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Home » Musica

Pearl Jam, ecco “Running”, singolo energico dalla produzione incerta

Fabio Iuliano Posted On 22 Marzo 2024
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Un brano veloce, energico, in stile new punk ma con un equilibrio di suoni che non sembra premiare un lavoro certosino di produzione. Suona così, da mezzanotte anche in Italia, “Running”, secondo singolo dell’album “Dark Matter” in uscita il 19 aprile.

Il primo estratto, la canzone title track, era uscito qualche settimana fa. Poi, 48 ore fa, i canali ufficiali della band hanno invitato fan a puntare la fotocamera dello smartphone verso il cielo seguendo la freccia alla scoperta del “portale della materia oscura”. Una sorta di caccia al tesoro in realtà aumentata che aveva anticipato l’uscita di “Superblood Wolfmoon”, secondo estratto di Gigaton.

Ascolta anche: “Dark Matter”, il primo singolo

Ma proprio rispetto a Gigaton, prodotto da Josh Evans e dagli stessi Pearl Jam, l’attenzione ai suoni appare completamente diversa. Il “tocco” di Andrew Watt è simile a quello utilizzato nel lavorare all’album solista di Eddie Vedder “Earthling”, che tante perplessità aveva lasciato tra i fan. Non sembra pensarla così Mike McCready, il chitarrista dei Pearl Jam che su Classic Rock, aveva parlato di un album in grado di riportare “la melodia e l’energia dei primi due album”, in riferimento ai capisaldi della band, “Ten” e “Vs.”. “Abbiamo lavorato con Andrew Watt, che è un giovane produttore di tipo pop, ma è davvero un ragazzo rock nel cuore – penso che siamo la sua band preferita. Quando eravamo in studio con lui l’anno scorso, ci ha davvero spronato, ci ha fatto concentrare e suonare, brano dopo brano. Ci è voluto molto tempo per fare ‘Gigaton’, ma questo nuovo non ci ha messo molto. Andrew ha detto: ‘Voi ci mettete una vita a fare i dischi. Questo facciamolo adesso!'”.

McCready ha anche preparato i fan a molto più virtuosismi chitarristici rispetto agli ultimi anni. “Per il meglio o per il peggio, sentirete molto più chitarra solista da parte mia, cose che non ho fatto da tanto tempo”, ha notato. “Mi sono lasciato andare, come con Chris Cornell e Temple of the Dog su ‘Reach Down’, tutti quegli anni fa. Ho avuto modo di farlo di nuovo. Di solito, i primi o i secondi take sono le migliori. Dopo di che, comincio a pensarci e non ha più lo stesso feeling. Ma Andrew ha catturato il fulmine nella bottiglia, come si dice”.

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