David 2025: trionfa“Vermiglio”, Germano: “Un palestinese ha la stessa dignità di un israeliano”

“Vermiglio”, di Maura Delpero, è stato premiato come miglior film ai David di Donatello 2025. La cerimonia si è aperta nel set permanente della Roma Antica a Cinecittà, in occasione della 70ª edizione del premio, trasmessa in diretta su Raiuno e condotta da Elena Sofia Ricci e Mika.
La serata è proseguita nello storico studio 5 di Federico Fellini, dove tra gli ospiti in platea c’era anche Timothée Chalamet, premiato con un David speciale. Il primo riconoscimento è andato a Francesco Di Leva, miglior attore non protagonista per Familia, di Francesco Costabile. Ferzan Ozpetek ha vinto il David dello Spettatore per Diamanti, campione d’incassi. In sala anche Geppi Cucciari, visibilmente emozionata, in lizza come attrice non protagonista per lo stesso film.
I PREMI PRINCIPALI
- Miglior regia a Maura Delpero per Vermiglio: è la prima volta che il riconoscimento va a una regista donna.
- Miglior attore protagonista a Elio Germano per Berlinguer – La grande ambizione, di Andrea Segre.
- Miglior attrice protagonista a Tecla Insolia per L’arte della gioia, di Valeria Golino.
- Miglior sceneggiatura originale a Maura Delpero per Vermiglio, definito un “film silenziosamente anti-militarista”.
- Miglior attrice non protagonista a Valeria Bruni Tedeschi per L’arte della gioia.
- Miglior sceneggiatura non originale a Golino, Marciano, Santella, Sardo e Infascelli per L’arte della gioia, tratto dal romanzo di Goliarda Sapienza.
- Migliori costumi a Massimo Cantini Parrini per Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, di Gianluca Jodice.
- Miglior esordio alla regia a Margherita Vicario per Gloria!.
- Miglior fotografia a Mikhail Krichman per Vermiglio.
IL CONTESTO ISTITUZIONALE
Alla presentazione dei candidati al Quirinale, l’ombra del Conclave ha pesato sul clima. Presente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale Geppi Cucciari ha scherzosamente augurato l’elezione a Papa. L’attrice ha poi ironizzato sul ministro della Cultura Alessandro Giuli: “I suoi discorsi possono essere ascoltati al contrario, come i dischi dei Black Sabbath, e talvolta migliorano”.
Nel suo intervento, Mattarella ha citato Roma città aperta, sottolineando il valore identitario del cinema: “Ha un peso importante, e crescente, nell’economia nazionale. Dobbiamo valorizzare la creatività, ma anche affrontare i nodi critici del settore”.
Il ministro Giuli, alla sua prima partecipazione alla cerimonia, ha annunciato una riforma del sistema: “Servono procedure più trasparenti e tempestive. È attiva una task force di 30 tecnici per accelerare l’erogazione degli incentivi. Vogliamo garantire regolarità e sostegno concreto alla produzione cinematografica”.
LE PAROLE DI ELIO GERMANO
Elio Germano, premiato per Berlinguer, la grande ambizione, ha detto: “Abbiamo raccontato una storia che appartiene a tutte le persone che hanno conquistato diritti democratici coi loro corpi e i loro volti. La democrazia viene dal movimento studentesco, operaio, femminista”.
Poi la dedica: “Questo premio è per chi lotta e continuerà a lottare per la parità di dignità scritta nella nostra Costituzione. Un povero come un ricco, un nero come un bianco, un italiano come uno straniero. E permettetemi di dire: un palestinese ha la stessa dignità di un israeliano”.
A margine, in un’intervista a LaPresse, l’attore ha rincarato: “Meno male che c’è Mattarella. Io invece ho fatto fatica ad ascoltare il rappresentante della cultura del nostro Paese, il ministro. Fatico a capirlo. Il cinema è davvero in crisi, e crediamo che il ministero abbia gravi responsabilità”.
Germano ha criticato l’approccio politico: “Mi piacerebbe che invece di piazzare i loro uomini nei posti chiave, come fanno i clan, si preoccupassero del bene della nostra comunità mettendo persone competenti nei ruoli giusti. Non sono solo le armi ad aumentare il Pil. Per ogni euro investito nel cinema, ne tornano tre o quattro allo Stato, secondo Cassa Depositi e Prestiti”.