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Il tributo di Bollani a Jesus Christ Superstar è pazzesco

Federico Falcone Posted On 16 Agosto 2020
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Il 14 agosto del 1975 in quel di Londra veniva proiettata la prima di “The Rocky Horror Picture Show”. A distanza di cinquanta anni è ancora considerato il musical più trasgressivo della storia, oltre che uno tra i più amati di sempre. Protagonista lo straordinario Tim Curry nella parte del dottor Frank’n’Furter. Al suo fianco una giovanissima Susan Sarandon. Il film è tratto dall’omonimo spettacolo teatrale del 1973 di Richard O’Brien, quest’ultimo anche autore delle musiche, e interprete del servitore Riff Raff.

Una rock opera che non smette di affascinare il pubblico di tutte le età, tra storici cultori e nuovi appassionati. Fra gli appartenenti alla prima categoria c’è anche Stefano Bollani che venerdì 14 agosto, in quel di Tagliacozzo (Aq) si è esibito in un doppio concerto (matinée e serale) dove ha suonato gli estratti da “Piano Variations on Jesus Christ Superstar“, suo ultimo album prodotto da Alobar, etichetta indipendente da lui stesso fondata.

Un album pregiato per piano solo con cui fa rivivere le musiche cult di un successo senza tempo. Prima del tributo a JSC, però, l’omaggio all’indimenticato e indimenticabile Ennio Morricone, scomparso poche settimane fa. Bollani ha infatti eseguito parte del tema portante tratto da “Metti una sera a cena“, film del 1969. A 50 anni dalla pubblicazione dell’album originale “Jesus Christ Superstar”, l’artista meneghino ha voluto ricreare la propria personale versione del capolavoro di Andrew LIoyd Webber & Tim Rice, uscito quando era appena quattordicenne.

“Ho scelto la forma del pianoforte solo perché la storia d’amore è tra l’opera rock e me”, ha spiegato Bollani, “E una storia d’amore cresce in bellezza se resta intima“. Le composizioni sono state tutte eseguite con un pianoforte intonato a 432 Hz, scelta inusuale che ha permesso di restituire un suono caldo, suadente, profondo e al tempo stesso limpido.

La setlist ha seguito lo svolgimento della storia. Differentemente da quanto accade solitamente ai suoi concerti, che non sale mai sul palco con una scaletta stabilita a priori, in questo caso Stefano Bollani ha voluto rispettare la struttura narrativa come punto fisso da cui partire per improvvisare ed elaborare fantasticamente l’opera originale all’interno dei singoli brani.

Un concerto incredibilmente dinamico e coinvolgente, frizzante e facilmente fruibile anche da chi, del pianoforte, non è appassionato o naturale ascoltatore. La forza della musica, però, e di Jesus Christ Superstar, è anche questa, cioè quella di conquistare lo spettatore fin dal primo ascolto o dalla prima visione. Con Bollani la storica opera ha trovato una nuova interpretazione e una nuova veste per attecchire su un pubblico divenuto sempre più esigente col passare degli anni.

Impossibile staccare gli occhi dall’esecuzione del pianista; fisica, passionale, emotiva. Una dopo l’altra vengono suonate tutte le composizioni riarrangiate per l’occasione. Il pathos cresce nota dopo nota, così come il trasporto e l’atmosfera che aleggiano all’interno del bellissimo Chiostro di San Francesco. I duecento spettatori circa – pubblico esclusivo a causa delle misure per il contrasto al coronavirus – hanno potuto godere di un concerto semplicemente pazzesco. Tenere testa a un’opera come Jesus Christ Superstar non è facile per nessuno se non per chi, come Bollani, fa dell’azzardo e della sfida una missione. Missione compiuta, con encomio finale. Magistrale.

Spazio finale a un siparietto col pubblico. Bollani chiede agli spettatori quali brani vorrebbero ascoltare. “Finché la barca va”, “Furia cavallo del west”, “Champagne”, “My Way”, “Rapsodia in blu” sono le richieste. Vengono tutte eseguite all’interno di un medley. Applausi scroscianti e tutti a casa soddisfatti per aver assistito all’ennesimo grande show del Maestro.

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