Live report. Ed Sheeran all’Olimpico di Roma: una notte magica tra emozioni e ottantamila voci

C’era una volta in cui, guardando certi artisti che oltremanica riempivano stadi da centomila persone, provavamo un pizzico d’invidia. Per i numeri, sì, perché l’eterno interrogativo del perché da noi, nel Bel Paese, non si riuscissero a replicare simili portate di pubblico apriva a tutta una serie di considerazioni più o meno valide. Eppure il trend si sta piano piano allineando anche da noi e, se in questi giorni il Firenze Rocks conferma di essere punto di riferimento per la scena internazionale, lo stadio Olimpico di Roma ha risposto presente alla calata tricolore di Ed Sheeran. E che risposta: ottantamila e più voci hanno cantato all’unisono i successi del ragazzo di Halifax, tra i più talentuosi artisti della sua generazione.
Emozionante, verrebbe da dire. Suggestivo, come minimo. Nella sua essenzialità ha dimostrato, ancora una volta, del perché è un musicista in grado di scalare classifiche, vendere centinaia di milioni di copie dei suoi lavori e riempire gli stadi e le arene di tutto il mondo. Tutto molto semplice da definire: è bravo, bravissimo, tanto carismatico quanto raffinato, con un perenne sorriso stampato sulle labbra e, al netto delle ballate di facile assimilazione, può attingere da una discografica con una qualità di brani tale da fare impallidire chi ha vent’anni di carriera in più. Ed Sheeran è un top player del cantautorato rock/pop internazionale. Ed è appena agli inizi.
Ottantamila persone. Ottantamila fan pronti ad applaudire all’unisono nel caldo torrido della Città Eterna. Roma ha accolto Ed Sheeran come un re della musica pop mondiale in quella che è stata molto più di una semplice data del Mathematics Tour 2025 ma qualcosa di vicino a una celebrazione collettiva di emozioni, ricordi, cori, luci e abbracci sotto le stelle.

I cancelli dello stadio che ospita le partite della Roma e della Lazio e del Sei Nazioni di Rugby, aprono alle 18 lasciando entrare una folla coloratissima e carica di attese. Il prato è un via vai di appassionati che cercano ristoro dalle alte temperature, le tribune sussultano in quegli scampoli di ombra che ci sono già prima che le luci si abbassino. Il palco, un enorme cerchio tecnologico nel cuore dello stadio, fa da fulcro a uno spettacolo pensato per non avere punti ciechi: ogni spettatore è al centro dell’esperienza, come se Ed stesse suonando per ciascuno, a tu per tu.
A dare il via allo show è Myles Smith, tra le rivelazioni della scena black britannica. Classe 1998, voce soul e presenza magnetica, Myles arriva sul palco con la semplicità di chi ha qualcosa da dire e la forza di chi ha lottato per conquistare ogni nota. Cresciuto a Luton con una madre single e tante sfide, oggi è uno dei nomi più promettenti della nuova musica Uk. E stasera, tra le luci romane, canta la sua “Wait for You” con un’intensità che commuove e travolgere con il ritornello “Stargazing”, il suo tormentone da oltre 800 milioni di streaming.
Poi le luci si abbassano di nuovo, e il boato è da brividi. Ed Sheeran sale sul palco da solo, armato della sua inseparabile chitarra acustica e della loop station che è ormai la sua firma stilistica. Nessuna band, nessun effetto speciale che non sia strettamente necessario: solo talento puro, voce e cuore. Parte con “Castle on the Hill” e da lì inizia un viaggio musicale che attraversa tutta la sua carriera, dai successi degli esordi passando per “Divide” fino ai brani più recenti come “Azizam” e il nuovo “Sapphire”, pubblicato pochi giorni fa e già cantato a memoria da migliaia di fan.

Durante il set, Ed si prende momenti per dialogare con il pubblico, scherza in un italiano incerto ma affettuoso e racconta quanto il nostro Paese sia stato fondamentale nella sua crescita artistica: dai primi tour nei piccoli club fino a queste notti monumentali negli stadi. Ogni canzone è una standing ovation. “Thinking Out Loud” è un momento da lacrime e accendini (o smartphone, ormai), “Shivers”, “Galway Girl” fanno letteralmente tremare il prato. E poi “Old Phone”, cantata da ottantamila voci come una sola, trasforma l’Olimpico in un gigantesco karaoke romantico sotto il cielo di giugno. E vabbè, la ballatona ci sta pure bene, dai.
Non mancano le sorprese: compare anche Ultimo come ospite all’Olimpico, con lui canta “Piccola stella” e “Perfect”, metà in inglese e metà in italiano. Peraltro, stamani Ed Sheeran ha incontrato Alfa. Le loro voci e chitarre, come mostra un video pubblicato sui social del cantautore genovese, si sono unite sulle note di ‘The A Team’, singolo del 2011.
Sul finale del concerto, Sheeran trova anche il tempo di indossare una maglietta dell’Italia. Poi lascia il palco dopo quasi tre ore, senza una sbavatura, visibilmente emozionato.
