Non basterebbero fiumi di inchiostro per descrivere la carriera di Jack Nicholson. Attore versatile come pochi altri, capace di passare indenne alle mode e ai costumi che hanno investito cinquanta anni di cinema americano. Un talento praticamente sconfinato, quello del nativo del New Jersey, perfetto caratterista nel vestire i panni di personaggi entrati di riflesso nell’immaginario collettivo della settima arte e non. Il suo Jack Torrence di Shining, ad esempio, è autore di alcune delle espressioni più replicate su un set cinematografico, dotato di una forza attrattiva talmente pronunciata da affascinare anche chi, del cinema, non è appassionato o profondo conoscitore.
Dotato di un’ironia sottile e pungente, con riferimento a Codice D’Onore, pellicola del 1992 in compagnia di Tom Cruise, Kevin Bacon, Demi Moore e Kiefer Sutherland dichiarò: “Una delle poche volte in cui è stato denaro ben speso”, frecciatina polemica rivolta a chi lo accusava di essere troppo pagato. Per il suddetto film prese un cachet di cinque milioni di dollari. Stessa ironia, tagliente e beffarda, esibita in Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo (1975), film di denuncia sulla delicata condizione dei pazienti negli ospedali psichiatrici, discriminati, trattati con poco tatto e sensibilità, e quindi male gestiti. L’interpretazione gli valse il primo dei tre Oscar come miglior attore; due per il ruolo da protagonista (Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo e Qualcosa è Cambiato) e uno per il ruolo da non protagonista (Voglia di Tenerezza). E’ stato candidato per un totale di dodici volte.
“Sono particolarmente orgoglioso del mio Joker. E’ un pezzo di pop art” . Il riferimento è al villain per eccellenza protagonista del Batman di Tim Burton del 1989. Vestire i panni del cattivo per eccellenza fu una sfida che accolse con estrema convinzione, tanto che, anche a distanza di trenta anni e di altre eccellenti interpretazioni come quella di Heath Ledger, Jared Leto o Joaquin Phoenix, resta un metro di paragone inevitabile.
Innumerevoli le performance di spessore: Hoffa, Santo o mafioso? (1992), Wolf, la belva è fuori (1994), La Promessa (2001), A proposito di Schmidt (2002), The Departed – Il bene e il male (2006), giusto per citarne alcune. Ha girato film praticamente con tutti i più grandi attori e le più grandi attrici delle ultime cinque decadi, ricevendo sempre e comunque grandi consensi.
Appassionato di musica jazz, adora alla follia Louis Armstrong che, dove possibile, non manca di inserire all’interno delle colonne sonore dei suoi film. Altra grande passione è quella per i Los Angeles Lakers, squadra della quale non perde una partita per nessuna ragione al mondo, al punto che, durante le riprese dei suoi lavori, chiede esplicitamente che le scene non coincidano con i match dei gialloviola. Appassionato d’arte, è proprietario di alcuni Picasso, Matisse, Warhol (giusto per citare alcuni artisti) e la sua collezione è stimata sui 130 milioni di dollari
Assegnati i Golden Globes 2021, in un’edizione che sarà ricordata a lungo per essere stata la prima a tenersi durante una pandemia. Un anno particolare che, senza sale cinematografiche, ha spostato l’intrattenimento sulle piattaforme on demand come Netflix, Amazon, Focus Features, Searchlight Pictures e Sony Pictures. Nomadland ha vinto il premio per il miglior film drammatico,Andra Day si è portata a casa la statuetta come miglior attrice in un film drammatico e Chadwick Boseman quella come miglior attore in un film drammatico. Per quest’ultimo il premio è stato purtroppo.
L’attore che ha prestato il volto anche a Black Panther, il primo supereroe di colore, ha trionfato con la sua interpretazione in “Ma Rainey’s Black Bottom”, film sulla cantante blues Ma Rainey (Viola Davis, anche lei candidata come Miglior attrice). Il film, regia di George C. Wolfe, in cui Boseman interpreta il trombettista Leeve, ha permesso di vincere, per la prima volta nella storia del Golden Globes, il premio postumo.Rosamund Pike (I Care A Lot) è la miglior attrice in un film commedia-musicale. Jodie Foster (The Mauritanian) ottiene il suo terzo Golden Globe dopo per Sotto accusa (1989) e Il silenzio degli innocenti (1992). Sacha Baron Cohen, tra i favoriti della vigilia, porta a casa due statuette: miglior commedia e miglior attore protagonista.
The Crownha dominato nella categoria drama, portando a casa quattro premi: miglior serie, miglior attore, miglior attrice e miglior attrice non protagonista rispettivamente a Josh Connor, Emma Corrin e Gillian Anderson. La serie Netflix La Regina degli Scacchi ha ottenuto il premio come miglior miniserie e la sua protagonista, Anya Taylor-Joy, ha vinto nella categoria di miglior attrice
Tutti i vincitori:
Miglior film commedia-musicale: Borat – Seguito di film cinema Miglior film drammatico: Nomadland Miglior regia: Chloé Zhao (Nomadland) Miglior attore film commedia-musicale: Sacha Baron Cohen (Borat – Seguito di film cinema) Miglior attore drammatico: Chadwick Boseman (Ma Rainey’s Black Bottom) Miglior attrice film commedia-musicale: Rosamund Pike (I Care A Lot) Miglior attrice drammatica: Andra Day (The United States vs. Billie Holiday) Miglior attore non protagonista: Daniel Kaluuya (Judas and the Black Messiah) Miglior attrice non protagonista: Jodie Foster (The Mauritanian) Miglior sceneggiatura: Aaron Sorkin (Il processo ai Chicago 7) Miglior film d’animazione: Soul Miglior film straniero: Minari (USA/Corea del Sud) Miglior canzone: “Io sì”, Laura Pausini, Diane Warren, Nicolò Agliardi (La vita davanti a sé) Miglior colonna sonora: Trent Reznor, Atticus Ross, Jon Batiste (Soul) Miglior serie drammatica: The Crown Migliore attore in una serie drammatica: Josh O’Connor – The Crown Miglior attrice in una serie drammatica: Emma Corrin – The Crown Miglior serie commedia o musicale: Schitt’s Creek Migliore attore in una serie commedia o musicale: Jason Sudeikis – Ted Lasso Migliore attrice in una serie commedia o musicale: Catherine O’Hara – Schitt’s Creek Miglior miniserie o film televisivo: La regina degli scacchi Migliore attore in una miniserie o film televisivo: Mark Ruffalo – Un volto, due destini – I Know This Much Is True Migliore attrice in una miniserie o film televisivo: Anya Taylor-Joy – La regina degli scacchi Migliore attore non protagonista in una serie, miniserie o film televisivo: John Boyega – Small Axe Migliore attrice non protagonista in una serie, miniserie o film televisivo: Gillian Anderson – The Crown
É Andra Day la migliore attrice drammatica dei Golden Globes 2021 per la sua interpretazione in The United States vs. Billie Holiday in cui interpreta la leggendaria cantante jazz Billie Holyday. Ha avuto la meglio su Viola Davis (Ma Rainey’s Black Bottom), Frances McDormand (Nomadland), Carey Mulligan (Promising Young Woman) e Vanessa Kirby (Pieces of a Woman) anche loro candidate nella categoria “miglior attrice protagonista in un film drammatico”.
L’edizione 2021 dei Golden Globes sarà ricordata a lungo per essere la prima edizione a tenersi durante una pandemia mondiale. Un anno particolare che, senza sale cinematografiche, ha spostato l’intrattenimento sulle piattaforme on demand come Netflix, Amazon studios, Focus Features, Searchlight Pictures e Sony Pictures.
Nomadland, il film diretto da Chloé Zaho (che ha anche curato sceneggiatura e montaggio), si è aggiudicato il Golden Globe per il miglior film drammatico in un’edizione che sarà ricordata a lungo per essere la prima a tenersi durante una pandemia. Un anno particolare che, senza sale cinematografiche, ha spostato l’intrattenimento sulle piattaforme on demand come Netflix, Amazon, Focus Features, Searchlight Pictures e Sony Pictures.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo Nomadland, racconto d’inchiesta (2017) della giornalista Jessica Bruder. Le riprese si sono tenute in segreto nell’autunno del 2018. Ha avuto la meglio su Mank, The Father, Una donna promettente, Il processo ai Chicago 7.
Il film era in gara con quattro nomination: miglior film drammatico, miglior regista, miglior attrice in un film drammatico e miglior sceneggiatura.
Cast: Frances McDormand, David Strathairn, Linda May, Bob Wells, Charlene Swankie
Trama: Nomadland racconta la storia di Fern, una donna sulla sessantina del Nevada, che, a seguito del crollo economico, dovuto alla Grande Recessione, decide di tentare la vita on the road. Con i bagagli in spalla, Fern si mette in viaggio verso gli States occidentali, determinata a vivere come una nomade dei nostri giorni, al di fuori della attuale società e delle convenzioni odierne.