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Intervista. I Folkstone presentano il nuovo album “Natura morta”

Federico Bianchini Posted On 28 Aprile 2025
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A distanza di anni da quel lungo, intenso viaggio che sembrava essersi concluso, i Folkstone tornano con un nuovo album che non è solo un disco, ma un manifesto di rinascita. Dopo una pausa che ha lasciato i fan sospesi tra nostalgia e speranza, la band bergamasca risorge con una carica rinnovata, senza perdere l’anima che l’ha resa una delle realtà più autentiche del panorama folk-metal italiano. Abbiamo avuto il piacere fare una lunga chiacchierata con il frontman Lorenzo per parlare di questo ritorno tanto atteso: un disco potente e viscerale, una copertina ricca di simbolismi, testi che scavano a fondo e concerti che accendono nuovamente il legame indissolubile con il pubblico. Tra emozioni, riflessioni e nuove visioni, ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Lore, come stai? Come procede questo nuovo inizio?

Ciao Federico, io sto bene, noi stiamo alla grande. Abbiamo iniziato questo nuovo capitolo della nostra storia e non vediamo l’ora di continuare a viverlo assieme a tutti quanti.

Partiamo dall’inizio: cosa vi ha ispirato in questa nuova produzione? C’è stato un punto di partenza particolare per la scrittura dell’album?

Beh non so se ci sia stato un esatto punto di partenza, in realtà tutto è cominciato da “macerie” in poi. E’ stato tutto un susseguirsi naturale, “Macerie” doveva essere soltanto un singolo. Poi c’è “stata la fabbrica dei perdenti”… da li abbiamo cominciato a scrivere pezzi e e dopo un po’ ci siam detti  “ok, facciamo un doppio album”. Avevamo veramente tante idee che continuavano a venir fuori in maniera quasi incontrollata. É stato un flusso naturale, ma in origine non c’era l’idea iniziale di fare un doppio album.

Rispetto ai vostri lavori precedenti, stare lontani tra di voi, dal palco e dallo studio ha influenzato il vostro modo di scrivere musica?

Sicuramente si. Non ci siamo visti per molto tempo, in questo periodo si sono accumulate tantissime cose da raccontarci e da raccontare, avevamo storie e “pezzi di tempo “da analizzare e condividere, robe che erano li ferme in attesa di uscire fuori. L’album infatti è nato tutto nel giro di un anno, proprio perché quando ci siamo riuniti avevamo davvero tante idee musicali e concettuali in testa…in fin dei conti la pausa ci è servita. (ride ndr)

La tracklist dell’album  conta ben 16 brani, possiamo dire che è frutto di una vostra grande esigenza di comunicare le vostre emozioni e le vostre idee?

 Si, assolutamente si. Sono nati tantissimi pezzi, e come ti dicevo avevamo tantissime cose da dire, non ci siamo assolutamente risparmiati. Ci abbiamo messo dentro tutta la nostra anima e il nostro pensiero. Tirando le somme tutto quello che è sempre stato e che è tutt’ora la musica  e l’universo dei Folkstone è rinchiuso all’interno del disco.

Possiamo quindi definirlo un “viaggio” all’interno del vostro mondo?

Si, è esattamente cosi…portare tutto il nostro mondo e il nostro vissuto dentro quei brani.

C’è una canzone che considerate particolarmente rappresentativa di questa vostra nuova fase artistica?

Io sono di parte (ride ndr). I nostri pezzi vengono sempre scritti a tre mani. Maurizio (cornamusa, piva, bombarda, flöt, cittern, rauschpfeife e Producer) si occupa della parte preponderante dei temi musicali mentre io e Roberta (voce, pive, cornamuse e bombarde) ci scambiamo gli argomenti e le parole. Personalmente Natura Morta è il pezzo che mi rappresenta di più ma che credo rappresenti anche il pensiero dei Folkstone di oggi anche se non rientra esattamente nel sound classico della band. Anche Appennino è uno dei pezzi forti.

Leggi anche: Intervista. Elvenking: “Reader Of The Runes – Luna” chiude la trilogia

I vostri testi hanno sempre avuto un forte legame con la realtà, la storia e la vita vissuta: cosa vi ha ispirato questa volta a livello lirico?

Beh sono veramente tante. Ogni brano è stato ispirato da qualcosa che ci è successo. Ad esempio tornando al brano “appennino”, in quel momento io e Roby eravamo in vacanza per qualche giorno e ci siamo trovati a immersi a viaggiare tra i monti dell’Appennino ligure, Toscano ed Emiliano totalmente rapiti ed affascinati da quei paesaggi e da quelle terre. Maurizio ci mandò questa bozza musicale e in quattro e quattr’otto è nato il pezzo. Per coincidenza eravamo tutti sull’appennino (ride ndr). Questa è la genesi del brano.

Palrando sempre di montagna, Lacrime di Marmo parla delle alpi Apuane, un luogo bellissimo in cui da qualche anno amiamo trascorrere il tempo se ne abbiamo possibilità, un luogo a cavallo tra il cielo e il mare che lascia a bocca aperta e li abbiamo notato cosa significa avere cave di marmo in quelle zone stupende e alla devastazione che comporta. Parlare con chi vive li e con chi lotta contro la devastazione di un paradiso naturale (associazione Apuane Libere) è qualcosa che ci ha colpito profondamente.

Natura Morta invece è una canzone se vuoi molto più intima che traccia il nostro bilancio personale fino ad oggi, vuole essere si un urlo romantico ma anche un trovare un senso al nostro cammino e fin dove arriveremo. Secondo noi in questo mondo essere romantici o passionali, ricollegandomi ad un altro brano ( la fabbrica dei perdenti ndr) è qualcosa che viene visto da perdenti. Sembra che non ci sia quasi più posto per un certo modo di essere e di pensare.

In generale fa tutto capo ad un unico filo, abbiamo le lacrime di marmo sulle alpi, questo appenino stupendo che si spopola è tutto un filo conduttore emotivo che lega in nostri bravi. Persia, ad esempio è nata dalle proteste in Iran. Nell’epoca infausta che questo mondo sta  vivendo purtroppo gli stimoli creativi non vengono sempre dalle cose belle.

La copertina dell’album è molto evocativa e piena di simbolismi e riferimenti. Potete raccontarci il significato dietro l’immagine e come si collega al contenuto del disco?

Si ricollega esattamente a quel che ti dicevo poco fa. Ebbi l’idea di una natura morta, come quelle che troviamo nella storia dell’arte italiana e non ma rivisita in chiave moderna, e ne parlai con Jacopo Berlendis che da sempre cura le nostre copertine. Solo sentendo la demo del brano Natura Morta ci fece al volo uno schizzo di cui ci innamorammo subito e questo tavolo rassomiglia anche ad un tavolo che troviamo alla fine di un nostro concerto (ride ndr). Lo stile cupo e “caravaggesco” ci ha colpito all’istante e diventava sempre più ricco di dettagli e aggiunte che Jacopo inseriva fino a diventare quella che potete vedere ora. L’originale è un dipinto che abbiamo esposto anche nella nostra “taberna” al Legend Club di Milano. L’originale dipinta su tela quasi non rende giustizia alla versione stampata.

Come avete vissuto la tre giorni di presentazione con tre live uno dopo l’altro?

È stata tosta..ma bella e piena di soddisfazioni e di emozioni. Non posso che ringraziare chiunque sia passato a trovarci nella nostra “taberna”.

Nei live recenti, quali brani hanno avuto la risposta più sorprendente da parte del pubblico?

Nei Live che abbiamo fatto a Milano e Bologna han cantato tutti dall’inizo alla fine ogni singolo brano. C’è stata una risposta immensa. Ti dico la verità, non me lo aspettavo. Il disco è uscito il 21 marzo e dopo 6 giorni abbiamo fatto i live, e hanno cantato tutto! Tante volte ero io a non cantare (ride ndr). Per noi è stato qualcosa di indescrivibile. Noi siamo una band che attraversa vari generi e quindi si sta sempre un po’ sul “chi va là” non sapendo che tipo di risposta potrebbero avere i nostri pezzi, noi apparteniamo al nostro pubblico, vedere una risposta così calorosa ci da una gioia indescrivibile perché per noi il pubblico è la cosa che conta di più. Un coinvolgimento così ci entusiasma e ci soddisfa perché non ci siamo mai dati delle regole sul “dobbiamo fare per forza questo o quello”, siamo sempre stati liberi di esprimere la nostra visione musicale e quindi vedere il pubblico che canta è la cosa più bella in assoluto.

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Se dovessi descrivere l’album con una parola sola che non sia nel titolo, quale sarebbe?

Romanticismo.

C’è qualcosa che, quando salite sul palco, ancora oggi vi emoziona come fosse la prima volta?

Come ti dicevo, vedere la gente che “sente dentro” i brani, che li canta con me, la consapevolezza di aver portato un’emozione.Quando la musica diventa emozione per qualcuno non c’è niente di più bello.

Nei live si nota una granede eterogeneità a livello di pubblico e di età, possiamo dire che siete un gruppo inter-generazionale ormai?

Abbiamo una carriera che ormai è ventennale, abbiamo visto dei ragazzini crescere e diventare grandi, ragazzi che ora portano i loro bimbi a vederci dal vivo mentre ormai noi diventiamo vecchi, anzi saggi (ride ndr) quindi si possiamo dire proprio cosi!

Lascio la parola a te la parola per qualche considerazione e per un saluto…

Siamo contentissimi di aver lavorato e collaborato su questo album con tanti artisti. (Modena City Ramblers, Punkreas, Sadist). È un qualcosa che non avevamo mai fatto prima e che ci ha fatto percepire una stima ,reciproca ovviamente, che ci ha riempito di gioia. Artisti che vengono da sound e da background diversi dai nostri. Un’esperienza che ci ha arricchito nel profondo! Ora annunceremo tante date nuove oltre quelle già annunciate come quella al CarroPonte di Milano proprio insieme ai Modena…stiamo preparando delle sorprese!

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