Live Report: Bryan Adams – Palalottomatica Roma, 6.12.2022

Se essere giovani non è una questione anagrafica ma uno stato mentale, ieri, 6 dicembre 2022, Bryan Adams ci ha dato una chiara dimostrazione di come ciò possa essere vero. L’artista canadese, sessantatré anni compiuti lo scorso 5 novembre, ha calcato il palcoscenico del Palalottomatica di Roma in occasione della seconda delle tre date italiane di questo tour 2023 in supporto all’ultima uscita discografica, “So Happy It Hurts“, e di tutto ci siamo accorti tranne che anche per lui passano gli anni. Ma andiamo con ordine.

L’attesa per il suo ritorno nel Bel Paese era tanta, d’altronde da queste parti è sempre stato amato e apprezzato a tutte le latitudini, ma anche perché c’è un nuovo album da portare in giro (che sta avendo un buon successo) dopo due anni di pandemia che ha lo costretto a rinviare le date tricolori precedentemente fissate sul calendario. E poi perché, più semplicemente, le canzoni di Adams non hanno età.

Sembra ieri che molti di noi, in età da liceo o immediatamente dopo, ci emozionavamo con struggenti ballate come “Heaven“, “Please Forgive Me” o “(Everything I Do) I Do It for You“, oppure indossavamo giubbini e jeans e Converse per sentirci rocker all’altezza di hit come “Back to You” o “Summer of ’69“. Chi voleva, e poteva, si faceva crescere il ciuffo ribelle ai lati degli occhi per provare ad assomigliargli un pochino di più.

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La musica del nativo di Kingston è passionale, animata da sane e pure emozioni che si riverberano in note e in ritornelli impossibili da dimenticare. Ha cullato i sogni di milioni di adolescenti che ora sono adulti e continua, convinto più che mai, nel suo credo, nella sua rock’n’roll mission, come sempre supportato dal fedele amico e compagno di band, Keith Scott. Che bello vedere un Palalottomatica colmo di famiglie, di genitori con bambini al seguito, di persone anche in là con gli anni. Sì, forse è vero: solamente la musica ha il potere di fermare il lento e inesorabile incedere del tempo.

Quando si spongono le luci e appare sul palco, Bryan Adams è accolto da un boato di approvazione. Anche lui non nasconde l’emozione. Forse non può, forse non vuole, forse non gli interessa mostrarsi indifferente di fronte al suo pubblico. Egli stesso, nel recente passato, ha esplicitamente dichiarato di suonare ancora perché la fuori, in giro per il mondo, c’è chi vuole ascoltarlo. Non è una crisi di mezza, non sarebbe da lui che, invece, sul volto manifesta sì il “peso degli anni” (volutamente tra virgolette) ma nel cuore è ancora un eterno adolescente.

Voglio essere giovane per il resto della mia vita, mai dire no – provare ogni cosa due volte, finché gli angeli non vengono e mi chiedono di volare. Avrò 18 anni fino a quando morirò… 18 fino a quando morirò“, canta con travolgente passione. Non servono scenografie complesse e neanche effetti speciali per dare ulteriore fiato alle emozioni che i suoi brani provocano nei presenti. Occorre l’occhio di bue, quello si, per illuminarlo su una versione acustica di “Here I Am” e sulle eterne ballate che ne hanno certificato lo status di icona generazionale del rock e, anche e soprattutto, degli eterni innamorati.

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I cellulari, oltre che a filmare video ed a scattare foto ricordo, servono anche per creare atmosfera in un palazzetto buio, illuminato solo dalle luci delle torce degli smartphone. Una coreografia capace di creare quella profonda intimità tra gli spettatori, tutti uniti ad ascoltare il rocker ed a celebrarne le qualità artistiche. Quasi due ore di concerto per un set composto da venticinque brani, alcuni dei quali anche su richiesta del pubblico, per consegnare alla storia il concerto capitolino. Non prima di aver dato l’arrivederci alla prossima.

Setlist

  1. Kick Ass
  2. Can’t Stop This Thing We Started
  3. Somebody
  4. One Night Love Affair
  5. Shine a Light
  6. Heaven
  7. Go Down Rockin’
  8. It’s Only Love
  9. You Belong to Me
  10. The Only Thing That Looks Good on Me Is You
  11. Here I Am
  12. When You’re Gone
  13. (Everything I Do) I Do It for You
  14. Back to You
  15. 18 til I Die
  16. Summer of ’69
  17. Flying
  18. Heat of the Night
  19. I’ll Always Be Right There
  20. Cuts Like a Knife

    Encore:
  21. So Happy It Hurts
  22. Run to You
  23. Can’t Take My Eyes Off You (Frankie Valli cover)
  24. Straight From the Heart
  25. All for Love (Bryan Adams, Rod Stewart e Sting cover) 

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Fondatore e direttore responsabile del magazine The Walk Of Fame. Nato e cresciuto in Abruzzo, è diventato giornalista pubblicista dopo aver completato gli studi in Giurisprudenza. Appassionato di musica, cinema e teatro, avrebbe sempre voluto essere il Will Smith di Indipendence Day o, tutt'al più, Aragorn de "Il Signore degli Anelli". Vola basso.