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Hokusai: una mostra a Pisa omaggia il maestro giapponese della “Grande onda”

Francesca Massaro Posted On 7 Novembre 2024
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Fino al 23 febbraio 2025, Palazzo Blu di Pisa ospita per la prima volta una mostra dedicata al maestro giapponese Katsushika Hokusai. Un percorso espositivo di oltre duecento opere, tra le quali spicca la celebre Grande Onda.

Il mondo fluttuante di Hokusai

Semplicemente “Hokusai”. Un unico nome diventa il titolo della grande mostra che fino al prossimo 23 febbraio illuminerà il Palazzo Blu di Pisa. Quanto basta per richiamare l’attenzione di esperti ed appassionati sull’iconica arte del maestro giapponese Katsushika Hokusai (Edo, 1760 – 1849), massimo esponente del filone artistico Ukiyoe e autore dell’emblematica opera Una grande onda al largo di Kanagawa (1830 circa), universalmente conosciuta come La grande onda.

L’esposizione apre una finestra sull’Ukiyoe (letteralmente “immagini dal mondo fluttuante”), un genere di stampa impressa su carta attraverso matrici di legno, che restituisce i panorami, i ponti, i mercati, le piazze, gli scorci del monte Fuji, nell’epoca Edo (1603-1878) ossia durante il massimo sviluppo dell’antica città di Edo – l’attuale Tokyo – in Giappone. Ma non ci si limita a questo, l’evento infatti offre una panoramica completa del lascito di Katsushika Hokusai, sia riguardo i lavori dei suoi numerosi allievi, sia per l’enorme influenza che ancora oggi continua a esercitare sull’arte europea.

Il ricco percorso espositivo, composto da oltre duecento capolavori, si divide nelle seguenti otto sezioni: Vedute celebri del Giappone, Vedute del monte Fuji, Manga e manuali, Rappresentazione di poeti e poesie, Surimono: biglietti e inviti, La libertà di dipingere, Hokusai e il giapponismo e Hokusai pop. 

Katsushika Hokusai, Una grande onda al largo di Kanagawa, dalla serie “Trentasei vedute del Monte Fuji”, 1830 circa, Metropolitan Museum of Art, New York, dominio pubblico via Wikimedia Commons.

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Stampe e volumi illustrati

La prima sezione si apre con la produzione più famosa di Hokusai, ossia le stampe di luoghi celebri (meisho) destinate al grande pubblico: templi, architetture, ponti, piazze, cascate, ma anche libri illustrati (ehon) che documentano le prime vie di collegamento interne del Giappone.

La seconda sezione è invece dedicata alla serie delle Trentasei vedute del monte Fuji (1830-32), alla quale si accostano tre volumi contenenti Cento vedute del monte Fuji (1835, 1840 circa) e un album di epoca Meiji mai esposto prima che rievoca le trentasei vedute del maestro Hokusai.

La terza sezione espone volumi illustrati, nello specifico una serie di 15 volumi manga intesi come manuali di disegno per pittori professionisti e principianti, insieme ad altri libri illustrati che racchiudono tutti i personaggi protagonisti delle stampe policrome di Hokusai. Tra gli album di grande formato spicca il celebre Pivieri sulle onde (Nami chidori), uno dei volumi più curati e raffinati di Hokusai. appartenente al genere erotico giapponese noto come Shunga(letteralmente “immagini di primavera”); per evitare la censura questi albi presentavano copertine sobrie, che però servivano a celare immagini e disegni di incontri passionali ed amorosi decisamente espliciti.

Katsushika Hokusai, Il sogno della moglie del pescatore (shunga), xilografia, dettaglio, 1820, dominio pubblico, via Wikimedia Commons.

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Surimono e rotoli dipinti a mano

La quarta sezione propone una selezione di opere destinate a un pubblico erudito, quali Specchio dei poeti giapponesi e cinesi dedicata ai cento grandi poeti classici, oppure Cento poesie per cento poeti in Racconti illustrati della balia.

Il cuore pulsante del percorso espositivo tuttavia è rappresentato dalla quinta sezione incentrata su una produzione artistica esclusiva e quasi mai esposta al pubblico in maniera unitaria: quella dei surimono. Si tratta di biglietti d’invito o pubblicitari realizzati per eventi, cene di gala, incontri letterari, destinati a una ristretta élite; ogni cartoncino riporta illustrazioni raffinate, impreziosite da pigmenti d’oro e d’argento o dalla stampa ricavata a secco, spesso sottoforma di poesie calligrafiche che esplicitano lo scopo dell’invito.

La sesta sezione presenta ai visitatori una selezione di rotoli dipinti a mano simboleggianti lo spirito più profondo del maestro Hokusai e l’apice della sua abilità nel tratto. Tali opere mostrano il sacro Monte Fuji oppure animali leggendari e portafortuna come tigri, draghi, galli; tutte immagini foriere del pensiero religioso e scaramantico dell’artista e che traghettano il pubblico in un’atmosfera di intenso misticismo.

Katsushika Hokusai, Fuji da Gotenyama sul Tōkaidō a Shinagawa, dalla serie “Trentasei vedute del Monte Fuji”, 1831 circa, Concessione di licenza CC0, via Wikimedia Commons.

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L’ascendente di Hokusai sulla società contemporanea

Le ultime due sezioni spostano l’attenzione sul grande ascendente che l’arte di Hokusai ha avuto sulle generazioni successive, ispirando ancora oggi centinaia di artisti contemporanei. Tra questi troviamo in esposizione: Yoshitomo Nara, uno dei più noti esponenti del pop giapponese, che omaggiò Hokusai con disegni e citazioni ironiche includendovi messaggi sociali e ambientali; Manabu Ikeda, abilissimo disegnatore in punta di penna, che ha rivisitato La grande onda inserendola in uno scenario apocalittico; Simone Legno, artista italiano, che per l’occasione ha celebrato La grande onda con un suo particolare dipinto.

Il maestro giapponese ha l’abilità di influenzare anche la recentissima arte digitale. Non a caso in mostra c’è anche il gruppo TeamLab che realizza video e installazioni interattive ispirate alla natura e ai paesaggi, meritevole di aver fondato a Tokyo un grande museo d’arte digitale immersiva.

“Hokusai”si presenta come un viaggio nel tempo dove echi di una terra lontana, piena di spiritualità e mistero, si riversano nella nostra società contemporanea, confermando il valore unificante e universale dell’arte al di là di qualsiasi confine geografico o culturale.

La mostra, a cura della professoressa Rossella Menegazzo, è prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Blu e MondoMostre, con il contributo di Fondazione Pisa. Per prenotazioni e ulteriori informazioni è possibile collegarsi al sito web www.palazzoblu.it .

Katsushika Hokusai, Ejiri nella provincia di Suruga, dalla serie “Trentasei vedute del Monte Fuji”, 1831 circa, Sumida Hokusai Museum, Tokyo, Sailko, Concessione di licenza CC BY 3.0, via Wikimedia Commons.

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Fonte immagini: Wikipedia

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