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Recensione. Headless – “Transitional Objects”

Domenico Paris Posted On 30 Ottobre 2025
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A distanza di quasi tre anni dalla loro ultima release, gli Headless sono tornati da qualche mese sul mercato con una nuova, articolata creatura, “Transitional Objects” (M-Theory Audio), che, piace sottolinearlo fin da subito, crea un importante scarto musicale rispetto ai loro precedenti lavori.

Innanzitutto va rimarcata una sterzata più decisa da parte di Walter Cianciusi e soci (che ora, perlomeno in studio, sono un quartetto) verso sonorità immediatamente più riconducibili al progressive metal, come si evince fin dal brano d’apertura “Weightless“, in cui una serrata e complessa intro strumentale (con una doppia cassa di sapore molto portnoyiano da parte di Enrico Cianciusi) prepara l’ingresso al cantato di Göran Edman e a una prima strofa in cui, al consueto gusto per la melodia, fa da contraltare un riffing sostenuto e imperniato su un’alternanza di pieni e vuoti che si sviluppa poi nel corso degli oltre quattro minuti successivi fino al fading finale.

Questo senso di incombente mutevolezza viene subito rafforzato dalla successiva “Losing Power“, “messa in campo” da possenti rullate e da una chitarra molto heavy che sembrano annunciare una classica metal song dall’incedere anthemico, mentre invece cedono presto il posto ad un’atmosfera più rarefatta prima di creare una piacevole alternanza soft and loud che dà un’identità singolare al brano, grazie anche alla vivacità interpretativa di Edman, qui particolarmente a suo agio sia nelle dinamiche più melodiche che in quelle più aggressive.

Medesimo attacco arrembante anche per “Fall to Pieces“, nella quale il basso pulsante di Martin Helmantel subito si aggancia alla campana del ride di Enrico Cianciusi per trascinarci in una energica cavalcata punteggiata qua e là da alcuni apprezzabili gorgheggi halfordiani del cantante svedese, che in questi oltre cinque minuti si dimostra in grado di creare una tessitura vocale a dir poco variegata.

I “cannoni” degli Headless continuano a furoreggiare anche nella successiva “Misery“, equipaggiata in partenza di un chitarrismo assai robusto che strizza l’occhio non soltanto a certo trash moderno ma anche all’alternative metal più rotondo. E, a proposito di chitarra, da segnalare un notevole assolo di Walter Cianciusi, che dà un bel respiro alla seconda parte della canzone.

Segue la traccia più “tranquilla” dell’intero album, “Still my thrill“, commosso omaggio dell’artista Marsicano al suo fraterno amico Cristian Marchionni, scomparso tragicamente nel luglio del 2023. Non una ballad nel senso tradizionale del termine, ma di certo una traccia dove gli Headless scelgono di posizionarsi su una partitura sonora ben riconducibile ad una matrice classic rock abbastanza distante dall’identità progressiva/aggressiva degli altri estratti. A riprova di ciò, da evidenziare ancora una volta il lavoro svolto dalla chitarra solista, il cui feeling è ben permeato dei tipici “umori sentimentali” propri della grande tradizione a sei corde dell’hard rock.

Anche la successiva “Refugee “offre un’atmosfera (pregevole) di calma, in cui a risaltare maggiormente sono la particolare linea melodica messa su da Edman, una vera e propria “griffe” in quanto a fantasia e gusto, e il ritmo quieto impresso da Enrico Cianciusi all’intera architettura sonora, una vera rarità considerando l’urgenza e la varietà del suo drumming negli estratti precedenti (e un po’ in tutti i lavori della band).

Sorprendente a dir poco “No One’s Waiting“: chi avrebbe mai immaginato un cantante come Edman, ben noto per la sua “adesione” ai paradigmi del cantato propri soprattutto dell’hard rock e dell’AOR, così a suo agio in un tracciato che richiama immediatamente (armonizzazioni comprese) il mai troppo compianto Layne Staley degli Alice In Chains? Eppure, ascoltare per credere, ci troviamo di fronte ad un esperimento assolutamente riuscito.

Così come quello della cover che chiude il disco, la megadethiana “I thought I knew It All“, nella quale il vocalist scandinavo fornisce una rivisitazione dietro il microfono di Dave Mustaine davvero apprezzabile, nonostante la siderale distanza stilistica e di approccio che lo separa dal Nume del trash. Questo episodio conclusivo (la cui scelta non deve sorprendere, essendo Walter Cianciusi uno dei due chitarristi di Dave Ellefson, coautore del brano e bassista storico del combo californiano), beneficia inoltre del pregevole assolo di chitarra di Andy Martongelli, impegnatissimo axeman veronese noto per il suo versatile virtuosismo sulla sei corde, prestato a molti grandi nomi della scena metal internazionale (e compagno di strumento di Walter Cianciusi nel progetto solista di Ellefson).

In chiusura, piace sottolineare anche la bellissima copertina (realizzata da Brian Lewis di Stone Graphics) di cui è dotato questo Transitional Objects, in cui sull’inquietante orsacchiotto viola di peluche rotto e sdrucito al centro dell’immagine incombono dei fulmini all’orizzonte che sembrano non promettere niente di buono. Come a dire che, spesso, anche ciò che può aiutare a infondere sicurezza e stabilità (gli “oggetti transizionali” sono appunto quelli che i bambini utilizzano per trovare conforto in situazioni di difficoltà e paura.) può non bastare contro i rovesci improvvisi della quotidianità.

Tirando le somme, ci troviamo di fronte ad un full lenght di indubitabile spessore, compositivo, interpretativo e lirico, con il quale gli Headless aprono un nuovo corso della loro carriera che, gli auguriamo, possa riservargli presto delle meritate soddisfazioni. Inutile chiosare che il nostro augurio è anche quello di poter presto scoprire quale possa essere la resa live di questo Transitional Objects. Magari in qualche contesto prestigioso, come potrebbe essere quello offerto dai grandi festival metal estivi che da un po’ di anni a questa parte interessano ogni angolo d’Europa. Speriamo bene!

Tracklist

01. Weightless
02. Losing Power
03. Fall To Pieces
04. Misery
05. Still My Thrill
06. Refugee
07. No One’s Waiting
08. I Thought I Knew It All (feat. Andy Martongelli)

“Still My Thrill”, l’omaggio degli Headless all’amico scomparso (video)

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