Live Report. Roma trema al ritmo degli Afterhours [05.07.2025]

In una delle serate più calde dell’estate, la Cavea dell’Auditorium Parco della Musica si è trasformata in un altare sonoro. Gli Afterhours sono tornati nella Capitale per la prima delle due tappe romane più attese del loro tour estivo Ballate per Piccole Iene 2025, e il risultato è stato un concerto intenso, vissuto, necessario.
A vent’anni dalla sua prima pubblicazione, “Ballate per Piccole Iene”, uno degli album più iconici e rappresentativi della musica italiana, è stato ristampato in primavera in un’edizione speciale. Per l’occasione Manuel Agnelli ha deciso di tornare sul palco con la band di allora, composta da Andrea Viti (basso), Dario Ciffo (violino, chitarra) e Giorgio Prette (batteria).
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Fin dalle prime note, la band di Manuel Agnelli ha creato un’atmosfera intensa e quasi sospesa, catturando l’attenzione di migliaia di spettatori. L’energia sul palco era travolgente, una vera scarica elettrica che ha coinvolto il pubblico fino alle ultime file. Gli Afterhours, con la loro inconfondibile fusione di rock, poesia e passione, hanno confermato ancora una volta il loro status di una delle band più iconiche del panorama musicale italiano.
Agnelli, carismatico e magnetico come sempre, ha condotto la sua creatura in un viaggio emozionante, alternando brani storici a gemme più recenti, mostrando una maturità artistica che non ha affievolito la loro intensa visceralità. Ogni riff, ogni assolo, ogni parola cantata con la sua voce graffiante ha risuonato in un pubblico perfettamente sintonizzato, perso tra danze liberatorie e istanti di profonda introspezione catartica.
Il cuore del concerto è pulsato forte sui pezzi più ruvidi: “Ballata per la mia piccola iena”, “Dea”, “Male di miele” e “Lasciami leccare l’adrenalina”, ad esempio, hanno risvegliato la carne e il sudore, mentre le luci tagliavano l’aria e il pubblico saltava, cantava, si lasciava andare. Non c’era distanza tra palco e platea: solo una vibrazione comune.
Ciò che si percepisce ad ogni concerto degli Afterhours, e la prima data romana all’Auditorium di Roma non ha fatto eccezione, è l’esperienza di qualcosa che va oltre il semplice concerto. È un rito collettivo, una terapia sonora in cui le fragilità umane vengono svelate e celebrate. Il loro rock, a tratti oscuro e viscerale, è impregnato di una poesia amara e di una lucidità disarmante nel raccontare le contraddizioni dell’esistenza.
Il calore, quello atmosferico e quello umano, ha fatto da sfondo a un concerto che è stato molto più di una celebrazione. È stato un ritorno, una presa di coscienza, un atto d’amore. Per la musica. Per le parole. Per il tempo che passa, ma lascia tracce.
Gli Afterhours non hanno suonato per nostalgia. Hanno suonato per ricordare che le ferite, a volte, suonano meglio delle cicatrici.
Setlist
- La sottile linea bianca
- Ballata per la mia piccola iena
- È la fine la più importante
- Ci sono molti modi
- La vedova bianca
- Carne fresca
- Male in polvere
- Chissà com’è
- Il sangue di Giuda
- Il compleanno di Andrea
Encore 1:
- La canzone di Marinella (cover De André)
- Strategie
- Germi
- Lasciami leccare l’adrenalina
- Dea
- La verità che ricordavo
- Male di miele
- Quello che non c’è
Encore 2:
- Non si esce vivi dagli anni 80
- Padania
- Bye Bye Bombay
- Encore 3:
- Non è per sempre
- Voglio una pelle splendida
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