• Musica
  • Cinema
  • Entertainment
  • Teatro
  • Speciali
  • Interviste
  • Libri
  • Attualità
  • News
  • A spasso nel tempo
  • Musica
  • Cinema
  • Entertainment
  • Teatro
  • Speciali
  • Interviste
  • Libri
  • Attualità
  • News
  • A spasso nel tempo
Home » Featured Teatro

Teatro di Roma, già definita la stagione 2025/2026. Oltre 70 produzioni tra inclusività e internazionalità

Redazione Posted On 10 Giugno 2025
0


0
Shares
  • Share On Facebook
  • Tweet It

“Tutto il Teatro“, questo è il claim della stagione 2025-2026 del Teatro di Roma, con cui si inaugura un percorso culturale dinamico a consolidamento del suo rinnovato assetto in Fondazione. La programmazione si proietta con decisione verso un futuro di apertura, internazionalità e inclusione, offrendo ai suoi pubblici un’esperienza multidisciplinare che connette la ricchezza della grande tradizione teatrale con le nuove frontiere della scena contemporanea.

Sotto la guida del Direttore Artistico Luca De Fusco, affiancato dal Presidente Francesco Siciliano e dal Direttore Generale Maurizio Roi, il Teatro si rilancia come un palcoscenico plurale e diversificato, con l’obiettivo di integrare le direttrici artistiche in un unico tessuto programmatico, per affermare con forza il potere aggregante e riflessivo dell’arte dal vivo nel cuore del dibattito contemporaneo.

La visione artistica di De Fusco, al suo secondo anno di direzione, si traduce in una programmazione che valorizza le vocazioni specifiche di ogni spazio – Argentina, India, Torlonia e, presto, il restaurato Valle – innervando proposte artistiche, attività culturali, originali formati produttivi di rappresentazione e interazione con il pubblico, la città e la comunità artistica.

Con oltre 70 titoli in cartellone – tra cui 28 produzioni e coproduzioni nazionali e internazionali e 25 ospitalità, arricchite da 17 spettacoli per le nuove generazioni, di cui 3 di produzione – la Stagione intreccia la maestria di artisti autorevoli, la forza della sperimentazione e l’energia di una nuova generazione di talenti emergenti, in un equilibrio dinamico tra creazione e sinergia.

Questo equilibrio riflette la precisa volontà di dialogo tra il patrimonio classico e le voci più significative della nuova drammaturgia, con aperture verso prospettive internazionali, per irradiarsi attraverso una Stagione che si propone di esplorare la complessità dell’esperienza umana, le sfide del presente e le tensioni della società contemporanea. Le direttrici produttive: identità e riflessione negli spazi del Teatro

Tre direttrici produttive delineano il disegno artistico della Stagione, ciascuna progettata per esaltare l’identità specifica di ogni spazio e stimolare una profonda riflessione sul presente, sulle dinamiche umane e sulla memoria storica del Paese.

All’Argentina – casa del grande teatro dove la tradizione incontra l’innovazione – un focus sulla famiglia è esplorato e approfondito con spettacoli classici e contemporanei che ne indagano le dinamiche più intime, offrendo uno specchio delle trasformazioni sociali.

All’India – fucina di sperimentazione e ricerca – continua il dialogo con le più recenti voci della drammaturgia contemporanea, attraverso riscritture che illuminano il presente con la forza delle loro tematiche universali.

A Torlonia – scrigno di narrazioni al femminile e cuore del teatro di parola da camera, concentrato sulla letteratura e sulle sue sfumature più intime – si propone un affondo nell’universo creativo femminile esplorato nelle sue sfaccettature artistiche attraverso autrici, registe e interpreti di storie di forza, resilienza, lotta e profonda introspezione.

Produzioni: nuove voci e creatori della scena.

L’impegno produttivo del Teatro di Roma si concentra su due fronti complementari.

Il primo fronte riguarda la produzione delle opere di maestri della regia, capaci di muoversi tra classicità e audace sperimentazione, rinnovando la scena dell’Argentina con una forte impronta autoriale che affonda nelle fragilità umane. Tra le proposte: la nuova regia di Luca De Fusco a confronto con il capolavoro eduardiano, Sabato, domenica e lunedì, primo affondo sulla famiglia; seguono l’ingegno scenico di Filippo Dini che illumina di nuove profondità e risonanze Il Gabbiano di Čechov, la vivacità poliforme di Arturo Cirillo al servizio di Marivaux nel sottile gioco metateatrale de Le False Confidenze, la versatilità interpretativa di Maria Paiato che si incarna, sotto la guida di Andrea Chiodi, nel tiranno shakespeariano Riccardo III, lo sguardo acuto sulle dinamiche relazionali di Valerio Binasco in Circle Mirror Transformation del Premio Pulizer Annie Baker, fino al tocco registico sospeso di Massimo Popolizio nel ritratto d’artista di Prima del temporale, interpretato da Umberto Orsini, a cui si aggiunge la ripresa di Furore.

Il secondo fronte è rappresentato da un deciso investimento sulla drammaturgia contemporanea emergente, sostenendo e valorizzando giovani talenti che con stili innovativi e scritture originali sanno connotare la stagione, profondamente immersi nei processi del teatro e del nostro tempo.

A India, capofila di questa direttrice è la produzione internazionale, Festa, un progetto di dialogo interculturale con la Georgia, firmato dal giovane talento Leonardo Manzan che, nella forma rituale del brindisi georgiano, costruirà un ponte artistico tra culture distanti, riflettendo sulle attuali dinamiche geopolitiche e le aspirazioni europee. A questa produzione si affianca una vivace partitura di nuove voci autoriali in ascolto delle urgenze del presente, tra cui l’estro narrativo di Francesca Astrei sul tema del revenge porn in Mi manca Van Gogh; la scrittura dissacrante di Niccolò Fettarappa sulle relazionali contemporanee in Orgasmo; la sapienza registica di Carlo Sciaccaluga dentro gli oscuri meccanismi di potere e di genere de La Chunga; fino alla riscrittura shakespeariana di Matilde D’Accardi con La lezione di Falstaff, sul conflitto generazionale, diretta a Torlonia da un altro giovane di ingegno e visione scenica come Tommaso Capodanno.

In questo stesso contesto, si apre anche una riflessione sulla giustizia, che lega l’esplorazione delle dinamiche di potere nella messinscena di Misura per Misura – con la regia di Giacomo Bisordi su una nuova versione firmata da Chiara Lagani – all’indagine sulla fragile linea tra giustizia e moralità del progetto Le verità sospese. Curato da Goffredo Buccini, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera, e da Alessandro Barbano, direttore editoriale de L’Altravoce dell’Italia-Quotidiano del Sud, questo progetto propone un gioco drammaturgico che intreccia parallelamente la trama shakespeariana con il dibattito su tre casi giudiziari italiani ancora aperti: Marta Russo, Sarah Scazzi e Bettino Craxi.

A questi si affiancano a Torlonia l’approccio fluido di Mario Scandale sulla figura iconica di Gertrude, finalmente protagonista, la ricchezza espressiva di Sonia Bergamasco ne La principessa di Lampedusa, la sensibilità evocativa di Lucia Rocco con Le Notti Bianche dentro solitudini e desideri inespressi dell’animo umano; infine il ritorno a India dell’ecletticità narrativa di Valerio Aprea nell’esplorazione dei riti di passaggio in Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta.

Ospitalità: uno sguardo multiculturale sulle fragilità del presente

Una nutrita offerta di ospitalità arricchisce la programmazione, restituendo l’attualità di scritture e linguaggi dal segno multiculturale, sempre con uno sguardo attento alle fragilità del nostro tempo.

All’Argentina si inanellano la potente espressività di Emma Dante, che scuote le coscienze svelando le nevrosi familiari in Re Chicchinella; la visione di Carlo Sciaccaluga sulla disillusione del sogno americano in Morte di un commesso viaggiatore; l’acume affabulatorio di Stefano Massini alle radici dell’odio in Mein Kampf; l’immersione del maestro Gabriele Lavia nelle dinamiche familiari di Lungo viaggio verso la notte.

A India, la sperimentazione contemporanea spazia dalle deflagranti energie del teatro indipendente, con I Pesci in Supernova e l’indagine identitaria di Nicola Russo in Acanto, alle avanguardie performative che indagano memoria, corpo e storia collettiva con Muta Imago in Atomica e con l’irriverente graffio drammaturgico di Babilonia Teatri in Abracadabra.

Il percorso approda poi a riletture coraggiose di classici e contemporanei che mettono a nudo le debolezze dell’essere, proponendo creazioni che intrecciano tra loro: la visione onirica di Societas su Buchettino, l’energia performativa di Sotterraneo con Il fuoco era la cura, la meditazione sui meccanismi teatrali di Gabriel Calderón con Francesco Montanari in Storia di un cinghiale. Qualcosa su Riccardo III, l’idea di inclusività con cui Davide Iodice reinventa Pinocchio come emblema della diversità, e ancora, la rilettura dirompente con cui Liv Ferracchiati libera Tre sorelle nelle nevrosi del presente, l’identità precaria di Francesco Alberici con BIDIBIBODIBIBOO e la lettura incisiva di Roberto Cavosi sulle debolezze del potere in Sissi l’imperatrice.

Infine, sguardi multiformi sulle ferite del presente: dalla celebrazione della vita del dispositivo performativo del duo Fabrizio Arcuri/Filippo Nigro in Every brilliant thing, a cui segue in complicità Il presidente sulla natura del potere; all’introspezione di Massimo Luconi in Un dettaglio minore per un parallelo doloroso con la tragedia palestinese; al potente atto di memoria civile con cui Saverio La Ruina in Mistero a Crotone evoca il dramma del naufragio di Cutro; fino alla tagliente ironia registica di Ferdinando Ceriani in Vacanze di guerra sulla morbosità di una società che mercifica il dolore dei conflitti.

A Torlonia un’offerta vivace e multiforme di ospitalità ritma la programmazione, dedicata al talento creativo femminile e al teatro di parola attraverso lo sguardo di autrici e registe: dall’ironia femminista di Luisa Merloni in Anzian prodige all’Ismene fragile e lontana dall’eroismo di Elena Arvigo; dai ritratti femminili firmati da Angela Dematté con Sarfatti e Carlotta Viscovo con L’estasi della lotta; fino al lascito della parola come resistenza di Oriana Fallaci nel melologo sonoro di Elena Bucci in Nella lingua e nella spada, e al coraggio civile di Palma Bucarelli nella penna di Cinzia Spanò; in dialogo trasversale sui sentimenti universali si inseriscono la laica rilettura di Erri De Luca In nome della madre con Galatea Ranzi che restituisce il coraggio di Miriàm/Maria di fronte al mistero della maternità, e l’esplorazione dell’amore e del dolore di Alessandro Bandini nelle lettere di Testori in Per sempre. Tra le interpreti, Mersila Sokoli esalta la ribellione femminile nella Giovanna D’Arco di Spaziani, attraverso la visione intima e antiretorica di Luca De Fusco.

Inoltre, prende la scena lo Yorick Festival!, ideato da Leonardo Petrillo e dedicato al celebre buffone shakespeariano, per celebrare lo spirito del Carnevale e il rovesciamento delle convenzioni, attraverso una serie di eventi artistici che si pongono come un invito a riflettete sulla “follia” necessaria per affrontare il presente e meditare sulla vanità del mondo.

Uno sguardo internazionale: coproduzioni e ospitalità di respiro globale

L’affaccio sullo scenario estero si amplia con coproduzioni internazionali a cui segue un denso cartellone di ospitalità.

Protagonista di questo impegno produttivo d’oltreconfine è il regista tedesco Thomas Ostermeier, figura di riferimento del teatro europeo e direttore della Schaubühne, che all’Argentina rilegge Ibsen in chiave moderna e con implacabile lucidità per svelare le ipocrisie borghesi in The Wild Duck, esplorando la complessità della verità incondizionata.

Gli intricati legami affettivi e la sete di dominio emergono, invece, nel dittico del regista Claudio Tolcachir, indiscusso protagonista della scena argentina e fondatore del Teatro Timbre 4 a Buenos Aires, con gli spettacoli Los de Ahi e Rabia ospitati all’India. Questo stesso palcoscenico sarà impreziosito dal poetico teatro di figura del sodalizio artistico tra la marionettista belga-russa Natacha Belova e l’attrice e regista cilena Tita Iacobelli che, elevando il burattino a metafora dell’animo umano, propongono un dittico di opere che toccano le corde più profonde dell’esistenza: Tchaïka (4/5 marzo), un gradito ritorno, come ode alla fragilità attraverso un viaggio cechoviano nell’eco dei ruoli che siamo chiamati a interpretare; e Loco (7/8 marzo), una creazione ispirata a Gogol’ sulla ricerca di identità e il bisogno di recitare un ruolo, al limite tra vero e immaginario.

La danza entra in risonanza con i temi del progetto artistico, al servizio di una riflessione non stereotipata sulle istanze del presente, a partire dal palco dell’Argentina con la coproduzione internazionale del coreografo norvegese Alan Lucien Øyen, che presenta Antigone, una sinfonia poetica sul mito di Sofocle e i temi di dovere e potere con i ballerini della sua compagnia winter guests, assieme ai danzatori del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch e Antonin Monié dell’Opera di Parigi; mentre in corealizzazione con Romaeuropa Festival, si propongono creazioni che riflettono sulle sfide del mondo con cerimoniali onirici e totalizzanti: l’artista belga Miet Warlop che, in INHALE, DELIRIUM, EXHALE, fonde danza e arti visive in un rituale immersivo sulla precarietà dell’esistenza, e la coreografa brasiliana Lia Rodrigues che in Borda celebra la forza collettiva e le radici urbane con un vibrante arazzo di corpi.

Completa questo sguardo internazionale, sempre in alleanza corealizzativa con Romaeuropa Festival, la prosa delicata di Caroline Guiela Nguyen nella fiaba moderna Valentina, sulle dinamiche tra verità e menzogna nella sfera familiare.

Impegno formativo e comunitario: il Teatro per tutti

L’impegno produttivo si declina anche in progetti formativi e performativi, come il Corso di perfezionamento per attori diplomati, con laboratori condotti da artisti della scena teatrale che confluiscono in aperture pubbliche in forma di saggi e spettacoli; a cui si aggiunge un caleidoscopio di attività e proposte che contribuiscono a contrastare la povertà educativa minorile e la marginalizzazione, come il progetto d’integrazione del Laboratorio Piero Gabrielli fra scuola, teatro e disabilità, con la produzione degli spettacoli Ending e Storie di Natale, e la sezione per le nuove generazioni declinata in un’articolata stagione di spettacoli per ragazzi e il Festival Contemporaneo Futuro curato da Fabrizio Pallara.

Per rinnovare il senso di comunità, il Teatro di Roma propone sconfinamenti tra le discipline con cicli divulgativi, tra cui: Luce sull’archeologia (XII edizione dal titolo “Roma madre del mondo”. Epica, potere, humanitas), Quando la scienza fa spettacolo (III edizione), Tra psiche e mito. Dialoghi sull’essere (II edizione) e Lo spazio in versi (II edizione).

L’offerta si arricchisce con: Visite Spettacolo per coinvolgere i cittadini e format che accompagnano la visione attraverso la partecipazione attiva del pubblico, tra cui Talk e incontri (anche con gli under 25 e il progetto Young Board, in collaborazione con Dominio Pubblico), Atelier per i cittadini, Blitz nelle scuole e università, Contest teatrali e approfondimenti sulla scrittura con Circoli di lettura; vengono proposte attività per studenti e insegnanti all’interno della Mappa della città educante. Inoltre, un’offerta di percorsi espositivi, eventi frontali e podcast mantiene viva la memoria del Valle in attesa della sua riapertura.

“Mondi Sonori”: il Festival tra musica, racconto e scoperta

Correlati

0
Shares
  • Share On Facebook
  • Tweet It




You may also like
Roma a Teatro: guida agli spettacoli dal 3 all’8 giugno
3 Giugno 2025
Roma a Teatro: guida agli spettacoli dal 27 maggio al 1 giugno
27 Maggio 2025
Roma a Teatro: guida agli spettacoli dal 20 al 25 maggio
19 Maggio 2025
"The End": Tilda Swinton e Michael Shannon nel film post apocalittico di Joshua Oppenheimer (trailer)
Read Next

"The End": Tilda Swinton e Michael Shannon nel film post apocalittico di Joshua Oppenheimer (trailer)

  • Popular Posts

    • 1
      Ultimo e la dedica a Ed Sheeran dopo il duetto a Roma: “Lo racconterò per tutta la vita. Grazie per le cose che mi hai detto”
    • 2
      Bologna torna il ‘Sequoie music park’ con un’edizione da record. Dai Fontaines Dc a Lucio Corsi
    • 3
      “Cinema, chi?” – Il Taormina Film Festival 2025 tra passerelle vuote e premi senza peso

  • Seguici sui Social


  • Home
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Home
  • La redazione
  • Privacy Policy
© Copyright 2024 - Associazione Culturale EREBOR - Tutti i diritti riservati
Press enter/return to begin your search