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Recensione. Carolina Crescentini è “Mrs. Playmen”: libertà, scandalo e coraggio negli anni Settanta

Sara Paneccasio Posted On 22 Ottobre 2025
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Alla Festa del Cinema di Roma è stata presentata in anteprima “Mrs. Playmen“, la nuova serie di Riccardo Donna in sette puntate, che uscirà solo su Netflix il 12 novembre.

Al centro del racconto c’è Adelina Tattilo (una più che convincente Carolina Crescentini), direttrice della prima rivista erotica italiana “Playmen ” e figura rivoluzionaria nella Roma conservatrice e moralista degli anni Settanta.

La trama

Quando lo spregiudicato marito, Saro Balsamo (Francesco Colella), la abbandona lasciandola sola ad affrontare i creditori e li poliziotti della Buon costume, sorpresa di essere stata nominata come unica proprietaria di un impero sull’orlo del collasso, Adelina non si arrende. Reinventa “Playmen” trasformandola in una pubblicazione sofisticata e all’avanguardia e, sfidando il maschilismo radicato dell’epoca, riunisce attorno a sé un team di intellettuali brillanti, creativi audaci e fotografi visionari. Insieme, abbattono tabù, provocano l’establishment e accendono una rivoluzione culturale, numero dopo numero, scandalo dopo scandalo.

Scoprire il proprio coraggio

In un ambiente dominato dagli uomini, Adelina trasforma la fragilità in forza e la sconfitta in occasione di riscatto, diventando l’immagine di un cambiamento che parte dal privato per riflettersi nel sociale. Lanciando (letteralmente) una moneta la futura “Mrs. Playmen” inizia una nuova vita, ma anche l’inizio di una rivoluzione silenziosa e tenace.

Leggi anche: Recensione. “Gli occhi degli altri”: il delitto Casati Stampa ispira un thriller tra eros, potere e solitudine

In conferenza stampa alla Festa del Cinema, Carolina Crescentini racconta: “Adelina è una donna che si trasforma: attraverso le cose che le succedono trova un coraggio che non sapeva di avere e scopre di essere in gamba, di essere libera, di non essere semplicemente ‘la moglie di’ o la madre di due fantastici figli, ma è molto molto di più. Si ritrova ad avere le redini della redazione di una rivista erotica – che ovviamente conosceva perché suo marito era l’editore, ma lei la viveva di riflesso – e deve prima di tutto essere accettata da coloro che ovviamente non accettano un capo donna, non accettano le sue opinioni e si permettono un certo cameratismo che lei non può tollerare. Deve imparare un mestiere, sia dal punto di vista gestionale che da un punto di vista creativo. Si affida alle persone che ritiene valide, cresce e… ci prende gusto!”

Così la protagonista rinasce: diventa un’imprenditrice pionieristica in un’epoca in cui le donne erano relegate al ruolo di madri e casalinghe. È una cattolica devota ma anche un’audace anticonformista, in prima linea nelle battaglie per il divorzio, il diritto all’aborto e l’emancipazione femminile.

Aggiunge la Crescentini: “Scopre di essere in gamba e che le piacerebbe lasciare un’impronta del cambiamento nella società perché Playmen è una rivista maschile, ma può essere letta anche dalle donne. Vuole che la sua rivista parli all’uomo e alla donna, perché è arrivato il momento – in primis per lei – di capire che nella società e di conseguenza nell’erotismo la donna è una protagonista, non è semplicemente un oggetto del desiderio. Quindi parla di diritto al piacere femminile ma attraverso quella rivista porta avanti anche piccole battaglie – legate al divorzio, all’aborto, ai transessuali, all’omosessualità. Vuole riprendersi quello che non ha mai avuto, ma lo fa piano piano. Perché la serie racconta il suo percorso: lei deve scoprire di essere coraggiosa, deve capire di avere gli strumenti che la rendono davvero una donna libera e di conseguenza anche una donna d’affari.”

Il team

Intorno ad Adelina ruota una costellazione di personaggi: lo scrittore Chartroux (Filippo Nigro), intellettuale amico dei grandi nomi della letteratura e presto anche di Adelina; il giovane, ambizioso e inizialmente scapestrato fotografo Luigi Poggi (Giuseppe Maggio) e la caparbia Elsa (Francesca Colucci), spinta dalla rabbia e un profondo senso di giustizia e capace di scoprire, grazie ad Adelina, un mondo nuovo e più libero.

La redazione della rivista, ricostruita da Riccardo Donna, è un microcosmo pulsante: tra fotografi, costumisti, truccatori, assistenti, redattori, scrittori e creativi, ci immergiamo nell’editoria degli anni Settanta.

Completano il cast di “Mrs. Playmen“: Domenico Diele, Francesco Colella, Lidia Vitale e Giampiero Judica.

Le tematiche sociali

Già nelle prime due puntate di “Mrs. Playmen” (che abbiamo guardato in anteprima a Roma), si evince che, oltre alla parabola personale della protagonista, la serie affronta temi di grande respiro: la rivoluzione culturale innescata da una rivista erotica che osa parlare di libertà, identità e desiderio; il rapporto tra erotismo e religione — incarnato nel rapporto tra Adelina e il suo parroco, che scopriamo essere una sua vecchia fiamma; la militanza politica o ancora la rappresentazione e il modo di vivere l’omosessualità in un’epoca in cui era “bene” tenerla nascosta.

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Gli anni ’70

“Siamo a Roma, negli anni ’70. – afferma il regista – Non si sa con precisione in che anno, ma non importa. Ciò che conta è cogliere lo spirito di quel tempo, muovendosi in una Roma al massimo della sua forma. Quella luce, quei colori, quella musica. E poi le donne e gli uomini che hanno vissuto e plasmato quegli anni incredibili“

La ricostruzione degli anni Settanta è uno dei punti di forza della serie: colori vividi, stampe su pareti, tende e abiti, canzoni che spaziano da Patty Pravo a Nada fino al rock internazionale, occupazioni, manifestazioni e vecchie automobili. Il regista afferma: “Abbiamo raccontato gli anni ’70 scintillanti, colorati, allegri, pieni di musica… insomma la parte buona di quell’epoca.”

Il corpo al centro

Con l’avvento del femminismo anche nella serie, nella mente dello spettatore sorge spontanea una questione: parlare di erotismo e posare per foto è sfruttamento del corpo o libertà di essere se stesse?
Uno degli assi tematici centrali di “Mrs. Playmen” è infatti il modo in cui il corpo femminile viene rappresentato all’interno della rivista. L’erotismo non è trattato come semplice elemento commerciale, ma entra in relazione con le questioni di costume, libertà individuale, censura e autodeterminazione. Il racconto di Riccardo Donna si muove su questa linea di tensione, mostrando le reazioni dell’opinione pubblica, dell’autorità ecclesiastica e delle istituzioni. La scelta editoriale di unire immagini sensuali a contenuti di carattere sociale e politico è uno dei fili conduttori dell’opera.

Mrs. Playmen è dunque molto più di una serie biografica: è un ritratto di emancipazione, un racconto di coraggio e reinvenzione, una storia di donna che — in un’Italia che cambia — osa ribaltare le regole del gioco.

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