Dopo Vang Gogh arriva il biopic su Gauguin: il postimpressionismo conquista il grande schermo
Dopo il biopic su Vincent Van Gogh, interpretato da un magistrale Willem Defoe, sul grande schermo arriva quello su Paul Gauguin, esponente tra i più noti della corrente postimpressionista. A vestirne i panni è Vincent Cassell, uno che, in quanto a vita sregolata e fuori dagli schemi, di cose da raccontare ne avrebbe parecchie.
La domanda sorge spontanea: l’arte, intesa come corrente pittorica, vive l’alba di un rinnovato interesse da parte del mondo cinematografico? La risposta non è così scontata. Se è vero che una rondine non fa primavera, è altresì vero che prima di esprimere positività occorre parlare di numeri al botteghino, quelli che interessano case di produzione e distribuzioni internazionali.
Difficile, ora come ora, quantificare il successo, in termini economici, di una pellicola. Con l’ingresso in sala contingentato e molti cinema addirittura impossibilitati a ripartite (per lo meno non subito) il “quantum” è un terno al lotto. Previsioni d’incasso non possono farsene. Ambire è lecito ma accontentarsi appare inevitabile. Non a caso il settore cinematografico è tra quelli più in crisi a causa della pandemia da coronavirus.
“Al cinema, devi fonderti nel ruolo. Ho lasciato crescere la barba, ho perso peso, poiché Gauguin stava morendo di fame. Indossavo anche denti protesici”, ha dichiarato Vincent Cassell all’Ansa. “Il suo aspetto era una miscela della mia fantasia e della realtà. Ho imparato il tahitiano. Ho inventato un’andatura per lui. L’ho costruito con i tocchi. Forse ho inventato un Gauguin un po’ più rozzo di come lo vedeva Edouard e l’ho immaginato per cominciare ad entrare nel ruolo”.
Il film su Gauguin è diretto da Edouard Deluc ed è ispirato al diario tahitiano (“Noa Noa: The Tahiti Journal of Paul Gauguin”) del pittore parigino.
Trama:
Parigi, 1891. Alla vigilia del suo viaggio per Tahiti, Paul Gauguin ha vissuto tante vite, ha fatto tanti viaggi, ha una moglie danese e cinque figli che non può mantenere. La famiglia decide di restare in Europa, lui di andare via, solo e con la benedizione di Mallarmé.
In Polinesia, Gauguin arriva sofferente, maledetto, senza un soldo. È l’ispirazione primitiva che spera di ritrovare lontano dalla Francia, “dove non è rimasto più niente da dipingere”. Sopravvissuto a un infarto, trova un amico nel dottor Vallin e una sposa autoctona in Tehura. Più giovane lui, Tehura diventa la sua musa e la sua ossessione. Incompreso dai suoi contemporanei, vivrà modestamente tra i tahitiani prima di gettare la spugna e ripiegare in Francia.