Live Report. Cesare Cremonini – Roma, Stadio Olimpico – 17/07/2025
Uno Stadio Olimpico gremito da circa 60mila spettatori si è lasciato trasportare dall’entusiasmo e dalla dolcezza di Cesare Cremonini nella prima delle due date romane che chiudono il suo tour estivo. E già questo sarebbe bastato a far tremare i polsi, vista l’importanza della posta in palio. Fin dal primo pomeriggio, l’area intorno allo stadio pullulava di ragazzi e ragazze con le magliette del tour, famiglie con prole al seguito, coppie con gli occhi lucidi, adulti che hanno vissuto l’epoca dei Lunapop e di MTV sognando una corsa su una Vespa 50 Special. L’atmosfera, prima ancora che lo show iniziasse, era già elettrica e carica di aspettative. Si percepiva chiaramente la sensazione di vivere qualcosa di irripetibile.
Poco dopo le 21.15, le luci si sono spente. “Alaska Baby” ha aperto lo spettacolo e in un attimo il pubblico si è ritrovato catapultato in quel mondo fatto di suggestioni intime e aperture pop che il cantautore bolognese è in grado di orchestrare con energia e trasporto. La sua presenza scenica, cresciuta negli anni, lo ha classificato come un performer completo e con una personalità ben marcata e definita sotto il vestito da frontman. E’, oltretutto, un ottimo intrattenitore. Ma questo ormai lo sappiamo da tempo.

Pezzi come “Padremadre”, “Dicono di me”, “Marmellata #25” hanno segnato la nostra infanzia e adolescenza ed oggi appartengono a quell’evergreen di canzoni che non ci stanchiamo mai di sentire. Come anche i brani più recenti che raccontano di un uomo cambiato, più maturo, ma ancora profondamente sognatore. Il modo in cui è riuscito a tenere insieme vecchie e nuove emozioni è stato quasi cinematografico ed ogni canzone sembrava il capitolo di un diario musicale condiviso.
A metà concerto è stata la volta di due ospiti d’eccezione: la prima a salire sul palco è stata Elisa, entrata in punta di piedi ma con un’aura incredibile di fascino e appeal che ha illuminato lo stadio con la sua voce e la sua presenza scenica magnetica. Insieme hanno cantato “Aurore boreali” in un duetto straordinario che li ha visti protagonisti di fronte a un tempio del calcio romano straripante ed entusiasta. Successivamente è stata la volta di Luca Carboni. Il duetto su “San Luca” ha generato una forte empatia con il pubblico per quello che è stato tra i momenti più intensi dello show. Due generazioni che si sono strette la mano, con Bologna sullo sfondo e negli occhi un rispetto silenzioso. Vedere Cesare accanto a Luca è stato bellissimo, come se davanti a noi si fosse chiuso il cerchio di un metaforico passaggio di consegne.
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La parte finale del concerto è stato un crescendo emotivo tra nostalgia dei tempi che furono e gioia per quelli che sono. Con “Buon viaggio”, “Poetica” e “Nessuno vuole essere Robin” a spianare la strada alla mega hit “50 Special“, trasformando l’intero stadio in un’enorme festa di fine estate tra cori, canti e abbracci. Questa prima data romana, come del resto tutte le altre del tour, hanno anche il sapore di bilancio, non solo di un tour, ma di un’intera carriera. Cremonini è un artista adulto, che ha saputo crescere rimanendo se stesso, ogni brano rappresentò un tassello del suo percorso, ma anche del nostro. Perché è questo, in fondo, il segreto dei suoi concerti: ci ritroviamo tutti, dentro le sue canzoni.




