Firenze Rocks: gran finale tra giovani promesse e leggende del rock

Ultima giornata in crescendo per Firenze Rocks, che ha visto alternarsi sul palco del Visarno Arena una sfilata di sonorità punk, alternative e rock, culminata nell’attesissimo show dei Green Day, headliner assoluti dell’edizione.
A dare il via alle danze è stata la band toscana Revue, nome emergente della scena alternative, con un set che ha combinato energia grezza e atmosfere sognanti. I ragazzi, provenienti dall’underground regionale, hanno conquistato il pubblico con “Stardrops”, il loro ultimo singolo.
Subito dopo è toccato ai Punkcake, formazione del Valdarno che si è fatta conoscere grazie a X Factor Italia nel 2024. Il gruppo ha portato sul palco un mix esplosivo di cover e brani originali, mantenendo vivo lo spirito DIY del punk italiano. In scaletta, l’energia non è mancata, con Damiano Falcioni e Sonia Picchioni a guidare il pubblico tra urla e distorsioni.
A seguire, l’uragano britannico dei Bad Nerves ha travolto il festival con il suo speed punk elettrico. La band dell’Essex, che ha già attirato l’attenzione di nomi come Billie Joe Armstrong e Stone Gossard, ha presentato brani da Still Nervous, mandando in delirio gli amanti delle sonorità più frenetiche.
Nel tardo pomeriggio è arrivato il turno degli Shame, che hanno portato sul palco tutta la carica emotiva e musicale del loro percorso post-punk. Dall’esordio con Songs of Praise alle sperimentazioni di Food for Worms, la band ha dimostrato maturità e potenza espressiva, regalando uno dei momenti più intensi della giornata.
I Weezer hanno poi acceso la nostalgia e l’entusiasmo con un set pieno di hit senza tempo. Buddy Holly, Island in the Sun, Say It Ain’t So – ogni brano è stato accolto come un inno da cantare a squarciagola. Il gruppo guidato da Rivers Cuomo si è confermato una certezza dell’alternative rock, abile a saltare tra epoche e stili senza perdere identità.
Chiusura affidata ai Green Day, accolti da una platea in visibilio. Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Tré Cool hanno ripercorso trent’anni di carriera con una scaletta che ha alternato i classici intramontabili ai brani del recente Saviors (2024). Un concerto travolgente, fatto di cori, pogo e fuochi d’artificio: il modo migliore per salutare un’edizione che ha dimostrato, ancora una volta, la forza aggregante e liberatoria del rock.
Firenze Rocks si congeda così tra volti sudati, sorrisi esausti e chitarre ancora ruggenti.