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Recensione. “Io sono Rosa Ricci”: l’educazione criminale della protagonista di “Mare Fuori”

Sara Paneccasio Posted On 23 Ottobre 2025
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Presentato alla Festa del Cinema di Roma e in uscita nelle sale il 30 ottobre, “Io sono Rosa Ricci” è il prequel della fortunatissima serie “Mare Fuori“, diretto da Lyda Patitucci.
Il film mescola le caratteristiche del thriller d’azione con venature da kidnap movie, un racconto di prigionia e riscatto che trasforma la storia di una ragazza in un vero e proprio “percorso di formazione”.

Nel cast, prevalentemente maschile, oltre agli apprezzatissimi Maria Esposito e Raiz nei panni di Rosa e suo padre, troviamo anche Andrea Arcangeli, Gennaro Di Colandrea, Jorge Perugorria, Gerardo De Pablos, Juan Daniel Straube, Simon Tizzoni ed Ernesto Montero.

Leggi anche: Recensione. “La lezione” di Mordini: dubbi, segreti e tensione senza tregua

La trama

Napoli, 2020. Don Salvatore e Rosa Ricci che escono rammaricati dall’istituto minorile dove Ciro sconta la sua condanna – esattamente l’Ipm di Mare Fuori.
Per distrarla, quella sera, Don Salvatore porta la figlia alla festa organizzata dal narcotrafficante sudamericano Augusthín, che sostiene di avere una figlia della stessa età, Angelica. Ma quando arrivano sul lussuoso yacht, Rosa scopre che non esiste nessuna Angelica: la festa è un pretesto per rapirla e chiedere a Don Salvatore un riscatto di venti milioni di euro.

Mentre il boss napoletano viene letteralmente gettato in mare, Rosa è portata su un’isola lontana, dove tutti parlano spagnolo. Spaventatissima, viene però trattata “con i guanti” (o almeno così ordina Augusthín): non viene mai legata né rinchiusa. D’altronde è segregata tra le rovine di un’antico villaggio intorno a un faro, circondata da filo spinato e dal mare che le toglie ogni via di fuga.

Mentre suo padre mobilita ogni risorsa per ritrovarla senza farsi scrupoli, Rosa affronta per la prima volta la solitudine e la minaccia reale. La sua innocenza lascia gradualmente spazio alla consapevolezza e alla determinazione: dentro di sé scopre una forza che non immaginava di avere.
A sorvegliarla, due piccoli criminali che lavorano per Augusthín e sognano di seguirlo a Napoli: il sadico Gabriel e il più gentile Viktor…

(l’articolo continua sotto la foto)

Un noir mediterraneo

“Io sono Rosa Ricci” mescola i toni del noir con quelli del gangster movie, di cui riprende tutti gli elementi tipici: spargimenti di sangue, reazioni violente, inseguimenti a bordo di auto sportive, feste di lusso, panoramiche su luoghi isolati e una costante tensione emotiva.
I colpi di scena sono a tratti prevedibili e spesso poco realistici – ma, come sottolinea la regista, “il film appartiene al genere action, che non punta al realismo”.

Non abbiamo riferimenti geografici certi sull’isola in cui è portata Rosa, tanto che lei stessa, a un certo punto, dubita di trovarsi davvero in Spagna. Dai titoli di coda scopriamo che le riprese sono avvenute in Sicilia, ma in conferenza stampa Patitucci chiarisce:

“Ho voluto ambientare questo film in un non-luogo, al contrario della serie che ha un impianto molto realistico. Porto questi due personaggi già noti al pubblico in un mondo completamente di finzione, che sposa il genere al 100%. Chiamo in ballo la criminalità sudamericana proprio per allontanarci dalle dinamiche a cui gli spettatori della serie sono abituati. Li ho portati in un mondo assolutamente lontano da casa, su un’isola che è un non-luogo per alimentare il forte desiderio di Rosa di tornare a casa, in un postoche conosce e dove si sente al sicuro.”

L’educazione criminale di Rosa Ricci

Il film ha una missione complessa: aggiungere sfumature a due personaggi già scolpiti nell’immaginario del pubblico, che da anni segue con affetto il legame tra Rosa e suo padre. Come spiega Lyda Patitucci, il prequel nasce per rispondere a una domanda precisa: cosa ha vissuto una ragazza di quindici anni per diventare così forte, consapevole e determinata quando la incontriamo per la prima volta in “Mare Fuori”?

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“Io sono Rosa Ricci” esplora così la doppia natura dei protagonisti, divisi tra vita criminale e fragilità umana. Lo sceneggiatore Luca Infascelli, che ha scritto il film con Maurizio Careddu, sintetizza:

“A noi piace definirlo l’educazione criminale di Rosa Ricci.”

L’attrice protagonista Maria Esposito racconta: “La Rosa che vediamo nel film è frutto di un grande lavoro con Lyda Patitucci: siamo dovute tornare indietro e decostruire un personaggio molto cresciuto in cinque anni. Questo tipo di lavoro è stato ancora più difficile rispetto a creare un personaggio nuovo. Questo film fa uscire fuori la sua umanità e spiega perché, all’inizio della serie, questa ragazzina è così tanto arrabbiata, come non si dovrebbe mai essere a 15 anni. E grazie a questo film, anche io ho capito meglio chi è Rosa Ricci, dopo cinque anni che la interpreto.”

Anche Raiz riflette sul cambiamento del suo Don Salvatore: “Il mio personaggio è cambiato in questo film, che definirei un’iperbole per due motivi. È l’iperbole di Mare Fuori perché è una super fiction, ma è anche un’iperbole del mio personaggio: ora si capisce perché Salvatore Ricci è così temuto (qui fa davvero cose orribili, oltre che a dirle) e viene fuori il suo aspetto più umano. Infatti lo vediamo come un padre disperato per sua figlia e scopriamo che ha addirittura un amico. Cambia anche nel volto, finalmente non vediamo più solo il grugno di Don Salvatore.”

Pur con qualche ingenuità narrativa, “Io sono Rosa Ricci” conquisterà i fan della serie riportando il pubblico alle origini di un personaggio ormai iconico, aggiungendo una dimensione più profonda e tragica alla sua storia. Lyda Patitucci firma un film che non cerca il realismo, ma l’intensità emotiva: un racconto di formazione travestito da action movie, che parla di paura, identità e ritorno a casa – ricordandoci che, anche nel mondo spietato di “Mare Fuori“, crescere significa sempre imparare a salvarsi… in qualche modo.

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