Bisio ad Avezzano in un viaggio agrodolce sulla vita: “Mi piace il teatro perché è live, la reazione immediata del pubblico è impagabile”

Foto di Marina Alessi

Dalla prima fidanzata alle gemelle Kessler, dai mondiali di calcio all’impegno politico, dall’educazione sentimentale alla famiglia o alla paternità, dall’Italia spensierata di ieri a quella sbalestrata di oggi, fino alle scelte professionali e artistiche che inciampano in Bertolt Brecht o si intrecciano con Mara Venier: lo spettacolo “La mia vita raccontata male” con Claudio Bisio, andato in scena al Teatro dei Marsi di Avezzano, si dipana in una sequenza di racconti e situazioni che, inesorabilmente, costruiscono una vita che si specchia in quella di tutti.

Attingendo dai romanzi di Francesco Piccolo, la pièce, che a tratti ricorda il teatro – canzone di Gaber, con la direzione di Giorgio Gallione, è montata in un continuo, perfido e divertentissimo ping-pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata, racconta “male”, in musica e parole: tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo.

Utilizzando le parole di Claudio Bisio lo spettacolo potrebbe essere spiegato così:

Esagerando un po’, si potrebbe dire che è una summa dell’opera di Francesco Piccolo, c’è qualcosa di inedito, brani da racconti e romanzi precedenti al Premio Strega, anche se la storia si basa per l’appunto sul libro “Il desiderio di essere come tutti”. Alla fine, lo spettacolo è il tentativo di attraversare la vita di una persona che assomiglia a me, ovviamente a Piccolo, ma in realtà anche a molti altri, a iniziare dal regista Giorgio Gallione. Siamo dei boomers! Lo spettacolo è la storia di una generazione, quella nata tra gli anni Cinquanta e Sessanta, cresciuta guardando Carosello e le Kessler, quella che ricorda il Muro di Berlino e i Mondiali di calcio del ’74“, spiega l’attore piemontese.

Leggi anche: Mannarino, un concerto speciale nel sito archeologico di Alba Fucens. Le date del tour

Ma perchè la vita messa in scena è raccontata “male”?

“È un omaggio che facciamo a un amico, Gipi, che ha intitolato una sua graphic novel La mia vita disegnata male, un titolo che sia a me che a Giorgio Gallione è sempre piaciutospiega Claudio Bisio Raccontiamo “male” nel senso che non seguiamo una cronologia rigorosa, andiamo avanti e indietro nel tempo, anche se si parte con ricordi dell’infanzia e si arriva sino alle problematiche della vita adulta, facendo emergere un percorso come in una sorta di grande puzzle. E poi “male” perché non raccontiamo solo le cose belle della vita, ma anche episodi negativi, sentimenti e fatti politicamente scorretti, non edulcoriamo niente. Ma Piccolo in questo senso è un maestro e noi lo seguiamo, e ovviamente speriamo di raccontare bene le sue storie“.

Claudio Bisio si muove sul palco in una tessitura sorprendente, accompagnato nella narrazione dai musicisti Marco Bianchi e Pietro Guarracino, facendo emergere un concetto fondamentale, relativo al viaggio in cui la vita ci conduce: un viaggio agrodolce, che spesso non è esattamente come vorremmo noi.

“La mia vita raccontata male” a fine 2020 era pronto per il debutto ma i teatri chiusero a causa della pandemia. Bisio e Gallione hanno ripreso, quindi, la messa in scena dello spettacolo nel 2022 e ad oggi molti sono i palchi che dovranno calcare nel corso del 2023. Protagonista nel mondo del cinema e della tv, Claudio Bisio ha iniziato la sua carriera proprio in teatro, superando i 40 anni di attività, ma sempre con una piccola predilezione per il rapporto diretto con il pubblico.

Leggi anche: “Solo the Legend of quick change”: lo spettacolo di Arturo Brachetti

Mi piace il teatro perché è live, succede tutto in quel momento, su quel palco, poi svanisce per sempre, qualsiasi replica sarà diversa – spiega Bisio – Mi piace fare il cinema, la televisione, ma la reazione immediata del pubblico in teatro è impagabile, soprattutto quando si portano in scena spettacoli come questo, che anche se hanno momenti più riflessivi sono in gran parte comici“.

Foto di Marina Alessi

Articolo precedenteMannarino, un concerto speciale nel sito archeologico di Alba Fucens. Le date del tour
Articolo successivo“I tre moschettieri” al cinema: perché vederlo fino all’ultimo minuto (+1)
Laureata in Giurisprudenza e Giornalista Pubblicista dal 2018, ama il teatro, il cinema, l'arte e la musica. Appassionata di recitazione, si diletta a salire su un palco di tanto in tanto. In altre sedi, anche Avvocato.