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“Da Canova a Canova”: la Galleria Borghese e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna dialogano sul celebre artista

Francesca Massaro Posted On 15 Maggio 2025
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Da Canova a Canova: La Galleria Borghese e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma offrono un percorso culturale che unisce simbolicamente i due prestigiosi musei. Con sconti speciali sui biglietti di ingresso, i visitatori possono così ammirare in un’unica giornata i principali capolavori del maestro del Neoclassicismo.

Un percorso culturale dedicato ad Antonio Canova

La Galleria Borghese e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Gnamc) presentano una nuova collaborazione dedicata ad Antonio Canova, offrendo al pubblico un’opportunità privilegiata per approfondire lo stile artistico di questo fondamentale esponente del Neoclassicismo.

Il progetto, che idealmente unisce i due musei attraverso il rigoglioso Parco di Villa Borghese, concede ai possessori del biglietto della Galleria Borghese uno sconto sull’ingresso alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, valido nella stessa giornata.

Si terrà inoltre una proiezione speciale del documentario “Canova” (2018) di Francesco Invernizzi, con Vittorio Sgarbi e Mario Guderzo, programmata per il 28 maggio 2025 alle ore 18:00 nella Casa del Cinema, a poca distanza dai due poli culturali.

Nell’ambito di questa iniziativa si svolgerà anche un seminario di approfondimento sull’arte figurativa conservata nelle due istituzioni, la cui data verrà comunicata prossimamente.

Grazie a questa sinergia, i visitatori potranno conoscere la brillante carriera di Canova attraverso un’esperienza culturale completa che combina la visione diretta delle opere, il dialogo con esperti e un coinvolgente racconto cinematografico.

Antonio Canova, Autoritratto, 1792, Galleria degli Uffizi, Firenze, pubblico dominio, via Wikimedia Commons.

Leggi anche: Dopo 50 anni riapre al pubblico la Grotta di Diana a Villa d’Este

Paolina Borghese come Venere vincitrice

Nella Galleria Borghese i visitatori possono contemplare da vicino una delle opere più celebri di Canova, Paolina Borghese come Venere vincitrice.

Nel 1804 Camillo Borghese affidò all’abile scultore Antonio Canova la realizzazione della statua raffigurante Paolina Bonaparte Borghese nelle vesti di Venere vincitrice. Le ragioni di tale incarico risiedevano nel voler onorare la bellezza della consorte, ma anche nella volontà di conferire lustro alla casata Borghese.

L’artista veneto realizzò l’opera tra il 1805 e il 1808. Inizialmente la scultura trovò dimora nella residenza torinese del principe Camillo e la sua carica sensuale generò un notevole clamore. In seguito al declino di Napoleone fu trasferita nel Palazzo Borghese in Campo Marzio.

Intorno al 1820, a causa di condotte sconvenienti da parte di alcuni visitatori e del mutato scenario politico, Camillo Borghese optò per una rimozione temporanea dell’opera. Nel 1838 la scultura ricevette una nuova sistemazione all’interno di Villa Borghese, precisamente nella Sala di Paride ed Elena.

Infine nel 1889 venne collocata in modo definitivo nella sala I al piano terra della Galleria Borghese, dove tuttora risiede; un ambiente questo particolarmente consono alla statua dati i soggetti rappresentati nella volta, narranti le vicende di Venere ed Enea ad opera di Domenico de Angelis.

Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere vincitrice, 1804-1808, Galleria Borghese, Roma, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons.

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Il soffio vitale nel marmo di Canova

La scultura di Paolina Borghese come Venere vincitrice rivela la straordinaria capacità di Antonio Canova di infondere vitalità nel marmo. Le superfici levigate e i dettagli curati trasformano la pietra in una rappresentazione di efficacissimo realismo: il morbido drappeggio che avvolge la figura e la delicata resa dell’incarnato ne sono prova evidente.

Un elemento distintivo della finitura di quest’opera è l’impiego dell’acqua di rota. Questa sostanza lucidante, ottenuta dalla lavorazione degli scarti del marmo attraverso un processo di ebollizione, veniva stesa sulla superficie scultorea per incrementarne la lucentezza. Tale procedimento conferiva al marmo un aspetto vibrante e una luminosità che esaltava la plasticità delle forme.

Notevole è la verosimiglianza del giaciglio sottostante, la cui modellazione suggerisce una soffice consistenza che sembra cedere sotto il peso della figura divina. Questo dettaglio stilistico evoca il celebre materasso scolpito da Gian Lorenzo Bernini per l’Ermafrodito Borghese, un’opera che Canova ebbe modo di conoscere prima della sua vendita a Napoleone e il conseguente trasferimento a Parigi.

Alla base è celato il meccanismo originale, ancora funzionante, che permette alla scultura di ruotare di 360 gradi.

Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere vincitrice, dettaglio del busto, 1804-1808, Galleria Borghese, Roma. Foto di Sailko, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons.

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Ercole e Lica

Nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Gnamc) invece si può contemplare il monumentale gruppo scultoreo Ercole e Lica (1795-1815), svelando così un ulteriore aspetto del repertorio stilistico canoviano. Quest’opera infatti restituisce la forza del mito attraverso una composizione di grande energia e movimento.

Prima realizzazione colossale di Canova, venne inizialmente commissionata nel 1795 dal principe aragonese Onorato Gaetani; tuttavia, le sfavorevoli vicende politiche costrinsero il principe a rinunciare all’opera.

Canova propose allora la scultura all’imperatore austriaco Francesco II, con l’intento di celebrare il trionfo delle armate imperiali nella battaglia di Magnano del 1799. Malgrado l’importanza del soggetto celebrativo, l’imperatore declinò l’offerta. Successivamente, il facoltoso banchiere romano Giovanni Torlonia decise di acquisire l’opera per la considerevole somma di diciottomila scudi, cifra davvero ragguardevole per quel periodo storico.

La monumentale statua riscosse un ampio apprezzamento durante la sua presentazione al pubblico nel 1815 e venne poi collocata a Palazzo Torlonia, diventando rapidamente una delle opere più ammirate della prestigiosa collezione romana.

Antonio Canova, Ercole e Lica, 1795-1815, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma.  Foto di LuciusCommons, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons.

Leggi anche: “Barocco Globale”: alle Scuderie del Quirinale la Roma del Seicento incontra il resto del mondo

Canova e la forza delle emozioni

Il gruppo scultoreo Ercole e Lica rappresenta un celebre episodio della mitologia greca; nello specifico Il soggetto raffigura Ercole nel momento di furiosa vendetta contro il giovane Lica, colpevole di avergli consegnato una tunica avvelenata. La scultura cattura l’apice della collera, che si manifesta nella possente figura di Ercole che stringe con energia il fragile corpo di Lica.

Realizzata in marmo di Carrara, l’opera evidenzia la straordinaria abilità di Canova nel plasmare la materia in forme cariche di pathos. La superficie, finemente lavorata, esalta la tensione muscolare dei protagonisti, delineando con precisione anatomica la forza di Ercole e la vulnerabilità di Lica. Il contrasto tra la robustezza dell’eroe e la gracilità della vittima è estremamente efficace.

Lo stile neoclassico di Canova si arricchisce qui di un dinamismo inusuale, abbandonando la consueta compostezza per esprimere un’emozione violenta e primordiale. Il volto angosciato di Lica sembra propagare un silenzioso grido di sofferenza, mentre il gesto implacabile di Ercole non lascia presagire scampo. La composizione, pur nella sua concitazione, mantiene un equilibrio formale che esalta la tragica bellezza dell’istante. L’opera diventa così emblema delle emozioni umane e della loro rappresentazione plastica.

Chi fosse interessato alla suggestiva passeggiata culturale Da Canova a Canova può reperire ulteriori informazioni sui siti web www.galleriaborghese.beniculturali.it e www.lagallerianazionale.com .

Antonio Canova, Ercole e Lica, 1795-1815, dettaglio del volto di Lica, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma.  Foto di LuciusCommons, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons.

Leggi anche: Roma a Teatro: guida agli spettacoli dal 13 al 18 maggio

Fonte immagini: Wikipedia

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