Buon compleanno James Dean: il bello e dannato, simbolo della generazione ribelle

“Dream as you’ll live forever, live as you’ll die today”

Simbolo della generazione ribelle, icona del cinema hollywoodiano, massimo esponente della gioventù fragile e sognatrice degli anni ’50, James Dean avrebbe compiuto quest’oggi 91 anni. La sua vita, però, si interruppe tragicamente la sera del 30 settembre 1955 a Cholame, in California. Quella notte morì l’uomo ma nacque il mito, destinato a restare forever young.

L’attore nato a Marion, nell’Indiana, era a bordo della sua Porsche 550 Spyder, diretto sulla U.S. Route 466 per recarsi a Salinas, in California, dove ad attenderlo c’era una gara automobilistica. Una delle tante che inneggiavano alla sua passione più sfrenata: l’alta velocità. Il brivido, l’ebbrezza della corsa, l’adrenalina del vento sulla faccia e la sensazione folle e irrinunciabile di bruciare l’asfalto quel giorno ebbero la meglio sulla fortuna.

Dalla direzione opposta alla sua proveniva un giovane studente a bordo della sua Ford coupé che, stando alle ricostruzioni dell’epoca, invase la corsia di Dean e non riuscì a evitarlo. L’impatto fu devastante. A bordo con lui c’era anche il suo meccanico Rolf Wuterich che avrebbe dovuto accompagnarlo a Salinas. Portato all’ospedale Paso Robles, Dean morì poco prima delle 18.00. Aveva 24 anni. Secondo l’autopsia a risultare fatale furono la rottura del collo e le numerose lesioni interne a organi e ossa. Donald Gene Turnupseed , questo il nome dello studente che causò l’incidente, se la cavò con poco, esattamente come Wuterich. L’unico a perdere la vita fu proprio l’attore.

“Se un uomo è in grado di colmare la distanza tra la vita e la morte, se è in grado di vivere anche dopo la sua morte, allora forse è stato un grande uomo”

L’importanza della figura di James Dean è tutt’ora indiscutibile. Affascinante, sicuro di sé, talentuoso, ribelle. La sua interpretazione in “Gioventù Bruciata” (in inglese “Rebel Without a Cause”) fu esemplificativa delle contraddizioni interne agli adolescenti a stelle e strisce del secondo dopo guerra. Ambiziosi ma fragili, sognatori ma sbadati, i kids a stelle e strisce si identificarono con il nativo dell’Indiana.

Dean non ebbe il tempo di costruirsi una carriera ma in un anno e mezzo recitò in tre kolossal. Divenne mito ancora prima di diventare adulto. Per un tragico scherzo del destino, l’ultima intervista che rilasciò fu proprio per promuovere la sicurezza stradale tra i giovani.

Leggi anche: 22/11/63: quando Stephen King provò a evitare l’omicidio di JFK

Secondo una delle tante leggende metropolitane che ruotano intorno alla figura di James Dean, la Porsche 550 Spyder su cui perse la vita è stata in più circostanze additata come maledetta. Dopo l’incidente la macchina venne scomposta in diverse parti e i suoi furono venduti ad appassionati, a collezionisti e a persone particolarmente attratte dal mito dell’attore. Sembrerebbe che chiunque abbia acquistato uno dei pezzi abbia poi avuto un incidente…

Articolo precedenteIstituito il Dantedì, il 25 marzo di ogni anno si celebrerà il viaggio nell’aldilà del Sommo Poeta
Articolo successivoCome as you are, a Firenze l’omaggio a Cobain e al grunge
Fondatore e direttore responsabile del magazine The Walk Of Fame. Nato e cresciuto in Abruzzo, è diventato giornalista pubblicista dopo aver completato gli studi in Giurisprudenza. Appassionato di musica, cinema e teatro, avrebbe sempre voluto essere il Will Smith di Indipendence Day o, tutt'al più, Aragorn de "Il Signore degli Anelli". Vola basso.