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Home » Attualità

Twitter che caos, anche Gesù ha la spunta blu

Fabio Iuliano Posted On 11 Novembre 2022
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Va bene Mario Bros. Va bene Donald Trump, il cui nome fino a qualche tempo fa era off limits. Va bene la convivenza di falsi LeBron, falsi Rudolph Giuliani e falsi Elon Musk. Ma la spunta blu a Gesù è il segno definitivo che qualcosa su Twitter non sta andando per il verso giusto.

Al centro della vicenda della nuova gestione del social network, ci sono i profili falsi e due spunte, una blu e una grigia: la prima si ottiene dopo aver pagato 8 dollari, la seconda ce l’hai se hai una qualche rilevanza sociale, tipo gli enti governativi.

La spunta grigia ha avuto vita breve. “L’ho appena uccisa” ha twittato Musk poche ore dopo che il nuovo tag era stato aggiunto agli account governativi, alle grandi aziende e ai principali media. “Tenete presente che Twitter farà molte cose stupide nei prossimi mesi. Manterremo ciò che funziona e cambieremo ciò che non funziona” ha chiarito. Per intendersi, per qualche ora hanno avuto la spunta grigia: la Casa Bianca, Agence France-Presse, BBC, Papa Francesco, Apple e Volkswagen.

Resta la spunta blu che, nelle intenzioni dell’iniziativa, vorrebbe indicare che dietro quel profilo c’è una persona reale, con quella identità. Nelle intenzioni. Il progetto è partito, ma non i processi di verifica. La conseguenza? Un fiume di profili falsi che vanno appunto da Super Mario Bros a Gesù che hanno sì pagato 8 euro, hanno ricevuto la spunta blu e si sono presi beffa della piattaforma e di Elon Musk. Quest’ultimo ha provato a mettere un rimedio costringendo gli utenti a indicare la parola “parody” non solo nella bio ma anche nel nome visualizzato.

Ma i grattacapi sono tanti, a partire dal rischio di bancarotta, ventilato dallo stesso Musk. In molti stanno seriamente pensando di abbandonare la piattaforma. Tra i trend topic è comparso #TwitterMigration magari verso Mastodon. Questo social è stato fondato nel 2016 e non ha al momento il seguito e il numero di utenti di Twitter, ma sta rappresentando una sorta di piano B nel caso in cui la piattaforma cambiasse e si moltiplicassero contenuti d’odio e violenza”.

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