• Musica
  • Cinema
  • Entertainment
  • Teatro
  • Speciali
  • Interviste
  • Libri
  • Attualità
  • News
  • A spasso nel tempo
  • Musica
  • Cinema
  • Entertainment
  • Teatro
  • Speciali
  • Interviste
  • Libri
  • Attualità
  • News
  • A spasso nel tempo
Home » Entertainment Featured

Recensione. “Cabina 10”: mistero, paranoia e champagne annacquato

Federico Bianchini Posted On 17 Ottobre 2025
0


0
Shares
  • Share On Facebook
  • Tweet It

Ci sono serie che promettono un vortice di tensione, e poi finiscono per restare sospese in una calma piatta. “Cabina 10“, il nuovo thriller psicologico di Netflix con una straordinaria – ma non salvifica – Keira Knightley, appartiene purtroppo a questa categoria. Elegante, ben recitata, avvolta da una fotografia lussuosa e da una colonna sonora inquietante al punto giusto, la serie non riesce però a scuotere davvero lo spettatore. Tutto sembra al posto giusto, ma manca quel colpo di timone capace di portare il racconto oltre la superficie levigata del suo stesso stile.

Simon Stone, dopo “The Dig“, firma una regia di grande controllo visivo, ma la tensione narrativa si annacqua via via che gli episodi avanzano, come se la serie avesse paura di sporcarsi le mani con il disordine emotivo del suo stesso tema: la paura di non essere creduti. Il risultato è un viaggio raffinato, a tratti magnetico, ma raramente sorprendente.

Laura “Lo” Blacklock (Keira Knightley) è una giornalista investigativa britannica dal passato recente tormentato. Dopo aver assistito all’omicidio di una fonte durante un’inchiesta sulla tratta umana, Lo cade in una spirale di insonnia e ansia. La sua caporedattrice Rowan (Gugu Mbatha-Raw) le affida allora un incarico apparentemente innocuo: seguire il viaggio inaugurale dell’Aurora Borealis, un esclusivo yacht di lusso di proprietà del filantropo Richard Bullmer (Guy Pearce) e della moglie malata, Anne (Lisa Loven Kongsli).

Leggi anche: Dalla realtà alla serie tv: Clark Olofsson, il ladro di cuori da cui nacque la Sindrome di Stoccolma

Sulla nave si raduna una piccola élite di ospiti: magnati, influencer, giornalisti, tutti immersi in un mare di cristallo e convenzioni sociali. Ma quella che doveva essere una crociera rilassante si trasforma presto in un incubo. Dopo una notte di gala e troppi bicchieri di vino, Lo sente un urlo provenire dalla cabina accanto e scorge una donna precipitare in mare. Quando denuncia l’accaduto, la sicurezza (guidata da Amanda Collin) le assicura che tutti i passeggeri sono presenti. La cabina 10, le dicono, è vuota: la sua occupante ha cancellato la prenotazione giorni prima.

Da lì inizia un gioco di specchi. Nessuno crede a Lo: non la sicurezza, non i colleghi, neppure gli amici. Qualcuno sembra volerla spingere a dubitare della propria sanità mentale, o peggio, metterla a tacere. E mentre la nave avanza inesorabile, la giornalista si ritrova prigioniera di un enigma che unisce paranoia, colpa e un senso di isolamento che cresce di episodio in episodio.

Prodotta da Netflix e See-Saw Films, “Cabina 10” è tratta dal best-seller internazionale The Woman in Cabin 10 di Ruth Ware, romanzo del 2016 che ha reso celebre l’autrice come “la nuova Agatha Christie del XXI secolo”. L’adattamento televisivo è firmato da Simon Stone insieme a Joe Shrapnel e Anna Waterhouse, già sceneggiatori di Seberg e Rebecca. Keira Knightley, qui anche produttrice esecutiva, torna a un ruolo da protagonista dopo “Black Doves”, confermando il suo interesse per figure femminili sospese tra forza e fragilità.

Al suo fianco, un cast di altissimo profilo: Guy Pearce nel ruolo ambiguo del miliardario Bullmer, magnetico e minaccioso; Lisa Loven Kongsli come Anne, moglie malata e custode di segreti inconfessabili; Gugu Mbatha-Raw, caporedattrice e unica figura amicale di Lo; Hannah Waddingham, qui nei panni di una ricca ospite che incarna il lato oscuro dell’élite; Kaya Scodelario, David Ajala, David Morrissey e Art Malik completano un ensemble che riflette la gerarchia del potere e dell’apparenza.

La colonna sonora di Benjamin Wallfisch sottolinea con discrezione il senso di claustrofobia, mentre la fotografia di Erik Wilson gioca sui riflessi metallici e sulle superfici specchianti, trasformando lo yacht in un labirinto lucido e asettico.

“Cabina 10” si apre come un classico giallo marittimo e finisce per diventare un dramma psicologico sulla percezione della verità. È un viaggio dentro la mente di una donna che tenta disperatamente di farsi ascoltare, e allo stesso tempo una riflessione sulla solitudine delle vittime che nessuno vuole credere.

Leggi anche: Recensione. “Ángela”: su Netflix il dramma della violenza domestica. Ma è un’occasione mancata…

Keira Knightley regge la serie quasi da sola. La sua Lo Blacklock è una protagonista che non cerca di essere amata, ma capita. Oscilla tra lucidità e allucinazione, tra forza e vulnerabilità, senza mai diventare caricaturale. C’è qualcosa della sua Cecilia Tallis di Espiazione in questo ruolo: lo stesso sguardo febbrile, la stessa tensione morale che la porta a voler ricomporre un mondo frantumato. È un’interpretazione fisica, nervosa, interiormente crepata, che eleva una sceneggiatura altrimenti prevedibile.

Il problema è che questa serie non osa. Dopo un primo episodio promettente, la serie imbocca binari già battuti, preferendo la sicurezza del “mistero chiuso” all’ambiguità più inquietante che il soggetto offriva. Simon Stone filma tutto con eleganza, ma la sua compostezza toglie ossigeno alla paura. I colpi di scena arrivano puntuali ma non sorprendono, e la tensione psicologica cede il passo alla routine del genere. L’impianto narrativo funziona, ma la scrittura dei personaggi secondari è piatta, quasi ornamentale: appaiono, parlano, poi scompaiono, lasciando Knightley sola al timone. Solo Pearce, con il suo fascino ambiguo, riesce a restare impresso.

Dove la serie riesce invece a colpire è nel suo sottotesto: “Cabina 10” parla di gaslighting, di come una donna traumatizzata venga sistematicamente screditata da un sistema che non tollera la sua voce. In questo senso, la scelta di Knightley – attrice spesso associata a ruoli di donne “contenute” – è straordinariamente consapevole: qui la vediamo perdere il controllo, ma con grazia. La sua Lo diventa un simbolo della resistenza silenziosa, di chi combatte per la propria credibilità in un mondo che preferisce pensarti pazza piuttosto che nel giusto.

Eppure, per quanto la tematica sia attuale e potente, la serie non affonda davvero nel disagio mentale, limitandosi a usarlo come pretesto narrativo. Il finale – pur senza rivelarne nulla – appare più come una chiusura ordinata che come un’esplosione di senso.

Cabina 10 è una serie raffinata, ben recitata e visivamente curata, ma che finisce per essere più elegante che incisiva. È un thriller che galleggia sulla superficie di un mistero ben confezionato, senza mai tuffarsi davvero nelle profondità psicologiche che promette. Keira Knightley è impeccabile, confermando la sua maturità artistica nel dare corpo a donne fragili ma determinate. Ma come la sua protagonista, anche la serie sembra gridare in un mare silenzioso, in attesa che qualcuno la ascolti.

Correlati

0
Shares
  • Share On Facebook
  • Tweet It




You may also like
Recensione. Carolina Crescentini è “Mrs. Playmen”: libertà, scandalo e coraggio negli anni Settanta
22 Ottobre 2025
Recensione. “House of Guinness”: La memoria dell’Irlanda filtrata da Steven Knight
1 Ottobre 2025
In attesa di ‘Mercoledì 2’ Tim Burton arriva a Roma e incontra i fan
20 Luglio 2025
Recensione “Cinque secondi”: il ritorno di Paolo Virzì tra solitudine, colpa e rinascita
Read Next

Recensione “Cinque secondi”: il ritorno di Paolo Virzì tra solitudine, colpa e rinascita

  • Popular Posts

    • 1
      Melania Giglio sul palco del Teatro dei Marsi con "Sogno di una notte di mezza estate"
    • 2
      "Depravazione (A proposito della neve bagnata)": nuovo appuntamento col Teatro Off di Avezzano
    • 3
      "La vostra presenza è un pericolo per le vostre vite": ventisette voci palestinesi nel libro di Samar Yazbek

  • Seguici sui Social


  • Home
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Home
  • La redazione
  • Privacy Policy
© Copyright 2024 - Associazione Culturale EREBOR - Tutti i diritti riservati
Press enter/return to begin your search