“A love Supreme – Capestrano incontri jazz”: Emanuele Aciuli apre la terza edizione

Per il terzo anno consecutivo, le note jazz di alcuni tra i musicisti italiani più affermati riecheggeranno nel borgo di Capestrano (L’Aquila) vicino le sponde del fiume Tirino, tra i più cristallini d’Europa. E, infatti, l’appuntamento per la nuova edizione del festival “A love Supreme – Capestrano incontri jazz” – ideato e prodotto da Nicola Capriati e la direzione artistica del sassofonista Dimitri Grechi Espinoza, è per il 27 giugno presso l’Abbazia benedettina di San Pietro ad Oratorium di Capestrano.
Programma denso di influenze musicali che abbracciano una profonda spiritualità, data dalla suggestiva location, confermata e concessa anche per quest’anno dai Musei Archeologici Nazionali di Chieti – Direzione regionale Musei nazionali Abruzzo.
La rassegna concertistica, ad ingresso gratuito, dunque, riparte venerdì 27 giugno alle 21 con Sound Gone del pianista Emanuele Arciuli; si proseguirà sabato 28 giugno alle 21 con il concerto del duo composto da Gianluca Ruggeri, al vibrafono, glockenspiel e altre percussioni e Ivano Guagnelli al pianoforte, dal titolo Midnight Whispers; per poi concludersi domenica 29 giugno alle 18.30 con il concerto dal titolo Around Midnight “The Journey” di Giuseppe Continenza alla chitarra jazz e Geoff Warren al flauto jazz.
“Siamo riusciti anche quest’anno nell’impresa”, racconta Nicola Capriati. “Il tema di riferimento della terza edizione sarà Round Midnight, il celebre standard di Thelonius Monk e ciascuno dei concerti in programma interpreterà in modo peculiare questo tema”.
“Insieme a Nicola Capriati”, aggiunge Dimitri Grechi Espinoza, “abbiamo scelto gli artisti coinvolti e ci siamo trovati d’accordo nell’idea di mantenere il format di concerti solisti, che ruotassero attorno al tema principale dell’introspezione, racchiuso ed espresso nel brano del celebre Thelonius Monk, ‘Round Midnight’ e di cui avremo una personale visione dagli artisti presenti al festival”.
Si inaugurerà, quindi, la terza edizione con il concerto di Emanuele Arciuli, accademico effettivo di Santa Cecilia a Roma, considerato tra i massimi interpreti della musica del XX e XXI secolo, e titolare della cattedra di pianoforte principale al Conservatorio “N. Piccinni” di Bari; docente presso l’Accademia di Pinerolo (Torino) e professore ospite in numerose università̀ degli Stati Uniti.
Emanuele Arciuli si dedicherà a sonorità americane e, infatti, in scaletta si troveranno brani di jazz impressionistico dei Children’s Songs di Chick Corea, composizioni di Margaret Bonds e Connor Chee, e di Talib Rasul Hakim, capace di fondere le avanguardie con il jazz. E, ancora, variazioni di Round Midnight composte per lo stesso Arciuli da importanti musicisti americani quali Harbison e Daugherty, per terminare con due grandi compositori della musica contemporanea americana, quali John Cage e Frederic Rzewski.
“Si parte da Chick Corea che, oltre ad essere stato il grande pianista jazz che conosciamo, vantava una solida formazione classica. I Children’s Songs mostrano, accanto a echi latini e funky, l’influenza forte della musica francese, e rappresentano un esempio di come il jazz e la musica “scritta” possano fondersi. Margaret Bonds era, invece, una pianista classica afroamericana, che compie un percorso opposto, e si avvicina in questo caso alla tradizione popular con il meraviglioso Troubled Waters, che si ispira a uno spiritual – spiega Emanuele Arciuli – si prosegue con Steve Chambers, alias Talib Rasul Hakim, musicista afroamericano, allievo di Morton Feldman e di Ornette Coleman.
L’omaggio a Monk, composto da alcuni dei massimi compositori americani per un mio progetto del 2001, è presente nel programma con una piccola ma significativa rappresentanza (Harbison e Daugherty). Si continua con un compositore nativo americano, Connor Chee, nato in Arizona nella riserva Navajo, che in questi brani pianistici di enorme immediatezza guarda al suo popolo. Infine, due giganti della musica del secondo Novecento, John Cage, con la sua opera di più intenso lirismo, e Frederic Rzewski, con un capolavoro ispirato ai canti operai di protesta, che mai come in questo caso sanno elevarsi a riscatto, poetico e potente, diventando un inno alla libertà”.
Infine, il lavoro grafico delle locandine dell’evento è stato curato dagli studenti di Stampa d’arte di Daniel Tummolillo, docente dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Nello specifico, è stato selezionato il progetto di Camilla Cavalieri, per il manifesto generale, e di Fiorella Folchi, per i manifesti dei singoli concerti.
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