“Sold out pilotati” e “artisti finiti nel trita carne”: qualcuno salvi la musica italiana

Le nuove generazioni lo definirebbero senza pietà un “boomer”. Un po’ per l’età, un po’ per alcune dichiarazioni del tipo “ai miei tempi”. Antonello Venditti torna infatti a gamba tesa sul tema dei sold-out di giovani cantanti come Angelina Mango e Sangiovanni.
“I ragazzi che oggi fanno musica sono fragili – sostiene Venditti – non hanno l’esperienza, le spalle coperte, la cultura sufficiente per farcela da soli. Pensate a Sangiovanni, alla Mango. Loro stanno in un mondo che è un vortice, un frullatore. Nasci con il sold out incorporato, ma il sold out è una conquista, una cosa che quando lo fai è bellissimo”.
Non è la prima volta che il cantautore, icona delle notti prima degli esami, con fare paternalistico dice la sua sulla situazione e le carriere degli artisti più giovani. Lo scorso anno infatti dichiarò: “io so fare quello che fanno loro, ma loro non sanno fare quello che faccio io. A differenza nostra, loro sono trafitti dalle scadenze, hanno paura di essere dimenticati. E prendi Annalisa: è una bravissima cantante, ma è stata costretta dal mercato a diventare altro da sé stessa. Anche Angelina Mango. Interpreti fantastiche e poi c’è qualcuno che decide il suono per tutti”.
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Il Venditti in chiave papà nell’intervista in questione si riferiva alla situazione di Sangiovanni e Angelina Mango che a suo parere andavano protetti dalla troppa euforia causata dal successo, dal dover rispettare certe aspettative che porterebbero ad alti e bassi per finire poi in tendenze suicide.
Un colpo al cerchio e uno alla botte. Come a dire che la gavetta è obbligatoria anche per garantire una salute mentale difensiva nei confronti degli scombussolamenti che causerebbe il successo. Le nuove leve, sembra voler dire l’autore dell’inno della Roma, nascono già con il successo, con i palazzetti pieni e non sarebbero abituati alle file vuote davanti a loro che farebbero apprezzare ancor di più le conquiste e soprattutto, nel tempo, affrontare le sconfitte. Qualcuno ci vede del rosicamento, come direbbero a Roma. Come Donatella Rettore, che mesi fa commentò così su Il Fatto Quotidiano il discorso di Venditti sui colleghi, specialmente donne, più giovani: «Antonello Venditti ce l’ha e ce l’aveva pure con me. Se mi sono data una risposta? No. Ma questi uomini farebbero meglio a star zitti e lasciare che i giovani facciano la propria strada. Gino Paoli si girava dall’altra parte ogni volta che mi vedeva. Ma sai cosa penso? Che solo il tempo dà ragione. Io sono ancora qua dopo 40 anni, ad esempio. Angelina Mango e Annalisa sono bravissime, sono delle spugne, fanno bene a non mettere paletti intorno e ad aprirsi. Cantano benissimo. Il tempo darà ragione a loro».
Il tema dei sold-out in questi giorni sta riscuotendo particolare attenzione anche per le parole del cantante dei Tiromancino, Federico Zampaglione, che in un post social ironico ha voluto spiegare come determinati artisti raggiungerebbero il pienone negli stadi e nei palazzetti. Tutto, si legge, sarebbe merito degli agenti che in parte metterebbero alle corde i loro assistiti promettendo le stelle ma, mettendoli poi davanti al fatto compiuti di vendite scadenti, li obbligherebbero a pagare per gran parte delle spese delle location poiché la maggior parte dei biglietti invenduti andrebbe “regalato” a sponsor o persone vicine in modo da riempire i posti del concerto.
Una staffilata niente male di un altro nome importante, nonché datato, della musica italiana che molto probabilmente si riferiva a giovani artisti che si ritrovano dopo neanche un album già a riempire palazzetti o addirittura stadi.
Insomma, viene da chiedersi, paternalismo o boomerismo?