“Tolkien, l’Europa e la Tradizione”: il saggio di Armand Berger sulle fonti usate da J. R. R. Tolkien

La casa editrice Passaggio al Bosco, in collaborazione con il francese Institut Iliade, ha pubblicato il breve saggio di Armand BergerTolkien, l’Europa e la Tradizione.

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Il germanista Armand Berger, coordinatore del numero della rivista Nouvelle École dedicato a Tolkien, si propone di analizzare l’origine dell’immaginario del professore di Oxford alla luce delle tradizioni europee e dei loro testi fondatori.

La visione della vita, la concezione dell’essere, dell’uomo e della storia che traspaiono dalle sue opere «fanno di J.R.R. Tolkien – scrive Paolo Gulisano nella prefazione del libro – un critico della modernità, del mondialismo, dell’omologazione massificante, a cui si contrappone la cultura dell’appartenenza e del radicamento».

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Tutti conoscono l’immenso patrimonio mitologico di Tolkien, “Il Signore degli Anelli”. Ciò che è meno noto – invece – è che il materiale utilizzato per dare forma a questa inarrivabile saga è a sua volta tratto dal vasto patrimonio delle mitologie europee.

Tolkien, rinomato filologo dell’Università di Oxford, reinterpreta infatti l’Iliade e il Beowulf, l’Eddings e i suoi affreschi romanzeschi, l’Edda e il Kalevala – rendendo il suo lavoro e la sua opera una grande sinfonia europea.

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È questa ricca base mitologica che Armand Berger porta alla luce, oltre alla personalità scintillante dell’autore de “Lo Hobbit”: un contributo originale e innovativo, che permette finalmente di inquadrare l’universo tolkeniano nel vasto orizzonte della nostra Civiltà millenaria.

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Classe 2001 e studentessa di “Letteratura Musica Spettacolo” in Sapienza. Alla continua ricerca di meraviglia, di entusiasmo e di un significato in ogni cosa. Le piace lasciarsi attraversare dalle emozioni davanti ad un film, a una poesia o ad un’opera d’arte, riempire i polmoni di bellezza fino a sentire il bisogno di sospirare. Ama l’arte ai suoi antipodi: sempre con la musica in sottofondo, da Vivaldi a Lady Gaga passando per Queen, Jovanotti, Achille Lauro o Ultimo; perde il fiato davanti alle sculture di Canova, agli stencil di Banksy o alle tele di Perez. Con il cuore diviso tra Abruzzo e nord della Francia, ama viaggiare in treno o in aereo, ma mai senza auricolari o un libro di poesie e una matita tra le mani.