C’era una volta Sergio Leone: a Roma la mostra dedicata al grande regista

Sergio Leone ha reso leggendario il racconto filmico della storia di miti come il West o l’America. Dopo oltre mezzo secolo, lui stesso è diventato mito: si chiama infatti “C’era una volta Sergio Leone“, parafrasando i titoli dei suoi celebri film. Riapre, ed è eccezionalmente prorogata fino al 30 agosto “C’era una volta Sergio Leone”, la grande mostra dal titolo evocativo ospitata nel Museo dell’Ara Pacis con cui Roma celebra, a trenta anni dalla morte e a novanta dalla sua nascita, uno dei miti assoluti del cinema italiano.

Promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’esposizione è in Italia dopo il successo dello scorso anno alla Cinémathèque Française di Parigi, istituzione co-produttrice dell’allestimento romano insieme alla Cineteca di Bologna.

Il percorso espositivo – curato dal direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli, in collaborazione con Rosaria Gioia e Antonio Bigini – racconta di un universo sconfinato, quello di Sergio Leone, che affonda le radici nella sua stessa tradizione familiare: il padre, regista nell’epoca d’oro del muto italiano, sceglierà lo pseudonimo di Roberto Roberti, e a lui Sergio strizzerà l’occhio firmando a sua volta Per un pugno di dollari con lo pseudonimo anglofono di Bob Robertson.

La mostra è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo , in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà, Ministère de la culture (Francia), CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée, SIAE e grazie a Rai Teche, Leone Film Group, Unidis Jolly Film, Unione Sanitaria Internazionale, Romana Gruppi Elettrogeni Cinematografici. Digital Imaging Partner: Canon. Sponsor tecnici: Italiana Assicurazioni, Hotel Eden Roma, Bonaveri. L’ideazione è di Equa di Camilla Morabito e il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura.

TUTTE LE INFO SULLA MOSTRA AL LINK: bit.ly/MostraSergioLeone

Articolo precedenteDaniele Faraotti declina la sua English Aphasia anche in vinile, ecco il video di “I Got the Blues”
Articolo successivoAlla scoperta di Ilario Maggi, giovane promessa della musica abruzzese