Bambi torna al cinema: Disney punta su un remake autoriale

Disney ha comunicato ufficialmente la data d’uscita italiana del remake di Bambi: il film arriverà nelle sale il 26 giugno 2025. Un appuntamento destinato a riaccendere il dibattito attorno alla lunga stagione di live action avviata ormai un decennio fa, e che oggi si confronta con un pubblico sempre più esigente e meno indulgente nei confronti del puro effetto nostalgia.
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Presentato in anteprima durante il D23 Expo — la convention biennale organizzata da Disney per fan, stampa e investitori — il progetto ha mostrato le sue prime immagini in un panel dedicato che ha subito fatto discutere. Le sequenze diffuse rivelano un’ambientazione boschiva suggestiva e immersiva, realizzata in Cgi con un tono visivo quasi pittorico, più etereo rispetto al realismo crudo visto in Il re leone (2019). Bambi e gli altri animali, pur mantenendo un aspetto realistico, sembrano capaci di un’espressività più vicina al mondo dell’animazione tradizionale.
Alla regia troviamo Sarah Polley, regista e sceneggiatrice canadese già premiata con l’Oscar per Women Talking. Il suo sguardo, da sempre attento ai temi del lutto, della memoria e della crescita, appare perfettamente in linea con le atmosfere malinconiche e delicate del racconto. Più che replicare pedissequamente il film del 1942, Polley sembra interessata a indagarne la dimensione emotiva profonda, lasciando spazio a pause contemplative e silenzi che parlano più di mille battute.
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E proprio su uno dei momenti più celebri e dolorosi dell’intera storia Disney si concentra gran parte dell’attenzione: la morte della madre di Bambi, scena che ha segnato generazioni di spettatori e che ancora oggi rappresenta uno dei momenti più intensi e discussi della filmografia animata. Quel colpo di fucile fuori campo, quel gelo improvviso nella foresta, hanno reso il lutto un’esperienza collettiva per milioni di bambini. Come verrà affrontata oggi, in un contesto cinematografico in cui la protezione dell’infanzia sembra spesso prevalere sull’onestà emotiva? Le prime anticipazioni parlano di un trattamento “rispettoso ma non elusivo”: la scena sarà presente, ma con un taglio più empatico e meno ellittico. Un equilibrio difficile da raggiungere, che potrebbe decretare buona parte della riuscita del film.
Il live action di Bambi si inserisce in una fase delicata della strategia Disney. Dopo i successi iniziali di La Bella e la Bestia (2017) e Aladdin (2019), l’ultima tornata di remake ha avuto una sorte più altalenante. Biancaneve (2024) è stato un flop commerciale e ha suscitato numerose critiche, sia per le scelte narrative che per lo stile visivo giudicato artificioso e distante dal fascino dell’originale. Al contrario, Lilo & Stitch — uscito pochi mesi fa — si sta rivelando un sorprendente successo al box office, grazie anche al suo tono sincero e al forte legame emotivo con il pubblico, che sembra aver apprezzato l’autenticità della messa in scena e la cura nei dettagli culturali.
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In questo scenario, Bambi potrebbe rappresentare un punto di svolta. A differenza di molti altri classici Disney, non è costruito su canzoni iconiche o gag comiche, ma su atmosfere, emozioni, silenzi. Il rischio è alto, ma proprio per questo il potenziale artistico lo è ancora di più. Se Polley riuscirà a mantenere la sua cifra autoriale all’interno di un’operazione fortemente commerciale, potremmo trovarci di fronte non solo a un remake riuscito, ma a una rilettura poetica e necessaria. Un film capace di parlarci — ancora una volta — del dolore, della perdita e della bellezza fragile della crescita.