• Musica
  • Cinema
  • Entertainment
  • Teatro
  • Speciali
  • Interviste
  • Libri
  • Attualità
  • News
  • A spasso nel tempo
  • Musica
  • Cinema
  • Entertainment
  • Teatro
  • Speciali
  • Interviste
  • Libri
  • Attualità
  • News
  • A spasso nel tempo
Home » Cinema Featured

Recensione. The Queen: una superlativa Helen Mirren nel ritratto intimo del potere in tempo di crisi

Antonella Valente Posted On 26 Luglio 2025
0


0
Shares
  • Share On Facebook
  • Tweet It

Ci sono film che raccontano una storia e poi ce ne sono altri che riescono a catturare un momento delicatissimo, quasi sospeso nel tempo, ed a restituirlo con una precisione e una sensibilità fuori dal comune. “The Queen“, del 2006, di Stephen Frears, appartiene senz’altro a questa seconda categoria. Non è solo un’opera ben costruita bensì un film che scava dentro le emozioni e i silenzi di una donna che ha rappresentato per decenni la stabilità e la tradizione britannica. Ed a renderlo davvero memorabile è l’interpretazione di Helen Mirren, che offre una delle prove attoriali più raffinate degli ultimi anni, certamente una delle sue migliori in senso assoluto.

Nel ruolo di Elisabetta II, Helen Mirren non si limita a imitarne i modi ma riesce a renderne palpabile l’animo. Come? Attraverso un gioco sottilissimo di sguardi, pause e gesti trattenuti ci mostra una sovrana combattuta tra il dovere istituzionale e il bisogno, sempre più impellente, di rispondere al sentimento popolare. C’è un’intera tensione emotiva compressa dietro il suo portamento rigido, un’umanità che traspare senza mai rompersi e, proprio per questo, risulta straordinariamente autentica.

Leggi anche: Settant’anni di metamorfosi: omaggio a Willem Dafoe, icona inquieta del grande schermo

Il film è ambientato nei giorni immediatamente successivi alla morte di Lady Diana, avvenuta nell’agosto del 1997 a Parigi. Mentre l’opinione pubblica è sconvolta e in cerca di conforto, la famiglia reale sceglie il silenzio, rintanandosi nel castello scozzese di Balmoral. È una scelta dettata dal protocollo, forse anche dalla confusione, ma interpretata dalla gente come freddezza e disinteresse. A farsi carico della mediazione tra la Corona e il Paese è il neo-premier Tony Blair, interpretato da Michael Sheen, che diventa il tramite tra due visioni del mondo: quella formale, trattenuta e istituzionale della Regina, e quella emotiva, pubblica e mediatica incarnata da Diana.

A dirigere questo equilibrio sottile tra pubblico e privato è Stephen Frears, uno dei registi britannici più sensibili e versatili. Con una regia sobria e precisa, Frears evita colpi di scena e forzature drammatiche preferendo una narrazione intima fatta di dettagli e atmosfere. La sceneggiatura, firmata da Peter Morgan (futuro autore di The Crown), costruisce un ritratto potente ma non caricaturale della Regina, e riesce a far dialogare la fiction con la realtà attraverso l’inserimento di filmati di repertorio. Diana non viene mai interpretata da un’attrice, ma rivive attraverso immagini d’archivio, un’assenza che si trasforma in presenza costante. Il resto del cast funziona altrettanto bene. James Cromwell è un Principe Filippo tagliente e sarcastico, Sylvia Syms regala profondità alla Regina Madre, e Michael Sheen disegna un Blair giovane e reattivo, che cerca un equilibrio tra rispetto per l’istituzione e comprensione del popolo. E proprio il popolo è il terzo protagonista del film, cioè quell’entità collettiva che piange, protesta, si commuove e si lascia guidare — o forse manipolare — dai media.

Al suo debutto alla Mostra del Cinema di Venezia, The Queen ottenne la meritatissima standing ovation, e Helen Mirren fu premiata con la Coppa Volpi. Quel riconoscimento fu solo l’inizio di una stagione trionfale che la vide vincere, in rapida successione, l’Oscar, il BAFTA, il Golden Globe e il SAG Award. Un plebiscito meritato: la sua regina è fragile, dignitosa, spaesata e sorprendentemente moderna. Una donna che, pur restando fedele al proprio ruolo, trova il coraggio di cambiare passo, anche se solo per un momento. The Queen è un film che fa riflettere. Non alimenta teorie complottiste, ma cerca la verità nel comportamento quotidiano di chi si trova a gestire una crisi emotiva sotto gli occhi del mondo. E anche se non rivela nulla che non sia già stato detto o scritto, lo fa da una prospettiva diversa: quella della solitudine del potere.

Non è un film di eventi, ma di stati d’animo. Chi è disposto ad ascoltare una storia già nota raccontata con rispetto, grazia e intelligenza, troverà in The Queen un piccolo gioiello. Merito, in gran parte, di una Helen Mirren maestosa: un Oscar che non celebra soltanto un’interpretazione ma un’intera carriera fatta di rigore, sensibilità e talento fuori dal tempo.

Leggi anche: “Io e Annie”: l’amore secondo Woody Allen, ovvero come sopravvivere alla memoria di ciò che non abbiamo capito

Correlati

0
Shares
  • Share On Facebook
  • Tweet It




You may also like
“La Roma Film Academy sarà partner Educational di Ora!Fest in Puglia”
1 Giugno 2023
Solos: Morgan Freeman, Helen Mirren e Anne Hathaway nella serie che racconta la solitudine umana
26 Giugno 2021
Solos: su Amazon Prime un cast stellare racconta la solitudine umana
23 Giugno 2021
A Cesena luci accese anche per Gaza, Rockin’1000 sfida la pioggia e l’indifferenza
Read Next

A Cesena luci accese anche per Gaza, Rockin’1000 sfida la pioggia e l’indifferenza

  • Popular Posts

    • 1
      A Ken Loach laurea ad honorem in Scienze Filosofiche all’università di Bologna
    • 2
      “Made in Heaven”: trent’anni dopo. L'epitaffio di Freddie Mercury nell'ultimo album dei Queen
    • 3
      "Le forme dell'umanità", al Mattatoio di Roma la mostra di Keisuka Matsuoke

  • Seguici sui Social


  • Home
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Home
  • La redazione
  • Privacy Policy
© Copyright 2024 - Associazione Culturale EREBOR - Tutti i diritti riservati
Press enter/return to begin your search