La Crocifissione del Beato Angelico torna a splendere nel convento di San Domenico a Fiesole

Dopo un meticoloso intervento di restauro, l’affresco della Crocifissione del Beato Angelico, celato per secoli e poco noto al grande pubblico, svela di nuovo la sua bellezza nel convento di San Domenico a Fiesole.
La Crocifissione nascosta
L’affresco della Crocifissione, realizzato dal Beato Angelico (Frate Giovanni da Fiesole) nella prima metà del Quattrocento, custodisce una storia affascinante.
Quest’opera si trovava nella Sala del Capitolo del convento di San Domenico a Fiesole, un ambiente riservato ai frati, pertanto rimase a lungo nascosta al grande pubblico. La sua visibilità fu interrotta drasticamente nel 1566, quando venne completamente coperta da uno strato di calce, scomparendo così dalla memoria collettiva.
Circa due secoli dopo, nel 1880, grazie alla meticolosa ricerca e alla dedizione di Padre Raimondo Magrini, il capolavoro riemerse dal suo immeritato oblio. Da quel momento, infatti beneficiò di diversi interventi di conservazione, tra i quali ricordiamo quello eseguito dal restauratore Dino Dini nel 1955 e il penultimo messo a punto nel 1984, a testimonianza di una cura costante nel preservarne l’integrità attraverso i decenni, fino ai giorni nostri.

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Un restauro dettato dalla generosità
La rinascita di questo capolavoro è frutto di una serie di incontri inattesi e di una straordinaria dimostrazione di generosità che oltrepassa i confini geografici. L’impulso decisivo per il nuovo restauro infatti è scaturito l’anno scorso, da un incontro tra i cardiologi fiorentini Camilla Alderighi e Raffaele Rasoini e il professore statunitense Steven Woloshin, figura di spicco nel campo della comunicazione medica mondiale.
Durante una visita improvvisata al convento di San Domenico, spinti dalla curiosità di scoprire opere meno note del Rinascimento, i tre si sono ritrovati davanti all’affresco grazie alla guida di un premuroso sagrestano. Rimasti profondamente colpiti dalla bellezza dell’opera ma anche dalle sue condizioni precarie, hanno deciso di finanziare un intervento di restauro.
Si sono quindi messi in contatto con Friends of Florence, la fondazione che si dedica con passione alla tutela del patrimonio artistico fiorentino; con un loro significativo contributo personale, sommato al supporto di un generoso donatore olandese, Gerhard de Geer, hanno avviato il processo che ha portato al completo recupero dell’affresco.

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Iconografia e stile della Crocifissione
L’affresco della Crocifissione raffigura Cristo in una posa di profondo abbandono, che però suggerisce anche una presenza attenta e consapevole. La figura imponente del Crocifisso domina la scena, stagliandosi contro un cielo di un blu così scuro da sembrare quasi nero, creando un’atmosfera di intensa spiritualità.
Un drappo cinge i fianchi di Gesù e sembra mosso da un leggero soffio, mentre la croce si erge su un Golgota stilizzato mettendo in risalto la figura divina centrale. Questo dipinto, pensato per la contemplazione dei frati, rivela inoltre aspetti sorprendenti della tecnica dell’artista.
Recenti indagini diagnostiche infatti hanno mostrato che l’opera è stata realizzata in sole nove giornate di lavoro, e che il Beato Angelico (Vicchio di Mugello 1395 – Roma 1455) ha utilizzato preziose dorature a conchiglia, soprattutto per l’aureola. Sono emerse anche tracce di un disegno preparatorio fatto con la sanguigna e segni di spolvero nella decorazione, oltre ad alcuni ritocchi risalenti all’Ottocento.

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Un futuro da protagonista
Il restauro della Crocifissione del Beato Angelico si inserisce in un progetto scrupolosamente seguito dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Firenze, ed eseguito con eccezionale maestria dalle restauratrici Cristiana Conti e Alessandra Popple.
La presidente di Friends of Florence, Simonetta Brandolini d’Adda, ha espresso la profonda valenza spirituale e artistica dell’opera con le seguenti parole: «L’impegno di Friends of Florence per le opere di Beato Angelico continua con questo progetto. Tra le mura del convento nella Sala del Capitolo, la serenità e la spiritualità che l’opera ci trasmette sono parte di un’esperienza davvero emozionante. Ringraziamo i Padri che ci hanno aperto le porte del Convento di San Domenico permettendoci di lavorare, le funzionarie della Soprintendenza Abap che con attenzione hanno seguito il lavoro, il generoso donatore Gerhard De Geer insieme ai dottori illuminati del gruppo Belacqua (Camilla Alderighi, Raffaele Rasoini e Steven Woloshin). Inoltre siamo grati a Cristiana Conti ed Alessandra Popple per l’eccellente restauro eseguito».
Il Comune di Fiesole sta già lavorando per inserire la Crocifissione in nuovi percorsi turistici, permettendo al pubblico di ammirare anche la Pala di Fiesole del Beato Angelico, che sarà protagonista di una mostra a Palazzo Strozzi il prossimo settembre, prima di tornare definitivamente al convento.
Per ulteriori informazioni è possibile collegarsi al sito www.friendsofflorence.org.

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Fonte immagini: Museo di San Marco Blog