Dante tra il Gran Sasso e i trabocchi: una mostra per raccontare il viaggio poetico nei paesaggi d’Abruzzo
Dalla faggeta di Fonte Romana alle gole di San Martino, dalle Grotte di Stiffe al castello Aragonese di Ortona, fino ai trabocchi della costa. Una quarantina di luoghi abruzzesi diventano scenari simbolici per rileggere Dante e la sua Divina Commedia. È questo il cuore della mostra fotografica “La Divina Commedia illumina l’Abruzzo – The Divine Comedy Highlights Abruzzo”, ospitata all’Emiciclo dell’Aquila e aperta fino al 24 ottobre.
L’esposizione nasce da un’idea di Alessandro Antonelli e Pierluigi Di Clemente, con la collaborazione dell’Associazione Culturale inQuadro e il sostegno della Fondazione Pescarabruzzo. L’obiettivo è quello di assumere i fondamenti del poema dantesco per raccontare, attraverso la fotografia, le più remote e affascinanti suggestioni del territorio.
Trentasette tavole fotografiche ripercorrono i tre regni dell’aldilà, trovando nell’Abruzzo il loro riflesso terreno: l’Inferno tra le fenditure rocciose e le grotte sulfuree, il Purgatorio nei santuari e negli eremi sospesi tra luce e penombra, il Paradiso nelle vette del Gran Sasso e nei paesaggi aperti sul mare.
«Dante non parla mai dell’Abruzzo, se non in un passo che cita Tagliacozzo – spiega Pierluigi Di Clemente – ma abbiamo scoperto che l’Abruzzo e la Commedia hanno in comune la meraviglia. Dietro ogni scatto c’è uno studio, un’avventura, un modo per raccontare la nostra terra da un punto di vista inedito».
Per Alessandro Antonelli, autore delle immagini, il lavoro è stato «una scommessa riuscita: restituire i luoghi delle quattro province abruzzesi in maniera diversa dal solito, mettendone in luce il valore naturalistico, architettonico e spirituale».
Nelle fotografie, accompagnate da citazioni dantesche, si alternano volti, gesti e simboli che evocano le presenze poetiche del poema. «L’arte di Antonelli – scrive Alessandro Masi, segretario generale della Società Dante Alighieri – porta lo sguardo all’essenza dei luoghi spiritici e fumosi, fatti di penombre e ombre eterne, come eterno è il dolore che li circonda». Un viaggio che, come nota Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo, “consente di guardare la realtà dei paesaggi abruzzesi con uno sguardo nuovo, creando scenari incantati capaci di farci immergere in una originale rilettura dei versi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.


