28 maggio

Teatro Comunale, Ferrara – dall’1 al 3 giugno

Teatro Carignano, Torino – dal 6 al 18 giugno

LAZARUS

di DAVID BOWIEe ENDA WALSH
ispirato a The Man Who Fell to Earth (L’uomo che cadde sulla terra) di Walter Tevisversione italiana Valter Malosti

uno spettacolo di VALTER MALOSTI

con MANUEL AGNELLI, CASADILEGO, MICHELA LUCENTI, DARIO BATTAGLIA
e (in o.a.) Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini

la band (in o.a.)
Laura Agnusdei sax tenore e sax baritonoJacopo Battaglia batteria, Ramon Moro tromba e flicorno, Amedeo Perri tastiere e synth, Giacomo “ROST” Rossetti bassoStefano Pilia chitarra, Paolo Spaccamonti chitarra

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