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Roma a Teatro: guida agli spettacoli dal 21 al 26 ottobre

Domenico Paris Posted On 21 Ottobre 2025
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Ai nastri di partenza una nuova settimana ricca di appuntamenti nei teatri romani, tra classici intramontabili, spettacoli di culto e interpreti d’eccezione. Ecco i nostri soliti consigli del martedì, sperando che gli appassionati della ribalta possano trovarli utili e scegliere gli spettacoli più adatti al proprio gusto e alla propria sensibilità.

Un ottimo Ferdinando Bruni veste i panni del vituperato Antonio Salieri in “Amadeus”, dal 23 ottobre al 2 novembre all’Ambra Jovinelli. Tratto dal testo di Peter Schaffer (la versione è curata dallo stesso Bruni insieme a Francesco Frongia), lo spettacolo si presenta come un sogno tragicomico che piano piano assume i contorni perturbanti dell’incubo, scavando nei ricordi del compositore di Legnago il cui nome è indissolubilmente legato a quello di Wolfang Amadeus Mozart (qui interpretato da Daniele Fedeli).

Da stasera e fino al 26 ottobre, all’India, va in scena “Buchettino” della Societas Raffaello Sanzio, che a 30 anni dalla sua uscita è divenuto un autentico cult internazionale rappresentato in ogni angolo del globo e amato da milioni di bambini. Tratto dalla favola di Perrault, verrà letto da Maria Bacci Pasello.

Dal rivoluzionario film di Baz Lurhmann prende vita “Moulin Rouge!”, il nuovo, attesissimo musical firmato da Romeo Massimo Piparo, che debutta il 23 ottobre al Sistina Chapiteau (via Tor di Quinto 98-100) con Diana Del Bufalo e Luca Gaudiano impegnati nei ruoli dei due tragici amanti Satine e Christiane accompagnati da una nutrita orchestra dal vivo.

Imperdibile il 26 ottobre al Tor Bella Monaca, “Pasolini/una storia romana” con il grande Massimo Popolizio (spalleggiato in scena dal violoncello di Giovanna Famulari) che intreccia la biografia di Pier Paolo Pasolini con i suoi testi più celebri.

Dal 23 ottobre al 2 novembre, “Giovanna D’Arco” di Maria Luisa Spaziani inaugura la nuova stagione del Torlonia, con una rivisitazione intrigante e moderna della vicenda umana della Pulzella di Orleans che ne esalta la grande carica umana e dissidente. Protagonista la talentuosa Mersila Sokoli (premio Le Maschere 2025 come Miglior Emergente), la regia invece è affidata al direttore artistico del Teatro di Roma Luca De Fusco.

Dal 22 al 26 ottobre, prima nazionale al Vascello per “Frankenstein diptych (love story+history of hate)“, la nuova creatura di Motus, ideato e diretto da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, in cui la storia della celebre creatura nata dalla penna di Mary Shelley, diventa un’occasione per riflettere sulle polarità dell’esistenza umana -amore e odio, creazione e distruzione, desiderio e rifiuto- interrogando le fragilità che definiscono la nostra condizione contemporanea.

Medesima programmazione all’Arcobaleno, dove la nuova stagione si apre con “Oreste”, la tragedia di Euripide che indaga in modo impareggiabile sul sacro e sul rapporto tra uomini e divinità che sembra sempre lasciare i primi in completa balia della propria solitudine e finitudine. Con Andrea Tidona e Marco Imparato, per la regia (e l’adattamento) di Alessandro Machìa.

Primo appuntamento extra stagione al Parioli, dove dal 24 al 26 ottobre c’è “Bacco, Tabacco… E Cenere! Poco Diritto e Molto Rovescio”, con Patrizia Pellegrino, Salvo Buccafusca e Angela Melillo impegnati in una divertente commedia in cui un ricco e integerrimo magistrato single e in pensione viene “insidiato” da due seducenti vicine di casa desiderose di conquistarlo e di spartirsi la sua eredità.

Due date, il 25 e il 26 ottobre al Vittoria, per “In bocca al lupo, viva il lupo!”, con Massimo Wertmuller alle prese con un viaggio sentimentale e teatrale che racconta il millenario rapporto tra il lupo e l’uomo nel corso della storia. Ad accompagnarlo, le musiche composte ed eseguite dal vivo dal Maestro Pino Cangialosi.

Doppio appuntamento al Basilica: il 22 e il 23 ottobre “Black Mountains” di Simone Bevilacqua, in cui la storia, antica e contemporanea, si intreccia con il mito dando il là ad una significativa riflessione sulla crisi ambientale che stiamo vivendo e sul nostro rapporto con il pianeta; il 25 e il 26 ottobre, invece, “Arlecchino servitore del prodotto interno lordo” di e con Filippo Renda, una feroce favola sulla servitù volontaria al capitale, che ci fa interrogare sulla scomparsa dei luoghi per la condivisione sociale e sulla mercificazione dell’animo umano.

Consueto doppio appuntamento anche a Spazio Diamante, dove dal 24 al 26 ottobre sono in scena: nella Sala Black “Ancora non mi è morta”, un’intrigante pièce sul tema del desiderio femminile diretto da Gabriela Eleonori; nella Sala White, invece, “L’Oreste” di Francesco Niccolini, uno spettacolo struggente e originalissimo tra dramma e comicità dedicato all’indimenticabile figura di un internato presso il manicomio di Imola. Con Claudio Casadio.

Da stasera al 2 novembre, alla Sala Umberto, arriva un grande classico (da molti considerato come la “commedia perfetta”), “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde, con Lucia Poli, Giorgio Lupano, Maria Alberta Navello e Luigi Tabita diretti da Geppy Gleijeses.

Al De’ Servi, ancora da stasera al 2 novembre, c’è “Va quasi tutto bene” di e con Andrea Bizzarri, una divertente commedia metateatrale in cui l’arrivo di un influente impresario alle prove di uno spettacolo, innesca una serie di incontrollabili colpi di scena.

Stesse date al degli Audaci per un altro classico senza tempo, “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, che torna dopo il successo ottenuto nel 2017 e sempre con la regia e l’interpretazione di Flavio De Paola.

Ancora il 23 dicembre, apre ufficialmente la nuova stagione dell’Ateneo con “TITANS” di Euripides Laskaridis/Compagnia Osmosis, una favola potente e visionaria che intreccia performance, danza e teatro visivo, scandagliando con ironia e poesia il nostro rapporto con il divino e la fragilità umana.

Infine, 17 giovani attori in scena per raccontare la ribellione e l’anticonformismo tipici dei giovani italiani di fine anni ’60 del Novecento in “Le belle notti” di Gianni Clementi, diretto da Claudio Boccaccini. Dal 23 al 26 ottobre al Marconi.

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